L’occhio dell'artista coglie i momenti di passaggio e sa fissarli in un particolare, sia esso le rughe di un'anziana, gli occhi di una bambina o un carro funebre decorato come una tavola imbandita, e sa inscriverli in una composizione che ne restituisce il sapore.
Tra il mara e il mures
Non tutti lo sanno: per fortuna non e' ancora comparso sui “Viaggi" di
“Repubblica". Il Maramures e' una regione montuosa del nord della
Romania, ancora agreste, ancora intatta, assai arretrata. Da molti anni
Pampana vi si reca, una o due volte all’anno e vi conduce quelli che
molti chiamano “campagne fotografiche" o, peggio,“safari fotografici":
mai termini suonarono piu' inappropriati che in questo caso: il primo
evoca blitz e campagne militari, il secondo la conversione voyeuristica
di stragi animali. Tutt’altro il registro di Pampana, che in tutti
questi anni ha instaurato rapporti di amicizia con questa popolazione
contadina di montagna, entrando nelle loro magnifiche chiese di legno,
nelle loro case addobbate di panni bianchi ricamati di colori accesi, e'
stato invitato per battesimi e matrimoni, persino per banchetti funebri,
insomma e' diventato uno di loro.
Ecco allora che il suo occhio si e' esercitato con acutezza, cogliendo
l’insieme ed i particolari, con un’attenzione quasi da etnologo, ma con
la partecipazione dell’ “amico di famiglia", E il particolare - sia esso
i cappellini di paglia per i giovani scapoli o la vecchia stufa di latta
dei minatori - si inscrive sempre in una composizione in bianco e nero
esatta, calibrata e allo stesso tempo sontuosa.
Se, come si fa di solito, vogliamo trovare “padri nobili"all’artista
(esercizio non inutile, perche' significa rintracciare radici, il che non
e' poco) la mente corre subito al grande Gianni Berengo Gardin (ma anche
a Scianna) e all’Italia che egli immortalo' in bianco e nero nel momento
in cui passava dall’era contadina al boom industriale e commerciale,
fissando definitivamente un mondo che stava scomparendo, con affetto, ma
anche con lucidita': ben consapevole che dopo pochi anni le cose non
sarebbero state piu' cosi': ed in effetti non lo furono piu'.
L’occhio di Pampana (grande fotografo, ma anche grande animatore
culturale nel campo della fotografia) sa cogliere questi momenti unici
di passaggio (e non solo il passaggio dal vecchio al nuovo, ma anche,
per esempio, quello dal nuovo al nuovissimo: si vedano i suoi scatti
sulla nuova Londra) e sa leggerli e fissarli in un particolare, sia esso
le rughe di una vecchia, gli occhi di una bambina o un carro funebre
decorato come una tavola imbandita, e sa inscriverli in una composizione
che ci restituisce non solo il sapore, ma tutta l’ampiezza di un mondo
altrimenti cosi' lontano, ma al quale riusciamo, una volta tanto, a
partecipare, come ricordiamo di avere partecipato, da bambini, alle
ultime feste di paese.
E’ per questo che ogni ritorno di Pampana dai suoi viaggi e' atteso dai
suoi amici per vedere le nuove foto, come erano attesi i ritorni dei
nostri nonni da posti lontani o dal paese vicino con racconti che ci
restituivano sia la meraviglia che la vita quotidiana dei luoghi
visitati. Ezio Menzione
Inaugurazione: sabato 18 Marzo ore 18
Studio Gennai
via dell’Occhio,40 - Pisa
Orario: Feriali h. 18-20