Peppe Perone utilizza nelle sue sculture oggetti di uso comune: tubi di plastica e vetroresina che diventano colonne in tutto simili a castelli di sabbia. Nelle opere di Esther Stocker e' la trama il punto di partenza, portatore di idee visive e cognitive che si svolgono poi in dipinti.
Peppe Perone ed Esther Stocker
Giovedi' 16-02-2006 la galleria d’arte contemporanea 1/9 unosunove presenta la doppia personale degli artisti Peppe Perone (Rotondi 1972) ed Esther Stocker (Vienna 1974).
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Peppe Perone
Nelle sculture di Peppe Perone cio' che e' destinato ad essere trascurato, come degli oggetti di uso comune, appare come cio' che e' originario. Un labirinto di accostamenti cristallizzati nella sabbia, sospende il flusso di deperibilita' della materia uniformandone la superficie e scongiurandone la scomparsa.
Tubi di plastica e vetroresina diventano colonne di bicchieri di carta in tutto simili a castelli di sabbia, in cui l’immediatezza della percezione visiva permette di scorgere l’idea di una metropoli con fondamenta che poggiano su pilastri usa e getta.
Gli elementi della natura si riconoscono come citazioni dell’identita' geografica dell’artista le rane, i gechi, i pesci tante volte presenti nelle sculture appartengono agli spazi in cui Peppe vive e lavora, la finestra e' quella del suo studio che offre alla vista scenari naturalistici del tutto familiari.
Dal 2002 anno in cui si distingue come miglior giovane artista nella Sezione Anteprima del MiArt fino alla Anteprima presso il Palazzo Reale di Napoli della Quadriennale di Roma, la sabbia e' il vettore costante per la rappresentazione di oggetti che ancorche' legati al mondo privato appartengono in ogni caso al comune immaginario collettivo. (Chiara Vigliotti)
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Ester Stocker.
Esattezza incerta.
''Queste strutture non si possono vedere con uno sguardo - le si devono costeggiare con lo sguardo. Questo e' un principio che vale per la maggior parte delle opere della Stocker: la percezione globale - dunque la percezione di modelli, tessuti - viene sistematicamente resa difficoltosa fino a diventare impossibile, cosi' che l'osservatore deve cimentarsi nel riconoscimento delle forme '' (Thomas Amonn).
"Ci sono molte cose da dire sul concetto di trama, in riferimento alla mia pittura e riguarda la divisione di uguale valore di unita' ed e' in questo senso un sistema espansivo. La trama semplice e' un punto di partenza che diventa portatore di idee complesse visive e cognitive e definisce una forma non ieratica.
Un'idea del mio lavoro e' di dare forma ad una struttura modificabile all'interno delle sue proprie condizioni.
Un paradosso che mi ha a lungo affascinato e' quel carattere contraddittorio tale che disposizioni di forme geometricamente esatte possano condurre a fenomeni di percezione visiva del tutto ''incerti''. Cio' puo' essere prodotto da interventi minimi o da modificazioni all'interno di una struttura regolare come per esempio l'omissione di un angolo retto, differenziazione o semplice scostamento di alcune forme. Qui mi interessa soprattutto come la precisione di un sistema razionale e funzionale si contrapponga a cio' che e' approssimativo. Oppure piu' esattamente: l'incertezza di forme esatte.
Dove si trova il punto che tiene insieme una struttura, dove questa si rompe? Quando perdiamo il controllo nel produrre relazioni?“ (Esther Stocker)
Inaugurazione: Giovedi' 16-02-2006, alle ore 19.00
Galleria d’arte contemporanea 1/9 unosunove
Via degli Specchi, 20 (Palazzo Santacroce) - Roma
Orari: Martedi' - Sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00
Giovedi' dalle 15.00 alle 21.00 - la mattina su appuntamento.