InternoEsterno. Sono esposte opere che rappresentano i principali soggetti dell'artista: paesaggi, prevalentemente urbani, nudi e ritratti femminili, oggetti e nature morte.
InternoEsterno
“I dipinti di Luciano Mereghetti presentano dei mondi in cui i colori e le forme si sposano perfettamente in una sorta di incastro di lontana matrice cubista: tutte le cose hanno una geometria come era stato in Ce'zanne, ma anche come nei lavori fotografici di David Hockney." Angela Madesani
Sabato 18 marzo 2006, allo spazio Dadone di Como di via Carloni, 86, ore 18.30, si inaugura la personale di Luciano Mereghetti, pittore e illustratore milanese.
Sono esposte opere che rappresentano i principali soggetti di Mereghetti: paesaggi, prevalentemente urbani, nudi e ritratti femminili, oggetti e nature morte; questi ultimi in varia, diffusa serie.
“InternoESTERNO", cose che stanno fuori dalle mura di una stanza, di un appartamento, di un ufficio. E dentro. Ma anche, cose rappresentate come se a inquadrarle, metterle a fuoco e riprenderle fosse l’occhio di una fotocamera potentemente espressiva.
Infatti, pur essendo quello di Mereghetti un lavoro prettamente pittorico, dove il colore si esprime in tutta la sua forza, il legame con la fotografia e' forte. Ognuno dei suoi quadri parrebbe iniziare da un’immagine fotografica. Non e' un caso, per esempio, che le sue donne partano proprio dai ritratti femminili che trova sui giornali.
Sin dall’inizio del suo cammino artistico, che risale a una ventina di anni fa, Luciano Mereghetti ha guardato con interesse agli spazi del teatro, ma ancora di piu' ai set cinematografici: da Antonioni a Jacques Tati. Nel cinema di questi due grandi maestri e' colpito dalla forza della semplicita', del gusto, del coraggio di togliere orpelli inutili per rendere tutto massimamente espressivo.
Nei dipinti di Mereghetti c’e' infatti estrema essenzialita': l’occhio indaga, seleziona e scarta il superfluo. Linee secche e brusche, oppure dolci e tonde, esercitano rapide, quanto profonde, messe a fuoco. Le forme forti, i colori decisi danno ai suoi dipinti forza scenografica.
Non c’e' rappresentazione realistica, ma una modalita' di entrare nel reale che combina la visione centrale, logica, a quella periferica, dell’emozione e dei sensi.
L’una scompone la tela in spazi, usa le forme come elementi divisori, genera ordine geometrico e gerarchico, l’altra carrella veloce sovrapponendo piani e soggettive.
Negli “oggetti", una sedia di tela, un rotolo di scotch al bordo di una scrivania, una scatola di couscous momentaneamente dimenticata su un tavolo, un vaso - neppure il migliore di casa - escono alla ribalta della tela, spezzando e invertendo l’ordine logico delle cose e il loro sistema di relazioni.
Nei “nudi", e' la silhouette di una donna a porzionare gli spazi. Ed e' un gesto, una postura a risistemare l’anima, l’interno, nelle figure femminili strappate ai giornali.
I paesaggi urbani sono invece “palazzi" e strade silenziosi, senza ombra di uomo. Ritagliati e giustapposti in colorati collage, rivendicano la propria fisionomia, gridano i propri ruoli, propongono una urbanita' di insieme, dove a tutti vanno presenza e spazio. E, alla fine, pur in loro assenza, parlano di uomini.
Inaugurazione: Sabato 18 marzo 2006, ore 18.30
Spazio Dadone
Via Carloni, 86 - Como
Orari: mercoledi', giovedi', venerdi': 16.00-19.00; sabato: 10.30-12.30, 16.00-19.00