Nero. In mostra piccole tavolette che inneggiano ad un passato di rovina, guardano ai papiri egizi, alle tavolette di Ebla, alle cromie degli affreschi di Pompei, che si offrono ad una lettura che usa la fragilita', l'incanto del restauro, le crepe e le volontarie rotture.
Nero.
La galleria Radium Artis e' lieta di presentare la mostra dell'artista modenese
Franco Guerzoni, di cui aveva gia' esposto alcuni lavori ad Arte Fiera a Bologna nel
gennaio 2005. L' inizio del suo lavoro risale alla fine degli anni '60, in un clima
culturale ricco d'incontri e di scambi con artisti e letterati che privilegiano la
sperimentazione di nuovi linguaggi. Vicino a Luigi Ghirri, Claudio Parmiggiani e
Franco Vaccari, solo per citarne alcuni, da' inizio ad una ricerca sui temi della
profondita' dell'immagine utilizzando il mezzo fotografico e il testo.
Per la mostra l'artista ha realizzato opere di grande formato ed un ciclo di dipinti
su scagliola pensati per gli spazi della galleria. Piccole tavolette che inneggiano
ad un passato di rovina, guardano ai papiri egizi, alle tavolette di Ebla, alle
cromie bilanciate degli affreschi di Pompei, si offrono ad una lettura che usa la
fragilita', l'incanto del restauro, le crepe e le volontarie rotture. Quella di
Guerzoni e' una pittura dotata di profondita' all'interno della quale si possono
trovare corrispondenze ad un passato che si svela progressivamente. L'opera rimane,
cosi', sospesa, frammento di un divenire che non procede in linea retta, ma per
continui rimandi.
Le superfici delle opere diventano simili a bassorilievi, percorse da segni e graffi
che raccontano storie diverse, utilizzando un linguaggio sintetico fatto di colore e
materia. Si tratta di un procedere lento che lascia intravedere le stesure date in
momenti diversi e tutto cio' testimonia un'attenzione sempre costante al passare del
tempo. Si puo' parlare di "archeologia dei ricordi", e' una pittura che non vuole
svelare ma piuttosto velare l'apparenza per permettere allo sguardo di andare in
profondita', muovendosi in modo indefinito e circolare tra colore e spazio.
Afferma l'artista: "L'immagine finale e' sempre la risultanza di un infinito numero
di altre immagini. Un processo dello sguardo verso l'interno, e quindi verso il
ventre della pittura".
I lavori in mostra possono essere letti come mappe di una memoria, viaggi mentali
attraverso il tempo e nella storia, basati su un processo, lento ed inarrestabile,
di corrosione e disgregazione. Cosi' come nelle pareti consumate e negli intonaci
strappati dei muri si puo' leggere la storia dell'uomo, nelle opere di Guerzoni
troviamo profondita' che appartengono ad un tempo indefinito, un passato che diventa
presente reale e futuro possibile. Esiste in questo senso un legame di reciprocita'
tra le forme e i colori, i materiali utilizzati e le superfici.
Ed e' proprio per questi motivi che il nero di alcune opere non deve essere letto
come assenza di luce, quanto piuttosto come il desiderio di dare spazio al
misterioso, permettendo allo spettatore di concedersi pause riflessive e
contemplative del tutto personali.
E' una pittura che non vuole essere narrativa, esplicitamente conclusa, ma
preferisce concedersi tempo fatto di silenziose sedimentazioni e di segni che
affiorano e sprofondano nella superficie.
Inaugurazione: Sabato, 4 Marzo 2006, ore 18
Galleria Radium Artis
via Crispi, 8 - Reggio Emilia
da martedi' a domenica dalle 16 alle 19,30, sabato e domenica anche dalle ore 10 alle 12,30.