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23/2/2001

Germania

Palazzo delle Papesse, Siena

A cura di Barbara Steiner e Gianfranco Maraniello. Nuovo appuntamento de Le repubbliche dell'arte con una mostra dedicata all'arte contemporanea tedesca. Tra i Paesi finora invitati: l'Olanda, la Svizzera e, di recente, Israele e Palestina. Queste nazioni hanno in comune un'identita ibrida: la tollerante e multietnica Olanda, la Svizzera in quanto paese trilingue, Israele e Palestina, la cui reciproca influenza disturba costantemente il rispettivo desiderio di identita'. E ora la Germania, con la nuova e forte immagine che sta costruendo di se stessa.


comunicato stampa

Le repubbliche dell'arte. A cura di Barbara Steiner e Gianfranco Maraniello

Nuovo appuntamento de Le repubbliche dell'arte con una mostra dedicata all'arte contemporanea tedesca. Tra i Paesi finora invitati: l'Olanda, la Svizzera e, di recente, Israele e Palestina. Queste nazioni hanno in comune un'identita ibrida: la tollerante e multietnica Olanda, la Svizzera in quanto paese trilingue, Israele e Palestina, la cui reciproca influenza disturba costantemente il rispettivo desiderio di identità. E ora la Germania, con la nuova e forte immagine che sta costruendo di se stessa.

La mostra intende esplorare le contraddizioni di un'esposizione "nazionale". Parlare di "Arte Tedesca" non é senza conseguenze. Assumere come comune denominatore una limitazione geografica rischia infatti di sostenere strategie ideologiche o di promozione commerciale della produzione economica e culturale di un Paese. Un approccio critico non ha il compito di negare o contraddire tali dinamiche, ma di interrogarle. La mostra deve dunque scontare un paradosso: fare questione di cio' che sta esibendo. E proprio sulla costruzione di un'identità, sull'arbitrarietà dei confini di uno stato, sul carattere retorico delle immagini e sui clichés nazionalistici operano gli artisti invitati. Tra questi ci saranno alcuni (come Rirkrit Tiravanija, Anny e Sibel Öztürk, Sean Snyder o i danesi del gruppo Superflex) che non sono tedeschi di nascita, ma che hanno scelto di vivere in Germania o il cui lavoro si rivolge in maniera diretta alla società tedesca nel tentativo di instaurare un dialogo tra culture diverse.

Artisti come Rirkrit Tiravanija o Anny e Sibel Öztürk combinano diversi background culturali. Tiravanija, ad esempio, cucinando Flädlesuppe (una zuppa con strisce di pancake) nella città di Amburgo, ha compiuto una doppia miscelazione di culture. Da un lato ha introdotto nel nord della Germania un piatto che considera "tipicamente" tedesco ma che è meridionale, dall'altro, in quanto artista di origini tailandesi, ha reso la zuppa molto speziata. Così è successo a Ludwigsburg, dove preparava i "Maultaschen", una tipico piatto regionale, cucinandolo pero' con l'esotico latte di cocco. Anny e Sibel Öztürk ricostruiscono un interno domestico della ex DDR a partire dall'idea che se ne sono fatte sulla base dei film che hanno visto in TV. I gemelli Uwe e Gert Tobias, che lavorano sotto lo pseudonimo di Tobias Z., sono originari di Siebenbyrgen, un'area tedesca della Romania. A Siena presentano "Neustadt" (Romania), un'opera che confronta immagini e storie dei due artisti e dei loro familiari con la situazione locale. Gabriele Basilico fotografa le architetture di Berlino Est restituendo un'immagine fredda, ma al tempo stesso straziante della recente storia tedesca. Jeanne Faust si é invece recata in Bavaria (regione d'origine del padre e del nonno) per realizzare fotografie quali fotogrammi di un possibile film che deve molto a "Heimat" e soprattutto a Fassbinder. Nel lavoro di questi artisti si incontrano prospettive differenti: esperienze personali, memorie, storie raccontate da altri o lette da qualche parte; il passato e il presente si mescolano fino a non poter più essere distinti e l'identità etica diviene una costruzione a cui partecipano persone diverse.

La memoria gioca un ruolo importante anche nelle "mappe mentali" di Franz Ackermann. Il suo sguardo sulla situazione urbanistica é il risultato di differenti immagini di viaggi che ricorda e che combina nelle proprie opere. Sean Snyder è interessato agli spazi urbani e alle loro implicazioni politiche ed economiche connesse a immagini prefabbricate. Monica Bonvicini esamina i moduli prodotti dall'architettura moderna focalizzando la propria attenzione sul ruolo (oppresso) delle donne. Eva Hertzsch e Adam Page si confrontano proprio con l'immagine della città di Siena: una città storica, antica e con il divieto di circolazione per le automobili. Realizzano quindi un falso ma verosimile ingresso di garage sulla facciata posteriore del Palazzo delle Papesse quale simbolo di privilegio sociale ed economico. "Revolution Non Stop" di Christoph Schsfer è invece un film dedicato alla città di Amburgo e alla sua immagine ripulita, prodotto di idee neoliberistiche, affrontando alcuni cliché della politica della sinistra tedesca. Cliché di discorsi economici vengono ripresi anche da John Bock per operarne un rovesciamento nelle sue lezioni-performance di pseudo-economia. Plamen Dejanov & Swetlana Heger hanno collaborato con la BMW per un anno. Ogni spazio espositivo e ogni pagina dei cataloghi a disposizione di Dejanov ed Heger sono stati offerti alla casa automobilistica tedesca. I responsabili della BMW hanno dovuto decidere i modi di presentazione (contenuti ed estetica) e di rappresentazione della compagnia in ambiti solitamente non destinati all'industria.

