Visage d'Albanie
Visage d'Albanie
patrocinio Commision National mone'gasque pour l'UNESCO
console Giusseppe Durazzo Montecarlo
opere sposte 45 . rapresentano la visione europea del arte balkanica e
Albanese
Goethe diceva
“ Attimo, fermati sei bello!"
Fermare la pittura di Artan e' impossibile, appena ne comprendiamo
il senso ecco che il tutto ci sembra sfuggire e lui ha gia'
creato qualcosa di nuovo.
In questo giovane artista (puo' forse essere chiamato giovane un pittore
con alle spalle oltre centotrenta mostre?), personalmente ritrovo i temi
fondanti
della mia (nostra) mitologia albanese, cosi' simile a quelle balcaniche
ed elleniche, eppure cosi' diversa, unica.
Il tema del (grande) Destino ampliato a livello cosmico, quello di
Ulisse oggi vivo negli occhi dei migranti, la casa nel mondo, la terra
il cielo e il mare nelle loro accezioni divine e simboliche, le
strade che da sempre uniscono verso qualcuno e allontanano da qualcun
altro, gli uomini e il loro rapporti .
In un’epoca come la nostra, segnata dal dominio della tecnica
organizzata sull’uomo, assume per contrasto ancor piu' valore la grande
arte, e l’arte di Artan altro non e' che una visione piu' vicina
all’essenza stessa delle cose del/nel mondo.
Dice Heidegger a proposito degli zoccoli di Van Gogh:" un paio di
scarpe contadine e nulla piu'. E tuttavia…" e tuttavia “un mondo"
aggiungiamo noi.
Quest’inesprimibile noi lo troviamo nei meravigliosi paesaggi di Artan,
nella potente serie degli “Homo balcanicus" in cui sofferenza e dignita'
levigano volti di contadini e di principi
Nell’ultima serie di lavori di Artan troviamo un’astrazione dei
concetti sempre piu' carica di simboli e meno attinente al “reale"
visivo (visto). Tutto questo non e' una semplice accettazione di certe
mode
odierne (postmoderne da sempre) ma il risultato di un sentito,
personale e sofferto percorso dello Spirito.
E’ quindi nel concetto di “espressione di un mondo" e nel perpetuo
legame tra particolare e universale che risiede la potenza Tragica
dell’arte di Artan Shabani.
Ques’artista , migrante dell’arte e apolide dell’esistenza parla di
ricordi lontani con la nostra stessa lingua.
Dove risuona il grande destino?
“Difficilmente abbandona,
cio' che vicino all’origine abita, il luogo"
Horderlin da “La migrazione"
Inaugurazione: 20 gennaio
Banques
3 rue Princesse Florestine - Principato di Monaco
Ingresso libero