Lisa Ponti
Giuseppe Antonello Leone
Guglielmo Mozzoni
Clemen Parrocchetti
Marinella Pirelli
Jean Blanchaert
Elena Agudio
Esposizione di 5 artisti viventi ultraottantenni. Opere di: Lisa Ponti, Giuseppe Antonello Leone; Guglielmo Mozzoni, Clemen Parrocchetti, Marinella Pirelli. Parte dell'iniziativa 'Bologna si rivela' che prevede l'apertura notturna di 4 palazzi storici di proprieta' della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna all'interno dei quali sono allestite mostre d'arte.
Esposizione di 5 artisti viventi ultraottantenni
A cura di Jean Blanchaert ed Elena Agudio
Opere di: Lisa Ponti, Giuseppe Antonello Leone; Guglielmo Mozzoni, Clemen Parrocchetti, Marinella Pirelli
L'iniziativa che prevede l'apertura notturna di quattro palazzi storici di proprieta' della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna all'interno dei quali saranno allestite mostre d'arte. Tre di queste strutture sono state recentemente acquisite dalla Fondazione Carisbo e sono veri e propri cantieri (Palazzo Fava, Palazzo Pepoli e Oratorio di San Colombano), mentre la quarta e' Palazzo Saraceni, la sede della Fondazione. Alcuni musicisti allieteranno le visite ai palazzi con esecuzioni suggestive ed originali. L'iniziativa e' realizzata in occasione di Arte Fiera 2006
Profilo degli artisti:
Lisa Ponti
Lisa Ponti, nata a Milano nel 1922, disegna e scrive. Ha due figli artisti, Matteo e Salvatore Licitra.
Figlia di Gio Ponti, ha collaborato con lui per quattro decenni (1940-1979) scrivendo in Stile e in Domus, le sue riviste. Ha assistito Gio Ponti negli affreschi di Palazzo del Bo, Universita' di Padova, nel 1940. Nel 1941 ha pubblicato un libro di poesie, nel 1946 un libro di favole. A Gio Ponti ha dedicato uno studio Gio Ponti, l’opera, nel 1990. Attualmente come freelance scrive di arte, architettura e design per varie testate. Le prime mostre di disegni di Lisa Ponti hanno avuto luogo alla Galleria Toselli, a Milano, nel 1992, e alla Galleria Blanchaert nel 1993. L’artista ha esposto anche a Trento, Genova, Barcellona, Trieste, alla Galleria Martano di Torino, al Castello di Sasso Corbaro a Bellinzona, fino alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, nell’ottobre 2005.
L’ultima mostra Il mondo di Lisa Ponti alla Fondazione delle Stelline di Milano nel dicembre 2005. Hanno scritto di lei, tra gli altri, Pierre Restany, Corrado Levi, Beppe Finessi, Bob Wilson, Ettore Sottsass, Achille Bonito Oliva, Franco Toselli, Alessandro Mendini, Marco Romanelli, Fulvio Irace, Carola Muttoni, Elena Pontiggia, Maura Picciau, Tommaso Trini.
Giuseppe Antonello Leone
Giuseppe Antonello Leone nasce a Pratola Serra (Avellino) nel 1917. Si forma inizialmente ad Avellino dove consegue il diploma di licenza alla Reale Scuola d’Arte per la ceramica e fa le sue prime esperienze futuriste. A Napoli frequenta il Regio Istituito di Arte e nel 1936 di diploma maestro d’arte in ceramica. Poi si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Napoli dove si diploma in pittura nel 1940 con Mino Maccari e subito e' scelto per partecipare alla XXII Biennale di Venezia. Nel Dopoguerra la sua attivita' e' molto prolifica ed espone a Roma, Venezia, Milano, Potsdam, Liesborn, Zurigo, Barcellona, Patrasso e Budapest. Realizza le prime opere di strappo dai muri di Catanzaro bombardata nel 1943. Dagli anni ‘60 abbandona la ceramica e si avvicina ai nuovi materiali come la plastica e i materiali di scarto.
