Opere 1960-2001. La mostra presenta un'ottantina di opere tra dipinti e sculture del pittore veneziano recentemente scomparso. E' articolata per temi, (Primi anni, Battaglie, Dallo studio, A Guevara, Finestra, No, Il viandante, Il giardino, Storia sacra) che delineano il suo lungo e appassionato percorso. Il rapporto uomo-natura e' fin dall'inizio al centro della ricerca espressiva di Gianquinto, cosi' come da subito si stringe il connubio tra arte e impegno sociale.
Opere 1960-2001
Venerdi' 16 dicembre 2005 alle ore 18 al Museo Correr avra' luogo l'inaugurazione della mostra Alberto Gianquinto, Opere 1960-2001, che restera' aperta al pubblico dal 17 dicembre al 26 febbraio 2005 con l'orario e il biglietto dei Musei di Piazza San Marco.
La mostra, allestita in dieci sale al secondo piano del museo, presenta un'ottantina di opere -tra dipinti e sculture - del grande pittore veneziano recentemente scomparso, delineandone il lungo e appassionato percorso espressivo e umano.
Articolata per temi, (Primi anni; Battaglie; Dallo studio; A Guevara; Finestra; No; Il viandante; Il giardino; Storia sacra) si sviluppa cronologicamente, a partire dalle intense opere degli anni '60, tra cui il celebre Interno a Lipari, in un alternarsi di visioni legate alla ricerca estetica e all'impegno sociale, a testimonianze private e a riflessioni spirituali, culminanti con la serie delle Crocifissioni degli anni novanta e con la mitica figura di Endimione, che, addormentato, attende la visita di Selene, la Luna.
In concomitanza con la mostra uscira' la monografia sull'artista, articolata secondo i temi che fan da traccia alla mostra, edita da Skira, con presentazione a cura di Giandomenico Romanelli.
Il rapporto uomo-natura e' fin dall'inizio al centro della ricerca espressiva di Gianquinto, cosi' come da subito si stringe il connubio tra arte e impegno sociale, mentre e' la luce ad affermarsi come protagonista nei paesaggi jesolani dei primi anni '60. La ricerca spaziale connessa all'esperienza nel gruppo Il Pro e il Contro, si coniuga da un lato col luminismo di chiara matrice veneta, dall'altro con forti rimandi storici restituiti in immagini emblematiche.
Fin dagli anni Settanta il percorso si arricchisce di una dimensione lirica ed evocativa: figure umane, paesaggi, interni, oggetti quotidiani immersi nella superficie luminosa di uno spazio privo di spessore e volume, segnati da giochi di luce in figure geometriche rarefatte. E ancora linee essenziali e intensa emozione costituiscono la cifra della sorprendente serie delle Crocifissioni.
Rigore, coraggio e vigore intellettuale connotano tutte le scelte e i diversi esiti della sua lunga produzione artistica, percorsa da 'viandante' soliario, in un appassionata, profonda, continua ricerca.
ALBERTO GIANQUINTO
1929. Nasce il 29 marzo al Lido di Venezia.
1931. La famiglia si trasferisce in centro storico. Qui Gianquinto, dopo gli studi classici, si laureera' in Economia e Commercio a Ca' Foscari, maturando ben presto la decisione di dedicarsi alla pittura, con la guida di Luigi Cobianco, maestro e amico.
1956. E' presente con un gruppo di opere alla XXVIII Biennale d'Arte Internazionale di Venezia.
1957. Prima mostra personale alla Galleria del Cavallino, a Venezia. Sposa Luciana Battistella, giovane pianista conosciuta al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia.
1959. Partecipa su invito alla Quadriennale d'Arte di Roma.
1961. Nasce il figlio, Antonino, cui dedichera' ogni 16 di Luglio per il suo compleanno un dipinto. L'affettuoso appuntamento diventera' una singolare raccolta di trentotto opere dense di ricordi e di bella pittura.
1962. Partecipa alla XXXI Biennale d'Arte Internazionale di Venezia.
1961-1964. Aderisce al movimento romano Il Pro e il Contro, assieme ad Attardi, Vespignani, Farulli, Calabria e Guccione. Nel frattempo espone a Venezia e in Italia, coniugando arte e impegno nel Partito Comunista italiano, e testimoniando nelle sue opere avvenimenti sociali, culturali e politici
1964. Vince il Premio Arezzo con Grande interno a Lipari. La tela, di ampie dimensioni, e' esposta in permanenza al Museo di Arezzo e testimonia la tragica realta' meridionale del tempo.
Dello stesso anno sono la Pala per Djamila Boupascia', algerina stuprata dai para' francesi, e la tela per Isaac Babel, poeta perseguitato ed ucciso nel 1937 in un lager sovietico.
1965 -1969 -1986 Partecipa su invito alle Quadriennali d'Arte di Roma.
1969-1981. A questi anni appartengono opere celebri, segnate dall'impegno e dalla denuncia politica, tra cui A Guevara, Sugli spalti (1969), Ottobre, No alla repressione, La marcia, Le barricate (1970), Il 1975 (contro la repressione poliziesca dei moti studenteschi), Il drappo rosso (1979, per i suoi cinquant'anni), la Stele di Pio La Torre (1981, dedicata al sindacalista assassinato dalla mafia)
1978 . E' presente con una sala personale alla Biennale di Venezia.
1983. Con la famiglia si trasferisce nella campagna jesolana, entrando in un contatto piu' stretto e quotidiano con la natura e sperimentando un nuovo e diverso rapporto con la luce.
1986 riprende il soggetto di Che Guevara in un nuovo dipinto. Si dedica inoltre a grandi paesaggi solari: Jesolo, Asolo- cui dedichera' anche prose, poesie, acqueforti, litografie e sculture- e alle intense opere dedicate alle Bagnanti, alle Nude, infine ai corpi femminili nudi ed oziosi dei Jardin Fe'erique . A questo periodo appartengono anche altre visioni muliebri (Maternita') e nature morte.
1986-1989. Realizza il ciclo delle Crocifissioni, una ventina di tele, emblematico documento della partecipazione dell'artista alla complessita' anche emotiva dei temi religiosi
1987- Dipinge La Pietra di Gramsci.
1989 Realizza una grande esposizione alla Fiac di Parigi.
1991-1998. Torna l'impegno civile nei dipinti sugli arabi morti nel deserto del Sinai durante la guerra del Golfo e nelle grandi tele per la Montserrat, donna- madre spagnola, combattiva e vincente, ispirate dalla scultura di Gonzales, scoperta a Parigi e, ancora, Guevara.
1994.Vince il primo premio alla Permanente di Milano.
1999. Complice il libro La vita di Gesu' di Ernst Renan, realizza ed espone a Parma diciannove teleri con la storia di Gesu', figura intensissima, profondamente sentita; la mostra ha grande successo e viene proposta in citta' diverse, in sei edizioni, suscitando interesse e anche inquietudine
2000-2002. Continua a dipingere, dedicandosi anche alla produzione di disegni, acqueforti, litografie, serigrafie, sculture in terracotta e in bronzo, nonostante qualche problema di salute.
2003. Muore a Jesolo il 17 Maggio. Nell'ultimo quadro, Corteo, un piccolo drappello di uomini con le bandiere rosse esce dalla tela, silenzioso ed enigmatico.
Inaugurazione: 16 dicembre ore 18.00
Museo Correr
Piazza San Marco - Venezia
Orari: h 9/17 (biglietteria 9/16); chiuso 25 dicembre 2005 e 1 gennaio 2006.
Biglietti: Intero euro 11; ridotto 5,50 (ridotto speciale euro 3)