Artista-fotografo che, come William Eggleston e Wilmar Koenig, ha scelto il mezzo fotografico subendo la fascinazione del colore e della forma. In mostra "Velvet Revolution", la serie di lavori fotografici realizzati tra il 2000 e il 2003 in Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Ungheria, Polonia e Slovenia.
Velvet Revolution
PIAC/Piattaforma Internazionale Arte Contemporanea e' lieta di presentare Velvet Revolution, la prima mostra personale in Italia dell’artista tedesco Wolfgang Stahr (1969).
Il lavoro di Wolfgang Stahr si inserisce a pieno titolo tra le ricerche di artisti-fotografi come William Eggleston e Wilmar Koenig che hanno scelto il mezzo fotografico subendo la fascinazione del colore e della forma come strumenti fondamentali di espressione estetica.
I cicli di opere realizzati a partire dal 1995 - Employees Must Wash Hands Before They Return To Work (1995-1996), Liquid Summer (1999) e Apart From L.A. (2000) -raccontano di un interesse dell’artista per la vita urbana dei luoghi e per gli spazi e i dettagli di interni, cosi' come per l’individuo che in essi transita.
Si tratta, nel caso di Stahr, di uno spazio spesso urbano, il piu' delle volte istituzionale e pubblico, fatto di hall di alberghi, edifici per uffici e architetture moderniste, con il quale l’uomo entra in relazione assumendo un ruolo professionale, una funzione sociale e, pur sempre, una maschera.
Lo sguardo dell’artista e' freddo e analitico. Si muove sulla superficie delle cose e si sofferma laddove rileva un linguaggio di segni fatto di pure linee, pura forma e colore. Se, infatti, l’approccio di Stahr e' documentario, intento a catturare isolati momenti della realta', egli subisce tuttavia la fascinazione dell’ambivalenza tra realta' e finzione, tra natura e artificio, che manifesta in immagini che sembrerebbero costruite, avvolte come sono in atmosfere immobili, chiuse, quasi asfittiche. Wolfgang Stahr predilige infatti quelle superfici architettoniche che possono diventare quinte teatrali, quelle figure umane che a tal punto si integrano nel contesto da divenirne esse stesse oggetto indistinto, immobile comparsa.
Anche in Velvet Revolution, la serie di lavori fotografici realizzati tra il 2000 e il 2003 in Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Ungheria, Polonia e Slovenia e oggi presentata al PIAC, lo sguardo dell’artista resta in bilico tra realta' e finzione, tra i dettagli architettonici di edifici che emanano il fascino di un’utopia da lungo tempo sbiadita e figure umane che, di quei luoghi, sembrano assumere involontariamente linee e contorni.
Non c’e' mai frontalita' nella scelta delle inquadrature, ne' incontro tra lo sguardo del soggetto e l’osservatore. Colori e luce al massimo della saturazione contribuiscono alla teatralita' della rappresentazione. Ma al di la' di quelle quinte architettoniche, al di la' di quelle maschere, si cela un mondo aperto a infiniti possibili.
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Wolfgang Stahr e' nato a Wurzburg nel 1969. Vive e lavora a Berlino. La sua opera fotografica e' stata premiata e menzionata piu' volte in Europa (Ville de Vevey, 2000; ZKM Karlsruhe, 2003) e in Giappone (1st Tokyo International Photo Biennale) ed esposta in numerose mostre collettive, tra le quali ricordiamo 10 Years Aenne Biermann Award al Reykyavik Museum of Photography (2002), Young Photo Art from Berlin al Martin Gropius Bau a Berlino (2003) e Berlinskaya Lazur alla House of Photography di Mosca (2004) e InterCity Berlin-Praha alla Galleria Manes di Praga (2005).
Inaugurazione: sabato 4 marzo 2006 ore 18 - l’artista sara' presente.
PIAC/Piattaforma Internazionale Arte Contemporanea
Via Torrenuova 16 - Ragusa
Orari: da martedi' a sabato dalle 15 alle 19.30