Leone nel corso della sua carriera artistica e' stato anche poeta e scrittore e direttore di quattro istituti d’arte e ha frequentato artisti e critici come Carlo Levi, Manlio Rossi Doria, Leonardo Sinisgalli, Alfonso Gatto, Ugo Piscopo, Domenico Rea, Alessandro Carandente, Franco Solmi.
Guglielmo Mozzoni
Il percorso di Guglielmo Mozzoni nelle arti visive si integra ed e' parallelo a quello svolto nel campo dell’architettura. Nato a Milano nel 1915 e laureatosi nel 1939 presso il Politecnico si occupa per un lungo periodo di progetti architettonici nell’ambito della cultura razionalista allora considerata come frontiera linguistica. Contemporaneamente continua a disegnare con grafia ironica, a dipingere i temi fondamentali della sua esistenza e a tracciare acquarelli di viaggio. Realizza l’Automobil Club di Milano nel 1950, gli stabilimenti farmaceutici Carlo Erba e il complesso Mattamondo a Costantinopoli, la Villa della Zelata per la sua futura moglie Giulia Maria Crespi, il villaggio antisismico a Lusevera in Friuli e La Sfera ad Abudabi. Domus gli dedica una copertina gia' negli anni ’50. Ma la sua attivita' non si limita alla progettazione, spazia fra pubblicistica e arti visive, dove opera in modo particolare nell’ambito delle istallazioni.
L’opera esposta e' costituita da una istallazione in sagome di legno che rappresentano la storia complessiva del baco da seta.
Hanno scritto di lui Giorgio Galli, Gaspare Barbiellini Amidei, Alfredo Todisco, Stefano Boeri, Massimo Cacciari, Marco Romano.
Clemen Parrocchetti
Nata a Milano nel 1923, dove vive e lavora, Clemen Parrocchetti si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1955. La sua prima personale e' del 1957 presso la Galleria Spotorno di Milano. Negli anni Sessanta espone in diverse importanti gallerie milanesi. Negli anni Settanta, come reazione a un’educazione severa e tradizionalista, partecipa attivamente al movimento di liberazione della donna: nelle opere di quegli anni l’artista utilizza per lo piu' materiali come aghi, spilli, fili, rocchetti, perline, spolette, per composizioni allusive all’universo femminile. Significativa la mostra alla Galleria Shubert nel 1973. Nel 1977 vince il Premio Pirandello di Agrigento, nel 1978 partecipa alla XXXVIII Biennale di Venezia e nel 1979 ha una personale a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. In quegli anni i suoi lavori d’avanguardia vengono esposti in mostre personali ad Amburgo, a Vienna, a Bilbao e a Ottawa. Nel 1988 partecipa alla mostra collettiva Femmes Artistes al Grand Palais di Parigi. Torna alla ribalta in una mostra presso la Galleria Blanchaert nel 1998. L’ultima importante esposizione al Museo di Storia Naturale di Milano nel 2003 e la partecipazione alla mostra Sul Filo della Lana a Biella nel 2005. Hanno scritto di lei: Rossana Bossaglia, Giorgio Kaisserlian, Dino Buzzati, Mario De Micheli, Raffaele De Grada, Anty Pansera.
Marinella Marinelli Pirelli
Nasce a Verona nel 1925, compie studi classici a Belluno e si iscrive all’Universita' di Lettere e Filosofia a Padova, ma alle porte della laurea decide di non completare il ciclo di studi per non rischiare di dover abbandonare la pittura e dedicarsi al insegnamento per guadagnare.
Finita la guerra nel 1947 si trasferisce a Milano dove lavora come costumista,scenografa e attrice con Fantasio Piccoli, Aldo Trionfo e Romolo Valli. Nel 1950 e' a Roma dove lavora alla produzione di cartoni animati e conosce l’ambiente del cinema. Nel 1953 sposa Giovanni Pirelli, ha 2 figli, Francesco che lavora tuttora in Pirelli e Pietro, compositore.
Nel 1960 si stabilisce a Varese mantenendo contatti con Roma dove nel suo studio granaio s’incontrano spesso Consagra,Turcato, Scarpita, Kounellis, Cerroli, Marotta, Merz, Icaro,Calzolari, Achille Bonito Oliva e Carmelo Bene.
