60 dipinti e 20 tra disegni e carte colorate. L’esposizione presenta alcune delle opere piu' conosciute del maestro surrealista, come L’impero delle Luci, La buona fede o La fata ignorante. Magritte affermava "La pittura e' soltanto un mezzo che mi permette di portare alla luce un pensiero grazie all'utilizzo di elementi presi al mondo visibile". Il percorso espositivo e' organizzato in senso cronologico e tematico, le opere provengono dalle collezioni dei Musees Royaux des Beaux Arts del Belgio.
L'impero delle luci
A Villa Olmo, ottanta opere (sessanta dipinti a olio e venti tra disegni e carte colorate) del genio surrealista belga.
Quaranta lavori provengono dai Muse'es Royaux des Beaux Arts del Belgio, che conservano la collezione pubblica piu' importante al mondo di opere di Magritte, e che saranno visibili in Italia per l’ultima volta, prima della loro definitiva collocazione nel Museo Magritte di Bruxelles, nell’aprile 2007.
Dopo la mostra del 2004 Joan Miro'. Alchimista del segno che ha riscosso l’interesse di 76.000 visitatori, e l’evento Picasso. La seduzione del classico del 2005, che ha portato sulle rive del Lario oltre 77.000 persone, il Comune di Como propone per la primavera una nuova grande iniziativa.
Dal 25 marzo al 16 luglio 2006, infatti, nelle sale della settecentesca Villa Olmo si terra' la mostra <<RENE' MAGRITTE. L’impero delle luci>>, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como in collaborazione con la Fondation Magritte di Bruxelles e i Muse'es Royaux des Beaux Arts del Belgio, con il contributo di Poste Italiane, Vodafone, Bayer, Fondazione Corriere della Sera. Il coordinamento organizzativo e' affidato a CSU.
La rassegna, curata da Michel Draguet, direttore generale dei Muse'es Royaux des Beaux Arts del Belgio, e Maria Lluisa Borra's, raccogliera' sessanta dipinti a olio e venti tra disegni e lettere illustrate realizzati dal genio surrealista tra il 1925 e il 1967, quaranta dei quali provenienti dai Muse'es Royaux des Beaux Arts del Belgio, che conservano la collezione pubblica piu' importante al mondo di opere di Magritte, e che saranno visibili in Italia per l’ultima volta, prima della loro definitiva collocazione nel Museo Magritte di Bruxelles, nell’aprile 2007.
Secondo Charly Herscovici, Presidente della Fondation Rene' Magritte, la mostra di Villa Olmo rappresentera' “un evento nella storia delle esposizioni surrealiste in Italia".
Come evidenzia l’Assessore alla Cultura del Comune di Como, Sergio Gaddi, che ha fortemente voluto l’evento seguendolo personalmente in ogni dettaglio, “Magritte a Como e' un ‘progetto culturale integrato’, aperto alla letteratura, alla poesia, al teatro. Negli ultimi 25 anni e' stato possibile vedere il maestro del surrealismo in Italia solo due volte. La grande mostra di Como e' il frutto di relazioni strettissime con la comunita' scientifica internazionale. La cultura, sulla quale stiamo puntando con decisione, e' l’identita' stessa del nostro Paese oltre che il motore della nuova economia urbana".
L’esposizione, che presentera' alcune delle opere piu' conosciute del maestro belga, come L’impero delle Luci, La buona fede o La fata ignorante, muove i propri passi dall’asserto magrittiano, secondo cui “La pittura e' soltanto un mezzo che mi permette di portare alla luce un pensiero grazie all’utilizzo di elementi presi al mondo visibile".
Magritte, infatti, riteneva, come Leonardo, che la pittura fosse una 'cosa mentale’, una proposta di riflessione o un’idea che deve prendere forma attraverso di essa, mantenendosi entro i limiti della riproduzione del mondo visibile. Cio' che rende diversa la sua pittura e' la rappresentazione circoscritta ad ambienti quotidiani, riprodotti con la massima fedelta', con lo scopo di provocare una riflessione che metta in discussione cio' che si da' per scontato. Inoltre pretende, in questo modo, di rendere visibile la poesia e di trasformare il mondo comune in un universo poetico.
Nella sua iconografia, seppur molto varia ed ampia, e' facile riscontrare tali “cose visibili": i nuvolosi cieli del nord - che fecero coniare a Max Ernst il motto “Fa un tempo Magritte" - il mare e l’aperta campagna; gli alberi e il bosco, i notturni, i sobborghi; un certo stereotipo di borghesia dell’epoca, belle e languide dame e l’uomo vestito di nero con bombetta; uccelli e colombi; fiori e oggetti comuni come case, sonagli, balconi, sfere, mele.
