Circolo Culturale Bertolt Brecht. Spazio2
Milano
via Giovanola, 21/c
02 6425119 FAX 02 6425119
WEB
Carte sparse
dal 12/2/2001 al 23/2/2001
02 26820454 FAX 02 26820454

Segnalato da

Anna Rodolfi




 
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12/2/2001

Carte sparse

Circolo Culturale Bertolt Brecht. Spazio2, Milano

Da scritti di Bertolt Brecht. A cura di L. Argentino, A. Madesani, A. Rodolfi. Piccola cosa e' questa mostra su Bertolt Brecht attraverso il lavoro di Nicolosia Bellini, Mauro Bolognini, Fabio Sandri. Tre lavori: ricerche che non hanno attinenza fra loro. Il richiamo e' un certo riferimento alla memoria. Testo critico d'Angela Madesani.


comunicato stampa

Da scritti di Bertolt Brecht. A cura di L. Argentino, A. Madesani, A. Rodolfi. Testo critico d'Angela Madesani.

Piccola cosa è questa mostra su Bertolt Brecht attraverso il lavoro di Nicolosia Bellini, Mauro Bolognini, Fabio Sandri. Tre lavori: ricerche che non hanno attinenza fra loro. Il richiamo è un certo riferimento alla memoria. Non sono, tuttavia, opere simboliche, forzosamente liriche.

La sedia di Fabio Sandri è di ferro e pesa come una persona. Un disegno è creato dall'attrito del ferro sul muro, traccia di un'azione, del già fatto. Meccanicità. La persona si trasforma in un'immagine che ti sporca. Corpo che disegna, materiale, espressivo, ma allo stesso tempo astratto e mentale nella sua plumbeità.Computer sigillati.
Incapaci di parlare al pubblico. Ma non per questo morti. Bolognini riflette sul presente. Anche qui la memoria. Nulla di simbolico. Solo in un'epoca come la nostra in cui la comunicazione, della quale il computer con annessi e connessi è simbolo prIvilegiato, è molta, troppa, perlopiù vacua, il silenzio o l'apparente silenzio è d'obbligo. Forse l'unico modo in cui vale la pena esprimersi.Un richiamo al passato, a un edificio "triste", a una casa che non è dato riconoscere.

Una casa silente, oggi sede di un convento di docili suorine, i cui muri hanno sentito le urla macabre di un momento che è stato e troppo spesso si vuole dimenticare. Il lavoro di Nicolosia Bellini non è un reportage. Utilizza la macchina fotografica come unico mezzo di registrazione. La tragedia si fa poesia dell' immagine. Il richiamo è obbligato ma non urlato. Bertolt Brecht che c'entra? Poco e molto allo stesso tempo. Mi piace riprendere un passo dai suoi Diari di lavoro: "L'uomo nuovo è il vecchio uomo in nuove situazioni, ossia quel vecchio uomo che risulta più adatto a fronteggiare le nuove situazioni, l'uomo che le nuove situazioni spingono in primo piano, il nuovo soggetto della politica". La data è eloquente: 12 dicembre 1940.
Angela Madesani


Apertura: dalle ore 18.00 alle 20.00 e su appuntamento.
Chiuso mercoledì e giorni festivi.


Lunedì 18 febbraio alle ore 21.00
A cura di "ricognizione del sistema dell'arte: le gallerie"
A cura di Lorenzo Argentino e Antonella Micaletti

- Tavola rotonda - "DIARIO DI UN CRITICO"
Ma è proprio vero che i critici sono dei venduti?
GIORGIO BONOMI, DENIS CURTI, MATTEO DONATI, LORELLA GIUDICI, MARCO MAGRINI, ANTONELLA MICALETTI, ALBERTO VECA.
Coordina: ANGELA MADESANI

E' la seconda volta che al Bertolt Brecht si discute sull'argomento.
La questione è d'obbligo, il sospetto è dovuto: per un po' di soldi i critici scrivono di tutto e per tutti?
A rispondere sono chiamati gli addetti ai lavori: storici, artisti, curatori, direttori di riviste del settore e naturalmente i critici, oggetto del contendere.

Circolo Culturale Bertolt Brecht, Via Padova 61, 20127-Milano, Tel.fax 0226820454
brechtcultura@hotmail.com

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