Nel 1973 muore in un tragico incidente stradale il marito Giovanni e Marinella si trasferisce a coltivare le pesche nella provincia di Verona. Il filo conduttore della sua vita d’artista nei momenti felici e tragici e' stato il disegno quotidiano e la ripresa cinematografica intesa come appunti di una vita.
Oggi vive e lavora nella sua casa di Varese.
Marinella ha esposto nel 1947 ad Auronzo (Belluno) al Premio Nazionale e nel 1949 alla Bevilacqua La Masa di Venezia.
E’ del 1951 il Premio Nazionale Parigi a Cortina.
Nel 1959 partecipa al VIII Quadriennale di Roma.
Nel 1960 Guttuso la presenta nella prima personale alla Galleria delle Ore a Milano.
In questo periodo inizia la ricerca di assoluta avanguardia nel campo del “Cine,Luce,Ambiente". Nel 1968 mostra le sue proiezioni alla Galleria Cristian Stein a Torino. Nel 1969 e' a Milano con una personale alla Galleria de Neubourg di Franco Toselli presentata da Tommaso Trini. Questa e' la prima installazione di film-ambiente che proporra' nello stesso anno nella Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma.
Nel 1970 e' a Napoli con una personale da Lucio Amelio.
Successivamente e' a Dusseldorf , Prospekt ‘71, e l’anno successivo Achille Bonito Oliva presenta una sua personale da Mazzoli a Modena.
Nel 1972 e' a Berlino con Lucio Amelio.
Nel 1974 e' a Basilea al Film Program der Art.
Nel 2003 Giuseppe Panza di Biumo riscopre dopo quasi 30 anni di silenzio Marinella che non aveva mai smesso di lavorare. Angela Vettese e Philippe Daverio presentano la mostra con una personale a Villa Panza (Varese). Nello stesso anno a San Paolo in Brasile al MAM (Museo di Arte Moderna)viene presentata una personale.
Nel 2004 al Museo della Permanente a Milano, un’altra personale presentata da Francesco Poli , Philippe Daverio e Roberto Borghi.
Nel 2005 partecipa alla mostra “Sul Filo della Lana" a Biella.
Fra gli altri hanno scritto di lei: Leonardo Borgese,Renato Guttuso, Mario Bernardo, Achille Bonito Oliva, Tommaso Trini, Flaminio Gualdoni, Giuseppe Panza di Biumo, Angela Vettese, Roberto Borghi, Francesco Poli, Martina Corniati e Gian Marco Walch
Palazzo Saraceni
Uno degli edifici piu' interessanti del Rinascimento bolognese tra XV e XVI secolo, il palazzo testimonia nel disegno della facciata l'incontro tra la tradizione bolognese e le novita' architettoniche provenienti da Firenze. La geometrica visione d'impronta brunelleschiana si fonde con una ricca decorazione in terracotta, alternandosi all'arenaria dei capitelli del portico, scolpiti con varie combinazioni di elementi fitomorfici.
Gia' dimora agli inizi del '500 di Antonio Saraceni, vide tra i suoi ospiti illustri due ambasciatori veneti al seguito di papa Giulio II. Passato nel 1930 alla Cassa di Risparmio di Bologna, fu internamente restaurato e arredato seguendo il gusto di revival neorinascimentale tipico dell'epoca e un'ideale programma di “arte totale" che si esplicava nell'accordare il gusto delle decorazioni con gli affreschi, gli arredi e l'intera mobilia fino alle lampade.
A pianterreno fu ricostruito un antico soffitto ligneo a cassettoni, mentre una copia del Mercurio di Giambologna veniva collocata nello scalone, decorato da una elegantissima galleria a “grottesche" di Roberto Franzoni, autore anche dei grandi riquadri simbolici del Salone d'onore.
Palazzo Saraceni
via Farini 15 - Bologna
Apertura: sabato 28 gennaio, dalle ore 20.00 alle ore 24.00; domenica 29 gennaio dalle ore 18.30 alle ore 22.00