Il punto di partenza del percorso espositivo, giostrato su un doppio binario cronologico e tematico, e' rappresentato da Lo scudiere, opera che puo' essere considerata come un “Magritte prima di Magritte", nella quale si accosta al naturalismo una costruzione cubista.
La sua produzione e' spesso intrisa di mistero. Come lui stesso ricordava, “Io mi sforzo di non dipingere se non immagini che evochino il mistero del mondo. Perche' cio' sia possibile, devo cessare d’identificarmi con idee, sentimenti, sensazioni".
In Personaggio che medita sulla follia del 1928, nonostante l’opera sia composta da elementi banali, trasmette una sensazione di attesa angosciata di qualcosa che incombe. Angoscia che gli proveniva a volte dai ricordi tragici della propria esistenza, come la rievocazione del suicidio della madre, che nel 1912 fu trovata annegata in un fiume con la testa avvolta nella camicia da notte. A seguito di questo tragico avvenimento, dipinge la forma di una testa coperta con un drappo bianco o lo stesso soggetto nascosto da una sorta di lenzuolo.
Nel suo processo di assimilazione delle tematiche surrealiste, Magritte si avvicina, nel 1927, alla tecnica del collage, fortemente utilizzata da Max Ernst che rappresentava un “incontro fortuito di due realta' incompatibili, su un piano estraneo ad entrambi". Allo stesso modo, Magritte affianca in pittura, immagini estratte dal quotidiano inserite in realta' contraddittorie o realta' apparenti, come nel Ritratto di Paul Nouge', o nel Matrimonio di mezzanotte, o ancora nel Supplizio della vestale, o nel Giocatore segreto.
Sono delle opere che giocano con il concetto surrealista della ‘metamorfosi’, in cui alcuni oggetti si trasformano in altri, come nell’Incendio, nell’Isola del Tesoro in cui le foglie degli albero che si tramutano in uccelli, o nel Sapore delle lacrime dove da un albero non nasce un fiore, ma un uccello con le nervature del corpo in forma di foglia.
Altro importante settore della mostra di Villa Olmo sara' riservato alla serie di lavori sul linguaggio che manifesta le sue riflessioni circa le diversita' esistenti tra il linguaggio plastico e quello scritto. Appartengono a questa sezione opere come La chiave dei sogni, una composizione divisa in quattro scomparti occupati da una borsa, un coltello, una foglia e una spugna, con le relative didascalie, La lettura proibita o la Voce dell’assoluto.
L’esposizione comasca dara' poi conto anche di un nucleo di lavori appartenenti al cosiddetto periodo Vache, di tendenze fauviste, realizzati durante la seconda guerra mondiale, caratterizzati da colori accesi e la cui tecnica ricorda il modo di dipingere di Renoir. Sono tele nate in reazione all’occupazione nazista che, secondo le parole dello stesso Magritte, “ha segnato una svolta nella mia arte... Vivo in un mondo estremamente sgradevole e la mia opera vuole essere una controffensiva".
Inoltre, saranno esposti dei disegni preparatori e una piccola sezione dedicata alle fotografie. Tra il 1928 e il 1955 Magritte scatta circa un centinaio di fotografie di vita privata. Sebbene non si possa ritenere che Magritte considerasse quelle fotografie alla stregua di quadri, tuttavia alcune meritano di essere prese in considerazione: le fotografie dei volti di alcuni amici dietro una maschera o quella del viso di Georgette sovrapposto al suo, oscurandolo, rivelano una delle inquietudini del pittore circa il visibile e l’invisibile.
Il catalogo sara' pubblicato da Ludion (€ 25 in mostra, € 30 in libreria)
Ufficio Stampa
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Immagine: Rene' Magritte, La lecture de'fendue, L'usage de la parole, 1936, olio su tela, cm 54,4 x 73,4
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PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Numero verde ripartito: tel. 848.800834
tel. 031.571979 - fax 031.3385561
Como, Villa Olmo (via Cantoni 1)
Orari: martedi', mercoledi' e giovedi' 9.00 - 20.00; venerdi', sabato e domenica 9.00 - 22.00.
Lunedi' chiuso (La biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietto intero: € 9
Biglietto ridotto: € 5 dai 6 ai 16 anni, over 65, studenti universitari, gruppi, soci A.C.I.
Visite guidate su prenotazione: per gruppi fino a 25 persone, € 100; scuole medie e superiori € 50; scuole elementari e materne € 35.
Audioguide: € 3