Paolo Borrelli e Dante Gentile Lorusso. La mostra riflette sulla dialettica e sul “ribaltamento" che vede spesso le culture dei paesi invasori completamente stravolte dal contatto con le culture “invase" e sulla dicotomia tra le metamorfosi indotte dalle energie “globalizzanti".
Recent works. Paolo Borrelli e Dante Gentile Lorusso
a cura di Lorenzo Canova
L’Associazione Operatori Culturali Flaminia 58 presenta la mostra Invasori Invasi
di Paolo Borrelli (Gorizia, 1959, vive e lavora a Campobasso) e Dante Gentile
Lorusso (Oratino - CB- 1957, vive e lavora a Toro- CB), gia' presenti nel 2003 alla mostra
“Anteprima" della XIV Quadriennale di Roma al Palazzo Reale di Napoli.
La
mostra, sin dal suo titolo, vuole riflettere in modo simbolico sulle trasformazioni
della contemporaneita', sulla dialettica e sul “ribaltamento" che vede spesso le
culture dei paesi invasori completamente stravolte e mutate dal contatto con le
culture “invase", sulla dicotomia tra le possenti metamorfosi indotte dalle
energie “globalizzanti" e un sentimento personale di lenta implosione. Cosi' i
due artisti, con la pittura, i rilievi metallici e la fotografia, cercano un nuovo
contatto con le proprie radici millenarie senza dimenticare i segnali di mutazione
dei tempi, mostrando un’affinita' concettuale che li lega attraverso assonanze
poetiche basate su un comune senso del segno e simbolo, su un parallelo
“sistema" emblematico dove la pittura si trasforma in un ambiguo ed eloquente
processo comunicativo. Infatti, Borrelli e Lorusso uniscono similmente una
componente iconica a tracce di un impianto costruttivo astratto, frammenti figurali
a spazialita' non oggettive, dando vita a dipinti dove l’immagine puo'
rappresentare il pretesto per generare le trame di un tessuto pittorico sontuoso e
ornamentale o dove l’astrazione riesce a superare i suoi confini per assumere una
decisa connotazione metaforica o una solenne ieraticita' araldica.
Borrelli nasconde
cosi' crudelta' segrete nella disposizione allargata ed “espansa" delle sue
figure angeliche, nelle macchie e nei flussi cromatici che disegnano labirinti
sfuggenti, nei meandri dove si annidano supplizi inesorabili e dove si possono
celare i segreti indecifrabili di rituali arcaici; mentre Lorusso descrive luoghi
attraversati dall’assenza o marchiati da un vuoto ineluttabile, territori ignoti
dove sono rinchiusi enigmi archetipi, costruisce architetture pervase dal mistero e
dal silenzio, evoca citta' abbandonate alla labile essenza del ricordo o impresse
nel tessuto impalpabile del sogno.
Inaugurazione lunedi' 6 marzo, h 18.00
Galleria AOC F58
via Flaminia, 58 - Roma
Orario: Dal lunedi' al venerdi 17-20 e su appuntamento