Fondazione Antonio Mazzotta
Milano
foro Buonaparte, 50
02 878197 FAX 02 8693046
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Wassily Kandinsky
dal 16/2/2001 al 10/6/2001
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Fondazione Mazzotta



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Wassily Kandinsky



 
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16/2/2001

Wassily Kandinsky

Fondazione Antonio Mazzotta, Milano

Tradizione e astrazione in Russia 1896 - 1921. Questa nuova mostra dedicata a Wassily Kandinsky presenta oltre novanta opere tra dipinti su tela, acquarelli, disegni e incisioni provenienti dalla Galleria Tret'jakov di Mosca e da altri musei russi, oltre che dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e da varie raccolte private.


comunicato stampa

Tradizione e astrazione in Russia 1896 - 1921

Questa nuova mostra dedicata a Wassily Kandinsky presenta oltre novanta opere tra dipinti su tela, acquarelli, disegni e incisioni provenienti dalla Galleria Tret'jakov di Mosca e da altri musei russi, oltre che dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e da varie raccolte private. La rassegna inizia dal 1896, anno in cui Kandinsky, ormai trentenne (nato a Odessa nel 1866), laureato in legge, sposato con la cugina Anja Shemjakina, abbandona la carriera universitaria e si trasferisce a Monaco di Baviera per dedicarsi esclusivamente e per sempre all'arte. E termina nel 1921, anno in cui da Mosca (dove era tornato nel 1914) riparte per la Germania, dove il clima del Bauhaus influenzerà la sua ricerca verso una progressiva geometrizzazione del segno. Il percorso espositivo tiene conto di tre diversi piani di lettura. Il primo di essi, monografico, presenta l'evoluzione stilistica di Kandinsky dalle prime prove ancora naturalistiche alla conquista dell'astrazione.
Il secondo rimanda al panorama artistico russo che fa da sfondo, in termini ora antagonistici ora invece di consonanza rispetto al suo lavoro. Sono presenti quindi le opere di artisti di gusto simbolista come Victor Borissov-Mussatov, fauvisti come Il'ja Machkov e astrattisti come Kazimir Malevich o Aleksandr Rodchenko. Tra le opere più significative in questo senso si possono citare I danzatori (1908) di Michail Malevich, Composizione astratta (1916) di Olga Rozanova, Il pavone sotto il sole splendente (1911) di Natalja Goncharova, La casa tra le montagne (1912) di Alexej Jawlensky, Architettura pittorica (1916-17) di Ljubov Popova, Composizione 86 (1919) di Aleksandr Rodchenko.
Infine viene presentata l'eredità culturale russa attraverso una serie significativa di icone del XVII secolo e oggetti della tradizione popolare russa che costituiscono un punto di riferimento per gli artisti dell'avanguardia.
Il superamento del realismo accademico ottocentesco e la conquista di nuovi linguaggi figurativi avviene infatti attraverso la suggestione del primitivismo e del folklore nazionale. Temi come san Giorgio che lotta con il drago o l'ascesa di Elia sul carro di fuoco vengono trasformati da Kandinsky in emblemi personali e in nuove forme non figurative. Ma in Kandinsky tradizione e astrazione alludono anche a un'oscillazione (presente fino al 1917-18 nella sua arte) tra piano figurativo e piano astratto, che ora si contrappongono, ora si giustappongono.
Accanto a opere pienamente non-oggettive si notano infatti molti lavori figurativi che non sono solamente e semplicemente degli antecedenti alle invenzioni astratte. Fulcro dell'esposizione è la Composizione VII, capolavoro indiscusso della stagione astratta espressionista, la più importante e misteriosa delle dieci ''composizioni'' create da Kandinsky nell'arco della sua attività. L'artista dipinse questo quadro a Monaco nel novembre 1913, anno in cui videro la luce altre grandi opere come Composizione VI e Quadro con il bordo bianco. Tuttavia la complessa elaborazione della Composizione VII, interpretabile come una sorta di Giudizio universale, attribuisce a quest'opera un carattere del tutto speciale: ultima delle grandi creazioni espressioniste, essa riassume in sé le idee e le convinzioni di Kandinsky negli anni più accesi della sua battaglia a favore dell'arte astratta.
Il termine "composizione" designa per Kandinsky un'opera portata a termine dopo un lungo lavoro di elaborazione, come annota lui stesso: "Espressioni che si formano in me in modo particolarmente lento, le quali, dopo i primi abbozzi, vengono da me esaminate e rielaborate a lungo in modo quasi pedantesco." Per la Composizione VII, in effetti, l'artista realizzò circa trenta studi preparatori, dal disegno schematico al grande bozzetto a olio. Culmine, dunque, del percorso di Kandinsky verso l'astrazione, la Composizione VII segna a suo modo un confine che le vicende storiche e biografiche evidenzieranno in maniera drammatica, costringendo l'artista a ritornare, concretamente e metaforicamente sui suoi passi. I primi anni del secondo soggiorno nell'amata Mosca vedono infatti Kandinsky affidarsi nuovamente alla figurazione e riprendere quei generi, come il paesaggio o le scene di tema fiabesco, che avevano contrassegnato la sua prima produzione, mentre intorno a lui le ricerche dell'avanguardia russa, con i suprematisti e i costruttivisti, toccavano nuove soglie dell'arte non-oggettiva. L'artista in Russia rielabora quindi il proprio linguaggio di forme astratte confrontandosi con le soluzioni contemporanee. In mostra si potranno ammirare anche altri importantissimi dipinti di Kandinsky, come Cupole (1909), Improvvisazione VII (1910), Arabi III (1911), Oriente II (1913), oltre a diverse opere su carta, tra cui alcune serie grafiche realizzate agli esordi della sua attività, come Poesie senza parole del 1903.

Immagine: Wassily Kandinsky, Mosca I (Piazza Rossa), 1916

Orario: 10-19.30; martedì e giovedì 10-22.30; lunedì chiuso

Fondazione Antonio Mazzotta - Foro Buonaparte 50 - Milano

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Marco Bagnoli
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