L'Allodola e gli specchi. Mosaici. Migliaia di minuscole tessere e murrine, ognuna di vitale importanza, collocate in una precisa posizione danno vita a geometrie e sfumature, attribuendo la massima dignita' ad ogni piu' piccolo protagonista di questa lenta e affascinante tecnica di creazione.
L’Allodola e gli specchi
Du'sciana Bravura, di origine veneziana, si e' formata alla Scuola di Mosaico di Ravenna, manifestando nel suo “fare" artistico le maggiori tradizioni musive del nostro Paese. Ed e' proprio nella capitale dell’Impero Romano d’Occidente che l’artista rimane affascinata dalla grandiosita' dei mosaici del passato, appropriandosi della tecnica per applicarla con attitudine contemporanea ai suoi lavori.
Opere di bellezza frammentata e ricomposta, per creare forme nuove, scintillanti e intimiste al tempo stesso, a meta' strada tra preziosita' simboliste e geometrie etniche, sono il risultato di un lavoro creativo e meditativo che puo' concedere un momento di riflessione e poesia anche alla piu' curiosa delle allodole.
Scrive di lei Sabina Ghinassi sul magazine >bmm: “Nel suo atelier-laboratorio di Ravenna produce tessere e murrine in vetro che utilizza nelle sue opere con la stessa sapienza di un’alchimista medievale. Scrupolosissima ed esigente nella realizzazione dei suoi lavori, siano essi oggetti e complementi d’arredo (tavoli, cornici, specchi in mosaico) oppure opere fini a se stesse, Du'sciana produce sempre mantenendosi in equilibrio tra eleganza e fascinazione, tra favola e raffinatezza formale. (…) I suoi lavori sono piacevoli e insieme restano complessi, nel loro essere progettati e studiati con cura, nella perizia del dettaglio, nell’attenzione e cura progettuale. E pur essendo pesanti, hanno la stessa levita' e grazia di un sogno infantile. Sono il segreto, forse, di questa giovane e insieme antica alchimista."
L’Allodola e gli specchi
Il riflesso di un’altra dimensione
“Come il sole, come la luna, come l’acqua,
come l’oro sii chiaro e brillante
e rifletti cio' che vi e' nel tuo cuore".(*)
In un’epoca come la nostra, in cui pare che tutto sia stato detto, tutto sia stato fatto, che ogni possibile variante, ogni gradazione, sia stata toccata, che ogni tradizione sia stata trasgredita ed ogni trasgressione tradita; un’epoca in cui il concetto stesso di “contemporaneita'" sfugge al nostro controllo perche' la ratio collettiva e' costretta a ritmi troppo rapidi per riuscire cogliere quell’attimo; un’epoca in cui anche la percezione soggettiva del tempo subisce l’influsso di una globalizzazione in grado di conformare le sensazioni piu' disparate; un’epoca in cui il “movimento" - virtuale o reale che sia - diventa conditio fondamentale per esistere e requisito essenziale per sentirsi vivi…
Ecco, in quest’epoca appena descritta puo' apparire assurdo, anacronistico, raccogliere piccoli frammenti ormai rassegnati al loro destino, assemblarli armoniosamente e delegarli ad un compito di grande responsabilita': essere arte.
Parliamo dei mosaici di Du'sciana Bravura, perche' e' proprio nel piu' piccolo frammento di un mosaico che e' possibile leggere il segno rivoluzionario della sua opera: decine, centinaia, migliaia di minuscole tessere e murrine preparate dall’artista stessa, ognuna di vitale importanza, poi selezionate, collocate in una precisa posizione per dar vita a geometrie, sfumature, sensazioni, tenendo sempre a mente il risultato finale e attribuendo la massima dignita' ad ogni piu' piccolo protagonista di questa lenta e affascinante tecnica di creazione. Follia, secondo alcuni; poesia, secondo noi.
Oltre alla tecnica ed agli strumenti di lavoro, altri sono gli ingredienti necessari per il “fare" artistico di Du'sciana: l’esigenza della spinta creativa (fondamentale per cominciare), la passione sincera (carburante essenziale per ogni atto rivoluzionario); la consapevolezza del concetto personale di tempo (per entrare in una dimensione meditativa lontana anni luce dalla frenesia dei nostri giorni) e, ca va sans dire, la bravura…
Ma allora, come fondere il gesto artistico della millenaria tecnica musiva in un contesto contemporaneo?
