Teatro Anatomico dell' Ospedale del Ceppo
Pistoia
via degli Armeni
055 2638042

Patrizio Travagli
dal 17/3/2006 al 17/4/2006
18-19/15-18

Segnalato da

Fabio Norcini




 
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17/3/2006

Patrizio Travagli

Teatro Anatomico dell' Ospedale del Ceppo, Pistoia

L'artista, manipolatore di luci e di watt, affronta i temi dell'anamorfosi e della catottrica e ricerca una Wunderkammer capace di rilevare negli inganni della vista un altrove piu' reale di quello che viene spacciato per tale.


comunicato stampa

Afetico aneretico

Un clima: un altro clima. Atmosfere diverse, forse surriscaldate o forse surgelate, quelle cui alludono gli angeli. Che nessun meteorologo, fosse pure il piu' suadente o il piu' affascinante, puo' dar conto nelle sue previsioni. Parlare di tempo. Di atmosfera fisica. Ma smagature diverse si propongono al quotidiano vivere. Per il quale le modificazioni delle stagioni non mutano la realta' piu' del cambiamento dell'altrettanto stagionale palinsesto televisivo. Proprio il clima, almeno un tempo, poteva condizionare la visuale e la sua allucinazione; erano nebbie marine o montane, particolari condizioni 'atmosferiche , a favorire fantastiche visioni: da qui le 'fatemorgane o le altre poetiche visionarie illusioni che popolavano l'immaginazione popolare e le sue epifanie, piu' o meno sacre.

Adesso che l'unico modo di guardare oltre, Fernsehen, e' mettersi davanti ad uno schermo, ai lumen degli occhi si frappongono quelli pulviscolari di trasmettitori: l'etere, si dice. 'Gli specchi per le allodole/inutilmente a terra balenano ormai , recitano appunto i versi di Mogol cantati da Battisti in quella canzone, Il nostro caro angelo, che avremmo preferito quale titolo della mostra. Patrizio Travagli, artista manipolatore di luci e di watt, che gia' ha affrontato i temi dell'anamorfosi e della catottrica, in passato, prosegue nella propria conscia ricerca di una Wunderkammer capace di rilevare negli inganni della vista un altrove piu' reale di quello che viene spacciato per tale dai mezzi di comunicazione.

Magari per pensare e 'riflettere , un solo momento, in quanti colori (e quanti non-colori) si scompone la luce. Il tramite per un simile messaggio non poteva altro che essere angelico. Rifacendosi all'angelo piu' solo e piu' caduto, quel Lucifero (appunto 'portatore di luce ) la cui ricerca non poteva sfociare altro che nella ribellione e dunque nella perdizione. E non poteva trovare spazio migliore di questo settecentesco teatro anatomico per allocare le rilucenti rifrazioni dei suoi angeli caduti in terra.

Si', perche' dove, se non in un'aula di dissezione del cadavere, dove la morte e' l'ultimo specchio dai quali i vivi possono trarre lezioni per allungare la propria agonia che chiamano vita, si riflette in modo piu' pregnante l'ansia di ribellione e fuga, il desiderio dell'ombra quale porta della luce. In questo senso gli angeli di Travagli sono rilucenti e specchianti metafore di un altro vero: deformanti rabdomanti di tempeste intime che coinvolgono chi li guarda in uno spazio nel quale 'empia non muore la lampada scritta nella vita (Guido Ceronetti, Morte di Ignazio Filippo Semmelweis). Che nessuna arrogante meteorologia puo' perturbare con stupide previsioni: un tempo che sa farsi riparo dalla tempesta e dal suo trascorrere e piu' che altro da interpretazioni di una dispotica oggettivita' scientifica.

Inaugurazione: Sabato, 18 marzo alle ore 1, 2006

Teatro Anatomico dell' Ospedale del Ceppo
via degli Armeni - Pistoia
Orari: 18-19 - 15-18

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