Galleria Nuova Artesegno
Udine
via Grazzano, 5
0432 512642 FAX 0432 229442
WEB
Mario Vespasiani
dal 15/2/2006 al 3/3/2006
Dal martedi' al sabato: 10-12.30 e 16-19.30

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Galleria Nuova Artesegno




 
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15/2/2006

Mario Vespasiani

Galleria Nuova Artesegno, Udine

Novevite. L'artista individua nel gatto una presenza rassicurante, una creatura con cui dialogare; ne avverte il fascino e analizza i lineamenti osservandolo nel suo studio per catturarne pose, evoluzioni, esiti espressivi da dipingere.


comunicato stampa

Novevite

a cura di Enzo Santese

Giovedi' 16 febbraio 2006 alle ore 18,30 la Galleria d'Arte “Nuova Artesegno" di Udine - Borgo Grazzano 5 - inaugura, nella propria sede la mostra personale dell'artista Mario Vespasiani curata da Enzo Santese.

“..I felini sono emblemi di vitalita' pura nell'universo naturale, in cui dominano per la capacita' di vivere la dimensione dello spazio rivelando riconoscibili peculiarita' in ambiti diversi: le dinamiche del comportamento, l'eleganza del movimento, la prontezza della reazione, l'occhio che taglia l'oscurita' come un raggio laser. Tutti fattori che fanno anche del piu' piccolo della famiglia, il gatto, un animale straordinariamente plastico.

Indubbiamente Mario Vespasiani ne avverte il fascino e analizza i lineamenti osservandolo nel suo studio per catturarne pose, evoluzioni, esiti "espressivi" da ritrarre in quadri, dove il piacere del dipingere confina la figura in un'aura di preludio alla completa astrattizzazione delle forme. L'artista individua nel gatto una presenza rassicurante, una creatura con cui dialogare; ha la sensazione di avere un compagno a cui confidare idealmente le proprie idee quando dipinge nel suo atelier, in quel paradiso marchigiano che e' Ripatransone, accoccolato in mezzo a case che hanno una storia evidente nella loro struttura e nelle loro facciate colorate di passato lontano. Osserva le movenze, ascolta i silenzi, interpreta i miagolii, lo elegge insomma a soggetto della propria indagine.

E' cosi' che il felino costituisce il combustibile per un'avventura della fantasia: cessa di essere la creatura che si aggira con l'autorita' di chi e' padrone del territorio dentro le mura domestiche, per incarnare l'idea della ferinita' legata all'eleganza e alla forza. Vespasiani si affida alla pittura per compiere questo viaggio metaforico nel paese dei grandi felini selvatici, in special modo la tigre. Amplifica la dimensione, ne esalta l'incedere ed ecco che la belva si installa nel bel mezzo dell'atelier, risultando a volte un gatto ingigantito dalla lente dell'affetto e dalla consuetudine di una convivenza quotidiana. Tanto piu' grande quanto si fa pretesto per una poetica impostata su una pittura, che fa aderire perfettamente taglio classico della stesura e complessita' operativa, in connessione di gesti e sovrapposizioni cromatiche.

Il taglio compositivo puo' incentrarsi anche su una porzione di muso, fissando lo sguardo, punto-luce, dentro una superficie dove i segni fisionomici evaporano verso un'astrazione, senza abbandonare mai il contorno della figura a cui si riferiscono. Ogni opera, rigorosamente quadrata, vive una sua autonoma valenza potendo essere posta in connessione con le altre, come sequenze non di un'azione in svolgimento, ma riflessi di una simbiosi di sentimenti. La capacita' di interagire delle figure tra loro risiede nella diversita' del colore dominante in ogni quadro; il lavorare per velature consente all'animale di emergere dal susseguirsi di impercettibili pellicole stratificate, dando l'illusione di una virtualita' verticale della pittura. In tal modo il tema trattato aggetta gradatamente e assume andamento tridimensionale, proprio perche' per sua definizione presenta una grande plasticita' per come si installa nella realta'.

Questo avviene anche in virtu' di una logica cromatica che esclude il bianco e nero e indugia invece su quelle tinte che, distese come in un lavoro con l'acquerello, fanno uscire il quadro dal buio della sua potenzialita' formativa per affermarsi come opera finita. La funzione del bianco e del nero e' puramente complementare, sottolinea in forma poco definita la ragione dell'ombra e la marcatura luminosa in un contesto dove l'immagine, come ripresa da un monitor, ferma l'azione su un'istantanea, dalla quale e' lecito attendersi uno sviluppo e sulla quale si puo' imbastire un prologo alla storia. Se il soggetto figurale si percepisce subito, l'opera avvince con la sua tematica, se invece si propone prima la pittura, allora si sviluppa un rapporto non mediato con il fruitore.

In ogni tela si afferma un solo colore che, pur dentro uno schermo monocromatico, evidenzia una serie cospicua di tonalita' affini, digradanti o ascendenti. Vespasiani fa vivere all'opera l'esito di un'affascinante ambiguita': da una parte le tinte, in genere calde, aggrediscono dando all'osservatore l'idea di un'accensione improvvisa, dall'altra, animali feroci come bestie, addomesticate dall'occhio dell'artista, si propongono allo sguardo con la loro tensione al gioco, inserite in un contesto di calda passionalita' e di rapporto intenso tra uomo e animale. Questo avviene grazie alla vernice finale che esalta l'effetto del quadro dando voce anche ai ruggiti espressi dalla pittura.. ...." Enzo Santese

Inaugurazione giovedi' 16 febbraio 2006 alle ore 18,30

Galleria D'Arte Nuova Artesegno
Borgo Grazzano 5 - Udine
Orari: dal martedi' al sabato: 10-12.30 e 16-19.30
Ingresso libero

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