Cantieri Edili
Torino
via Balme 32

Africa... per filo e per segno
dal 5/12/2005 al 19/1/2006
giovedi', venerdi' e sabato 16.30-19. Domenica e lunedi' chiuso. Chiusa dal 24 dicembre 2005 al 9 gennaio 2006
347 4280926, 393 2126674

Segnalato da

Caterina Cacciabue



approfondimenti

Gianni Caruso
Tiziana Conti



 
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5/12/2005

Africa... per filo e per segno

Cantieri Edili, Torino

Gianni Caruso costruisce un percorso installativo che si avvale di foto storiche dell'Etiopia, di sculture e gigantografie su velo, di suoni e memorie poetiche, di indagini artistiche sulla formulazione del mito prometeico, di giocolieri che usano il fuoco.


comunicato stampa

Regione Piemonte
Citta' di Torino
Fondazione CRT Torino
L'uovo di struzzo Torino
Perla s.a.s, impresa per il recupero del Borgo Campidoglio

martedi 6 dicembre 2005, presso i Cantieri Edili di via Balme 32 a Torino alle ore 18. 30 sara' inaugurata la mostra d'arte contemporanea:

“Africa... per filo e per segno"
di Gianni Caruso
testo critico di Tiziana Conti

La mitica via per Gondar che conduce ai castelli imperiali dei negus etiopi, intorno ai quali fioriscono leggende auliche e popolari, provoca immagini fortemente evocative.
Gianni Caruso costruisce un percorso installativo che si avvale di foto storiche dell'Etiopia, di sculture e gigantografie su velo, di suoni e memorie poetiche, di indagini artistiche sulla formulazione del mito prometeico, di giocolieri che usano il fuoco.

MIGRAZIONI DELL'ANIMA
Ma se si dovesse nascondere il mondo
nel mondo, cosicche' nulla potesse sfuggire,
questa sarebbe la realta' finale della costanza
delle cose.
Chuang Tzu

Friedrich Schiller sostiene che l'uomo moderno, in genere, non e' piu' capace di armonizzare le forze della sua anima. L'uomo, dunque, e' esiliato, preda di un disequilibrio che gli impedisce di migrare verso la pienezza, affermando i valori dell'interiorita'. Nei Briefe uber die asthetische Erziehung des Menschen ( Lettere sull'educazione estetica dell'uomo) il filosofo evidenzia il fatto che “ l'arte puo' sollevare l'uomo dalla realta' materiale del mondo della necessita' nella realta' del mondo della liberta'". Mi sembra che taluni concetti espressi nell'opera, quali “tenere in vigore l'anima", siano di notevole attualita' e ben si attaglino ad alcune riflessioni che si possono fare sul lavoro di Gianni Caruso.
Egli si affaccia alla ricerca negli anni '60, nel contesto stimolante di un'arte che si connota sempre piu' marcatamente nella sua identita' con la vita, evidenziando alcuni elementi che sono il comun denominatore del lavoro anche oggi. Primo tra tutti la memoria. Essa ingloba il passato nel presente, trasformando l'esistenza in un fluire continuo e denso. La memoria fonde la dimensione del soggetto con il contesto: in questo modo le esperienze di crescita individuale si suggellano con quelle universali, tessute sulla trama ideale, eterna della storia.
Caruso e' nato in Africa: il calore, naturale e umano, di quella terra, la ricchezza di una cultura che attinge al primigenio, alle fascinazioni di un'origine incontaminata, volta a sopravvivere alla pura razionalita', e' una nota dominante del carattere che si riflette nel fare artistico. Alcune figure ricorrono nel suo mondo creativo: Prometeo, esempio di un'umanita' sublime che, uomo all'uomo, trova la sua identita' nella sfida; Orfeo, che ricerca una “sacra e mirabile armonia" nell'appartenenza al mondo dei vivi e dei morti, insieme.
L'uomo contemporaneo pare avere smarrito il senso dell'appartenenza tra rituali, feticci, codici ripetitivi e abusati. La rivoluzione quotidiana nel nome della tecnologia e della scienza ad oltranza, e' solo apparente, se e' vero che l'esistenza si e' gradualmente “disumanizzata". Citando un'affermazione del filosofo Ortega, penso alle mistificazioni che contaminano il divenire dell'individuo. Da qui nasce, prepotente, il bisogno di tornare alla centralita' dell'uomo, fulcro dell'indagine di Caruso. La sua formazione, nel segno di molteplici esperienze culturali, si e' sedimentata e si e' fatta metodo di lavoro. La cultura del paese di origine si e' saldata con quella occidentale, cosi' da trovare un filo conduttore proprio nell'idea di appartenenza, divenuta via via piu' forte nel confronto con la precarieta' della vita. L'identita' dell'individuo deve essere rivendicata ad ogni costo.
Dunque anche le istanze del Concettualismo sono filtrate da un bisogno tutto interiore, quello stesso che sostiene Caruso nella lunga esperienza formante del Mulino Feyles: lo spazio enorme, le architetture industriali, sono evocative del bisogno di un dialogo con la spazialita' che, poco alla volta, sposta l'asse della ricerca sul versante dell'installazione. Installare significa infatti far vivere l'opera dentro allo spazio, conferirle una dimensione energetica, costruire un dialogo fattivo, tale da esaltare l'anima del luogo, la sua storia. L'installazione condensa in se' una pluralita' di linguaggi, sottrae l'opera al rischi della fissita', ne fa un momento attivo e attivante.
Il titolo della mostra, Africa per filo e per segno, palesa la precisa e nitida volonta' di far aggallare momenti nascosti, frammenti di una narrazione di vita. Non e' casuale che lo spazio scelto sia di nuovo di tipo industriale, a sottolineare la continuita' di passato e presente in un percorso che procede per infiniti passaggi. La terra in cielo e' costituita da roccia bianca, rami confitti nel terreno, sabbia all'intorno, elementi primigeni e naturali, che diventano frammenti di coscienza. Sulla strada di Gondar risveglia echi onirici, evoca il bisogno, forse inconsapevole, di recuperare l'immaginario mitico. Scorci, frammenti, strappi trovano nel fuoco della performance l'elemento catalizzatore, una forza vivificante e catartica qual era nel mondo eraclieteo, emblema dell'uomo che si desta dalla letargia dello spirito.
Ad una nuova vita, nel segno della “diversita' di sguardo" (Friedrich Nietzsche). Tiziana Conti, ottobre 2005

Periodo della mostra dal giorno 6 al giorno 23 dicembre 2005 e dal giorno 10 al giorno 20 gennaio 2006
Orari: dalle 16.30 alle 19.00 giovedi', venerdi' e sabato. Domenica e lunedi' chiuso

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