Johannes Wohnseifer prende in esame immagini prodotte da musica, TV e arte mescolandole nei propri originali collages. Alexander GyÖrfi lavora sui cloni e sui sosia (il raddoppio delle immagini) ed esamina la relazione fra una possibile identità personale/genetica e la superficie di una immagine popolare. Daniel Roth collega spazi differenti e racconta, per frammenti, storie che si riferiscono a passaggi segreti e luoghi misteriosi tratti dalla letteratura (popolare) e da vari film d'azione.

Antje Schiffers si interessa al rapporto pieno di desiderio tra Italia e Germania. Il suo viaggio verso Siena si basa su uno scambio di beni: il suo talento artistico (vale a dire l'idea che la gente ha degli artisti) è offerto in cambio di un corso di lingua italiana, di pernottamenti in hotels, di cibo, di un'auto e così via. I pezzi che essa produce per i suoi committenti verranno poi esposti a Siena insieme con le informazioni sul processo di scambio attuato. Uno dei temi a monte del suo progetto è "il viaggio in Italia" che molti artisti e scrittori tedeschi hanno compiuto durante i secoli scorsi.

Christian Jankowski esamina immagini diverse connesse con l'idea di creatività dell'artista. Ha sia consultato uno psicoanalista per superare la propria personale crisi (creativa) che domandato a chiaroveggenti di parlargli della sua carriera futura. Rupprecht Matthies è interessato alle diverse idee che gli italiani proiettano sulla Germania e i tedeschi sull'Italia, idee che sono connesse a nozioni stereotipiche. Si mette così alla ricerca delle parole tedesche/italiane più comunemente usate (come "Ehre", "Pflicht" o "amore", "la dolce vita") e rese quasi prive di contenuto dalla banalizzazione della retorica e le impiega come matrici o modelli per sculture o stampe. Anke Haarmann solleva la questione del potenziale delle immagini prefabbricate con cui siamo costantemente confrontati guardando la TV, i films ecc. I suoi progetti sono delle cooperazioni (sotto lo pseudonimo di AHA) con bambini tedeschi e turchi o con frequentatori di fitness-centers tedeschi. Con quest'ultimo lavoro l'artista ha affrontato il tema della costruzione del corpo e, in senso lato, di un'identità attraverso il confronto fra modelli già esistenti e una appropriazione soggettiva. Anche i Superflex sono interessati a lavorare in collaborazione: dialogando con la numerosa comunità italiana di Wolfsburg hanno realizzato, all'interno del loro progetto "Wolfsburg2", una versione virtuale della città reale. Dorothee Albrecht sarà in tour col suo minibus. Sotto l'etichetta di "net.tours" offre una piattaforma e la strumentazione video perché altre persone possano presentare le proprie idee e le proprie opere.


ARTISTI: Franz Ackermann, Dorothee Albrecht, John Bock, Monica Bonvicini, Plamen Dejanov & Swetlana Heger, Jeanne Faust, Alexander GyÖrfi, AHA (Anke Haarmann), Christine Hill, Christian Jankowski, Rupprecht Matthies, Anny e Sibel Öztürk, Adam Page & Eva Hertzsch, Daniel Roth, Christoph Schäfer, Antje Schiffers, Sean Snyder, Superflex, Rirkrit Tiravanija, Tobias Z., Johannes Wohnseifer, Malika Ziouech e una serie di foto di Gabriele Basilico.

CATALOGO La mostra sarà accompagnata da un catalogo che, oltre alle immagini dei lavori esposti conterrà i testi dei curatori, le interviste agli artisti, i contributi di alcuni dei critici (italiani e tedeschi) più attenti e informati dell'ultima generazione. Il volume sarà arrichito da varie immagini e dai testi che gli artisti stessi hanno suggerito come motivo di ispirazione per i propri progetti realizzati appositamente per la città di Siena.


Immagine: Alexander Gyoerfi, Fun and Anger with Clones film stills

Inaugurazione: 24 febbraio 2001, ore 18.00

orari: feriali e festivi 12-19

costo dei biglietti: intero L. 9.000; ridotto L. 6.000

Palazzo delle Papesse, via di Città 126, Siena, Tel. 0577 47920

ufficio stampa Maria Cammelli, Chiara Calciolari, tel. 0577-226121 fax. 0577-42039;
e-mail: stampa.papesse@comune.siena.it

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