Opere di Enrico Abenavoli, Pasquale Altieri, Minou Amirsoleimani, Alfredo Anzellini, Anna Maria Ballarati, Luigi Ballarin, Piergiorgio Baroldi, Laura Bernard, Giovanni Battista Bianchi, Antonio Bufalino, Domenico Campisano, Anna Maria Capece Minutolo etc.
Mostra collettiva
a cura di Giuseppe Salerno
Enrico Abenavoli, Pasquale Altieri, Minou Amirsoleimani, Alfredo Anzellini, Anna
Maria Ballarati, Luigi Ballarin, Piergiorgio Baroldi, Laura Bernard, Giovanni
Battista Bianchi, Antonio Bufalino, Domenico Campisano, Anna Maria Capece Minutolo,
Mario Carbone, Giovanni Carpentieri, Giuseppe Canali, Fabiola Cenci, Lucia Cenni,
Maria Cristina Crespo, Michele Crocco, Anna Del Vecchio, Gerardo Di Salvatore,
Bianca Dones, Vittorio Fava, Luigi Francini, Lucilla Frangini Ballerini, Angelo
Gioia, Mario Giuliani, Hafiza, Barbara Hoehn, Marina Joppolo, Maria Korporal,
Stefania Lubrani, Lughia, Sergio Macchioli, Stefania Maciocci, Domenico Malarbi',
Venanzio Manciocchi, Egidio Manganelli, Mirna Manni, Fiorenzo Mascagna, Francesca
Mazzara, Gabriele Mazzara, Monica Melani, Gabriella Meliani, Maria Rosaria
Minghigloni, Alessandro Monti, Luigi Nucifora, Valentina Pallagrosi, Massimo
Palumbo, Pasquale Pazzaglia, Massimo Piergrossi, Eliana Prosperi, Elvi Ratti,
Fernando Rea, Bruno Regni, Franca Rovigatti, Sabina Scapin, Angela Scappaticci,
Piero Sensi, Elena Sevi, Franco Squadrelli, Marco Staffaroni, Maurizio Tiberti,
Ivano Tomat, Gemma Uyttendaele, Marijcke Van der Maden, Valter Vari, Miranda Viola,
Riccardo Wilczek.
Dal testo in catalogo:
A scandire il tempo che scorre non sono piu' il naturale lento succedersi della luce
e del buio, del caldo e del freddo, delle stagioni che accompagnano ed assecondano
il divenire d'ogni cosa. Non piu' i movimenti del pianeta, ne' l'osservazione delle
stelle. Non sono piu' i frutti della terra, lo sgorgare delle acque dalla sorgente,
ne' il passaggio degli uccelli che migrano. Non e' piu' il battito del cuore,
all'unisono con le armonie cosmiche.
Da tempo a scandire il trascorrere delle ore e' il ticchettio degli orologi, l'attesa
della domenica, la chiusura estiva della fabbrica, la processione del venerdi' santo,
i fuochi d'artificio di fine anno e poi il festival di San Remo, la dichiarazione
dei redditi, l'avvio della nuova serie del Grande Fratello, i bambini che si fanno
alti insieme a tutto cio' che l'umanita', esclusasi dal rapporto con l'ambiente
naturale, inventa per colmare i propri vuoti esistenziali.
La vita, non piu' vissuta, e' ridotta essa stessa a oggetto di consumo ed ogni
ricorrenza ed evento collettivo diviene l'occasione per avviare riflessioni tutti
insieme, anche se discordanti, ma tutti insieme, pronti subito a cambiare argomento
quando il tempo a disposizione sara' scaduto. Il pensare a comando si muove oggi
all'interno di gabbie i cui confini non sono piu' quelli dello spazio fisico, ma
quelli, sempre piu' costretti, dello spazio temporale.
Anche L'Uovo d'Artista, giunto alla sua V edizione, torna regolarmente come ogni
anno a sollecitare riflessioni d'ogni sorta sul senso della vita. Una riflessione
pero', quella degli artisti, che non accetta costrizioni temporali. Una riflessione
che si manifesta con continuita' in un percorso che e' la vita vissuta nella ricerca
del mantenimento di quella coscienza che rende ciascuno di essi un unicum consacrato
alla liberta'.
Sono trascorsi tre anni da quando, nel commentare la seconda di queste rassegne,
sottolineavo, di fronte alla tragedia che si iniziava allora a consumare, il
sostegno unanimemente espresso, attraverso le opere presentate, ai milioni di
persone che, pur nella loro diversita', scendevano in piazza tutti insieme, in ogni
angolo della terra, per difendere la vita. Sono trascorsi tre anni e ancora le
morti continuano a sommarsi mentre la guerra preventiva, entrata nel lessico comune
e nella testa di intere popolazioni, e' ormai un concetto acquisito e pronto all'uso
ad ogni evenienza.
Di fronte al potere devastante dell'economia priva di qualunque etica e della
comunicazione di massa, monodirezionale ed impositiva, la pace e l'arte si
confermano "lente" come la maturazione del pensiero che sempre ne accompagna la
nascita. Una comunicazione, quella dell'arte, contagiosa ma lenta perche'
rispettosa dei tempi di maturazione di chi con essa entra in un contatto. Uno
scenario, quello di questo terzo millennio, dove nell'arte e' riposta la sola
speranza, quella che si fonda sull'intelligenza, sulla capacita' di comprendere
individualmente e di abbracciare la complessita' ed allo stesso tempo la piccolezza
del quotidiano per ristabilire il giusto contatto con quella visione globale da
tempo dimenticata insieme allo scorrere lento del tempo.
Una quinta edizione, quella de L'Uovo d'Artista, dove l'arte conferma, attraverso
una accresciuta partecipazione, le sue infinite facce. Settanta lavori che, nella
loro diversita', ci parlano del rapporto di ciascun artista con se stesso, dopo aver
attraversato il mondo. Settanta opere intorno alla vita ed alla morte, intessute di
riflessioni, di colori, di sentire con le mani e con l'anima, testimoniano, nella
loro convivenza, l'unicita' dell'arte intesa come momento di comunicazione alta. Una
coesistenza di visioni individuali, metafora "serena" di questo nostro quotidiano
che ci appare ancora incapace di rinunciare al conflitto ed alla contrapposizione
violenta.
Inaugurazione: sabato 1 aprile dalle ore 17.00
Il Granarone
Via di Porta Segreta 8 - Calcata (VT)
Orario: Sabato e domenica 15-19