Centro Culturale ''Le Cappuccine''
Salvator Rosa
Tiepolo
Luigi Conconi
Max Klinger
Adolfo Wildt
Alberto Morandi
Gianfranco Ferroni
Albrecht Durer
Patrizia Foglia
Chiara Gatti
L’oggetto e la sua anima da Durer a Ferroni. Il tema della “natura morta" - piu' elegantemente definita dal Longhi “soggetto di ferma" - e' proposto in mostra attraverso una lettura inedita, che mira a confrontare le iconografie predilette dai grandi maestri del passato con i soggetti ricorrenti nei lavori del Novecento.
L’oggetto e la sua anima da Durer a Ferroni
a cura di Patrizia Foglia e da Chiara Gatti
Con l’inizio della primavera il Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne del Comune di Bagnacavallo (Ravenna), con il patrocinio dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna e con il sostegno di Saporetti Immagini d’Arte Snc di Milano, organizzera' una mostra di grafica dedicata al tema della natura morta e delle sue interpretazioni nei secoli.
La mostra, curata da Patrizia Foglia e da Chiara Gatti, presenta una selezione di capolavori conservati nel Gabinetto Stampe del Centro Culturale “Le Cappuccine" - ricco di oltre 7mila fogli e formatosi a partire dal 1986, grazie alla donazione di Emilio Ferroni - affiancata da alcuni prestiti d’eccezione, concessi dalla Collezione Sabbatani della Biblioteca Manfrediana Faenza, dalla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia e da alcune prestigiose gallerie italiane specializzate in grafica antica e moderna.
Il tema della “natura morta" - piu' elegantemente definita dal Longhi “soggetto di ferma" - sara' proposto in mostra attraverso una lettura inedita, che mira a confrontare le iconografie predilette dai grandi maestri del passato con i soggetti ricorrenti nei lavori del Novecento. Si trattera' dunque di un dialogo serrato fra passato e presente alla caccia di riflessioni analoghe e che nei secoli non si sono esaurite.
Una pipa puo' ricordare, oggi come allora, il dissolversi in fumo dei piaceri umani, cosi' come un mappamondo indicare il rapido trascorrere del tempo, al pari di una clessidra o di un orologio; mentre la candela spenta e' un’immagine della fine; e il silenzio degli strumenti musicali allude alla quiete del sonno eterno.
Si tratta dunque di una storia affascinante, fatta di simboli e d’enigmi, molti dei quali ancora oggi irrisolti. Una storia sbocciata nel Seicento, con i motivi tipici della spiritualita' controriformista, riproposti nel tempo con crescente frequenza. Basti pensare ai grandi interpreti della Scuola di Leida, ma soprattutto alle allusioni esplicite nei dipinti di figura di Vermeer, alle celebri canestre di Caravaggio o alle composizioni di Evaristo Baschenis.
Nell’ambito della grafica, la “natura morta" e' legata prevalentemente al tema iconografico delle Vanitas, immagini, cioe', composte da elementi emblematici della caducita' della vita. Elementi legati, per esempio, al fluire delle cose, alla ricchezza e al potere, ai sensi e ai piaceri della vita in genere. Rappresentazioni di questo tipo hanno conosciuto il loro momento di massimo splendore durante il XVII secolo, ma nei decenni a venire il tema ha trovato interpretazioni sempre piu' fervide e complesse.
L’idea di una mostra dedicata alla natura morta nasce dunque dalla volonta' di raccontare l’evolversi di questi soggetti e delle loro simbologie con una chiave tuttavia diversa, rispetto alle esposizioni dedicate in passato a questo argomento. Trattasi, vale a dire, di una rassegna che mira a confrontare gli esiti antichi delle vanitas con un recupero moderno delle medesime immagini, legate ora alle ricerche linguistiche delle avanguardie ora alle riflessioni esistenziali delle correnti del secondo dopoguerra con un occhio di riguardo per l’episodio milanese del Realismo esistenziale.
Fra i maestri protagonisti di questo viaggio nel tempo spiccano i nomi di Durer e Castiglione, Salvator Rosa e Tiepolo, accostati a Luigi Conconi, Max Klinger, Adolfo Wildt, Morandi, Bartolini o Gianfranco Ferroni.
Immagine: Albrecht Durer, San Girolamo nello studio, 1514, bulino
Centro Culturale “Le Cappuccine"
via Vittorio Veneto, 1 48012 Bagnacavallo (RA)
Orari: 10-12 e 15-18. Chiuso il lunedi' e i post-festivi.