Tradizione e astrazione in Russia 1896 - 1921. Questa nuova mostra dedicata a Wassily Kandinsky presenta oltre novanta opere tra dipinti su tela, acquarelli, disegni e incisioni provenienti dalla Galleria Tret'jakov di Mosca e da altri musei russi, oltre che dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e da varie raccolte private.
Tradizione e astrazione in Russia 1896 - 1921
Questa nuova mostra dedicata a Wassily Kandinsky presenta
oltre novanta opere tra dipinti su tela, acquarelli, disegni e
incisioni provenienti dalla Galleria Tret'jakov di Mosca e da altri
musei russi, oltre che dalla Collezione Peggy Guggenheim di
Venezia e da varie raccolte private.
La rassegna inizia dal 1896, anno in cui Kandinsky, ormai
trentenne (nato a Odessa nel 1866), laureato in legge, sposato
con la cugina Anja Shemjakina, abbandona la carriera
universitaria e si trasferisce a Monaco di Baviera per dedicarsi
esclusivamente e per sempre all'arte. E termina nel 1921, anno in
cui da Mosca (dove era tornato nel 1914) riparte per la
Germania, dove il clima del Bauhaus influenzerà la sua ricerca
verso una progressiva geometrizzazione del segno.
Il percorso espositivo tiene conto di tre diversi piani di lettura.
Il primo di essi, monografico, presenta l'evoluzione stilistica di
Kandinsky dalle prime prove ancora naturalistiche alla conquista
dell'astrazione.
Il secondo rimanda al panorama artistico russo che fa da sfondo,
in termini ora antagonistici ora invece di consonanza rispetto al
suo lavoro. Sono presenti quindi le opere di artisti di gusto
simbolista come Victor Borissov-Mussatov, fauvisti come Il'ja
Machkov e astrattisti come Kazimir Malevich o Aleksandr
Rodchenko. Tra le opere più significative in questo senso si
possono citare I danzatori (1908) di Michail Malevich,
Composizione astratta (1916) di Olga Rozanova, Il pavone
sotto il sole splendente (1911) di Natalja Goncharova, La casa
tra le montagne (1912) di Alexej Jawlensky, Architettura
pittorica (1916-17) di Ljubov Popova, Composizione 86
(1919) di Aleksandr Rodchenko.
Infine viene presentata l'eredità culturale russa attraverso una
serie significativa di icone del XVII secolo e oggetti della
tradizione popolare russa che costituiscono un punto di
riferimento per gli artisti dell'avanguardia.
Il superamento del realismo accademico ottocentesco e la
conquista di nuovi linguaggi figurativi avviene infatti attraverso la
suggestione del primitivismo e del folklore nazionale. Temi come
san Giorgio che lotta con il drago o l'ascesa di Elia sul carro di
fuoco vengono trasformati da Kandinsky in emblemi personali e
in nuove forme non figurative. Ma in Kandinsky tradizione e
astrazione alludono anche a un'oscillazione (presente fino al
1917-18 nella sua arte) tra piano figurativo e piano astratto, che
ora si contrappongono, ora si giustappongono.
Accanto a opere pienamente non-oggettive si notano infatti molti
lavori figurativi che non sono solamente e semplicemente degli
antecedenti alle invenzioni astratte.
Fulcro dell'esposizione è la Composizione VII, capolavoro
indiscusso della stagione astratta espressionista, la più importante
e misteriosa delle dieci ''composizioni'' create da Kandinsky
nell'arco della sua attività . L'artista dipinse questo quadro a
Monaco nel novembre 1913, anno in cui videro la luce altre
grandi opere come Composizione VI e Quadro con il bordo
bianco. Tuttavia la complessa elaborazione della Composizione
VII, interpretabile come una sorta di Giudizio universale,
attribuisce a quest'opera un carattere del tutto speciale: ultima
delle grandi creazioni espressioniste, essa riassume in sé le idee e
le convinzioni di Kandinsky negli anni più accesi della sua
battaglia a favore dell'arte astratta.
Il termine "composizione" designa per Kandinsky un'opera
portata a termine dopo un lungo lavoro di elaborazione, come
annota lui stesso: "Espressioni che si formano in me in modo
particolarmente lento, le quali, dopo i primi abbozzi, vengono da
me esaminate e rielaborate a lungo in modo quasi pedantesco."
Per la Composizione VII, in effetti, l'artista realizzò circa trenta
studi preparatori, dal disegno schematico al grande bozzetto a
olio.
Culmine, dunque, del percorso di Kandinsky verso l'astrazione, la
Composizione VII segna a suo modo un confine che le vicende
storiche e biografiche evidenzieranno in maniera drammatica,
costringendo l'artista a ritornare, concretamente e
metaforicamente sui suoi passi.
I primi anni del secondo soggiorno nell'amata Mosca vedono
infatti Kandinsky affidarsi nuovamente alla figurazione e
riprendere quei generi, come il paesaggio o le scene di tema
fiabesco, che avevano contrassegnato la sua prima produzione,
mentre intorno a lui le ricerche dell'avanguardia russa, con i
suprematisti e i costruttivisti, toccavano nuove soglie dell'arte
non-oggettiva. L'artista in Russia rielabora quindi il proprio
linguaggio di forme astratte confrontandosi con le soluzioni
contemporanee.
In mostra si potranno ammirare anche altri importantissimi dipinti
di Kandinsky, come Cupole (1909), Improvvisazione VII
(1910), Arabi III (1911), Oriente II (1913), oltre a diverse
opere su carta, tra cui alcune serie grafiche realizzate agli esordi
della sua attività , come Poesie senza parole del 1903.
Immagine: Wassily Kandinsky, Mosca I (Piazza Rossa), 1916
Orario: 10-19.30; martedì e giovedì 10-22.30; lunedì chiuso
Fondazione Antonio Mazzotta - Foro Buonaparte 50 - Milano