Ousmane. Finissage dell'installazione pensata come un'allusione alla propria condizione di artista nomade. Un assemblaggio composto di idoli e di stralci d'immagini desunte dai tabloids raccolti durante i suoi viaggi attraverso l'Europa e l'Africa.
Ousmane
Orfeo hotel contemporary art project ospita il Crudelia's Project
Ringo of Dakar finissage 14 Gennaio 2006 h.19:30.
L'installazione di Ringo of Dakar, pensata per lo spazio dell'Orfeo
Hotel contemporary art project a Bologna, e' un allusione alla propria
condizione di artista nomade.
Il cosmo che questo artista ci presenta, e' composto di idoli e
di stralci di immagini desunte dai tabloids raccolti durante I suoi
viaggi attraverso l'Europa e l'Africa, assemblati in modo tale da far
intuire un'immaginazione sfrenata. Nei disegni, accanto ad eroi
della mitologia Senegalese (per esempio Malaw), appaiono personaggi
della storia e della cultura europei, come Mario Luzi ed anche
Marylin Monroe (archetipo femminile occidentale), che si mescolano
alla sagoma dell'Africa riproposta in diverse varianti. La pittura e'
la trasposizione bidimensionale dell'immaginario di questo artista,
dal quale emerge significativo il rapporto problematico con un certo
tipo di potere , cioe' quel colonialismo culturale che relega la
popolazione nera in una condizione ancora oggi di schiavitu' culturale
ed economica.
La serie di disegni dedicati all'Afrique du Commerce
Triangulare sono un chiaro riferimento alla condizione culturale della
popolazione afro-americana ed afro-europea, che ancora non si e'
integrata del tutto nel contesto socio-economico occidentale, contesto
nel quale continua a rivestire ruoli marginali. In alcuni disegni, il
tema della diaspora Africana, si unisce al tema del rapporto
interpersonale, che e' descritto come un prisma attraverso il quale
interpretare la relazione con l'altro, come risposta soggettiva alla
marea di momenti fugaci che compongono l'esistenza. Nell'opera
"Tank-Gambe" l'oggetto del desiderio e' rappresentato dalle gambe,
presumibilmente sono le gambe di una donna, poiche' la figura calza
dei tacchi a spillo, altissimi, ed una collana viola attorcigliata
alle caviglie, ma potrebbe essere benissimo un uomo. Infatti lo
spettatore puo' vedere soltanto la caviglia, il piede ed alcuni
dettagli dell'immagine totale.
Nella stessa serie di opere, della
serie "Omaggio a Kara Walker-Opere di un certo interesse realizzate
da un giovane negro di insolita abilita' espressiva.", (disegni-
tempere-ecnica mista-su foglio di quotidiano), il tema
principale, analogamente a Kara Walker, Ringo of Dakar, incentra la
sua narrazione sul tema della verita'. Nella realta' del mondo , sia
occidentale che pan-africano, prevale la tendenza ad ignorare e
manipolare il flusso delle informazioni, per ignorare quelle
informazioni che risultano troppo dolorose o non funzionali alla
gestione del potere, al proseguimento dello status quo.
Nella serie
"Omaggio a Kara Walker.", il supporto tecnico delle opere, cioe' i
fogli di giornale, sui quali l'artista interviene realizzando dei
disegni, stanno a ricordarci la responsabilita' culturale, storica,
economica di questi media, che spesso concorrono alla creazione di
false verita', nonche' alla diffuzione di notizie che presentano solo
una parte della verita' degli eventi, di menzogne, presentate come
documenti basati sui fatti.
Le menzogne possono spesso infatti essere presentate come documenti
basati sui fatti. Innocenti coinvolti in vicende alle quali sono
totalmente estranei : Capri espiatori. Il popolo nero, soprattutto i
neri d'america, sono da sempre vittime di questi soprusi. E' un tema
questo che Ringo of Dakar, esprime anche nella serie di piccoli
disegni che rappresentano l'Afric. L'Africa infatti e' raffigurata
come una sagoma, sagoma riempita di glitter, luccicante, che
rappresenta simbolicamente le infinite risorse di questa terra, ricca
di diamanti, di petrolio, risorse che sono sfruttate a favore del
mondo globalizzato. I diamanti che sono estratti nelle miniere
Africane, usando la manodopera infantile, sono risorse i cui profitti
vanno a rimpinguare le casse delle ricche famiglie di Anversa, della
ricca borghesia Inglese ed infine Americana Quella borghesia che
gestisce il mercato, il Wall Street Market, dal quale attualmente il
popolo nero e' ancora escluso. Certamente i profitti desunti dallo
sfruttamento delle risorse economiche dell'Africa non sono utilizzati
da chi di tali risorse e' proprietario. Cosi' sulle sagome dell'Africa,
l'artista ha incollato un occhio, ritagliato da un catalogo d'arte
dove compariva l'opera di Serrano Grand Kaliff III, opera che ritrae
un uomo incappucciato, simbolo evidente del KKK, lo storico nemico
dei neri d'america. Tale occhio e' ripetuto su due sagome dell'Africa.
L'occhio diventa cosi' il simbolo di un 'Africa che vuole riscoprire
la propria dignita', un'Africa che desidera riacquistare il pieno
possesso delle proprie risorse, della propria identita' culturale.
Ringo of Dakar ha inventato nuove parole che appaiono nei suoi
lavori sotto forma di scrittura. Per le sue ibridazioni
linguistiche , fonde vocaboli tratti dall'epica senegalese con forme
italiane e francesi a volte anche arabe- oppure mescola tra loro
espressioni del parlato quotidiano con testi letterari piu' aulici. Il
significato di molte parole usate da questo artista e' sconosciuto,
anche se rimane chiaro il valore simbolico di alcune parole nel
contesto delle immagini.
Nella serie di opere realizzate su tela o sulle piccole carte, e'
chiaro che l'artista abbandona l'aspetto piu' strettamente politico e
passa ad affrontare un problema prettamente estetico. E' evidente la
tensione implicita nelle sue produzioni tra cio' che l'artista esprime
attraversa il media pittorico -di cui l'artista sperimenta
soprattutto l'aspetto conservatorista della tecnica , aspetto usato in
forma chiaramente polemica. Ringo of Dakar, mostra nelle sue opere
pittoriche, le manifestazioni di un io ripiegato su se' stesso, sempre
consapevole della propria identita', che esprime nella finzione
narrativa un linguaggio fatto di immagini oniriche.
Elabora cosi'
immagini fortissime, sconcertanti forme di narrazione discontinua,
mescola le identita' delle sue figure, da voci diverse allo stesso
personaggio, o la stessa identita' a personaggi diversi, dimostrando
che l'identita' personale e' una fragile costruzione, sempre collegata
da rapporti di sottile fluidita', tra un'identita' e l'altra.
Finissage 14 gennaio ore 19.30
Orfeo hotel contemporary art project
Via Orfeo 4/a - Bologna