E’ nella contrapposizione, delicata e radicale, che va cercato il senso dell’opera di Du'sciana Bravura: un mondo, il suo, che pare appartenere ad un’altra dimensione. Ed il ruolo simbolico dello specchio, materialmente e concettualmente protagonista del suo lavoro, e' di illustrare l’universo visibile analizzandolo da un punto di vista distaccato, “altro", mostrandolo riflesso pur tenendolo costantemente in contatto con l’osservatore.
Lo specchio, quindi, come rivelazione di purezza, mezzo all’apparenza vacuo ma al tempo stesso fonte di suprema conoscenza, cosi' come per la tradizione Indu' e' rivelatore del Karma e per il Buddismo riflesso diretto della natura del Budda - senza spostarci troppo ad oriente, basti pensare all’uomo creato ad immagine e somiglianza, quindi riflesso, di Dio.
Lo specchio, dunque, come piu' elevata esperienza spirituale perche' invita all’analisi esteriore ed interiore, avvicinando l’uomo ad un senso di integrita' con l’universo ma ricordandogli costantemente la successione delle forme, la durata limitata e sempre mutevole degli esseri.
Ma anche l’illusione, la menzogna (il proverbiale “specchio per allodole") ha una sua importanza in questo rovesciamento delle forme, in questo confronto tra identita' e differenza: d’altronde e' pur evidente che nel riflesso di una superficie specchiante si invertono le direzioni (l’alto sta in basso, la destra a sinistra); ne consegue che l’approccio migliore e' quello passivo, quello che non giudica, che riflette la cosa senza esserne influenzato, l’atteggiamento infantile della non-attivita' - quella che per i cinesi e' peculiarita' del Saggio.
Cosi' Du'sciana con il suo lavoro ci invita a regredire ad uno stato di ingenuita' che inconsciamente sappiamo di aver gia' vissuto, anche se il disincanto del mondo adulto ci ha convinti che sia ormai un paradiso perduto. E l’allodola che da' il titolo a questa mostra, una grande e surreale allodola mosaicata, non e' piu' vittima di una menzogna, bensi' metafora dell’innocenza fanciullesca, un’esortazione a curiosare in profondita' ed abbandono, con la consapevolezza di intraprendere l’esplorazione di un paradosso sensoriale, insieme semplice e tortuoso: il riflesso di noi stessi.
V.R.
(*) Iscrizione su uno specchio cinese custodito nel Museo di Hanoi.
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Du'sciana Bravura
Nata a Venezia nel 1969, vive e lavora a Ravenna.
Dopo il diploma dell’Istituto d’Arte per il Mosaico “G. Severini “ di Ravenna,ha frequentato il corso di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna ( Prof. Mascalchi ).
Ha collaborato con il padre, Marco Bravura, per la realizzazione di nove fontane in mosaico, opere pubbliche per le citta' di Ravenna, Beirut, Rimini, Forli', Pesaro-Urbino, Sogliano.
Opere pubbliche
Piazza Dora Markus, Marina di Ravenna: Pannello musivo su disegno di Bruno Ceccobelli
Historical Diving Museum, Ravenna: Logo del Museo
Mostre personali
1998 Palazzo della Provincia,Ravenna
1999 Ex Chiesa in Albis, Russi ( RA )
2001 “Specchio delle mie brame “ Palazzo delle Prigioni"-Venezia
Mostre collettive
1990 Trentennale Istituto d’Arte, Chiostri Francescani, Ravenna
1994 Palazzo della Provincia,Ravenna
1996 Concorso Internazionale “Picassiette" ’96, Chartres ( 1' premio)
1997 Biennale d’Arte Romagnola, Palazzo del Ridotto, Cesena ( 2' premio under ’30)
1998 “ White and Bright" Salone del Mobile, Milano
2001 “S..Trani Sensi “ Castello Svevo - Trani
2002 Biennale Postumia Giovani - Museo d’Arte Moderna - Gazoldo ( Mantova)
2003 “Suggerimenti di Tonino Guerra" Magazzini del Sale - Cervia ( Ravenna)
2004 “Sailing to Byzantium" S.Maria delle Croci - Ravenna
2005 “Ceramicamosaico" Galleria Oriani - Ravenna
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Catartica Arte Contemporanea
via Garibaldi 9/bis, - Torino
Orari: martedi', giovedi' e venerdi' dalle 15.00 alle 19.00 (altri giorni e orari su appuntamento)