I lavori pittorici dell'artista californiano sono delle scommesse vinte sui rapporti tra forma e musica che utilizza come complemento metafisico, evocativo, del colore. A cura di Valerio Deho'.
I lavori dell'artista californiano sono delle
altrettante scommesse vinte sui rapporti tra
forma, colore e musica. In un certo senso si
puo' dire che Roden sia riuscito a realizzare
il progetto di Kandinsky di usare come
modello del linguaggio dell'arte, quello
musicale, attraverso la risonanza.
interiore". Ma, in effetti, il gioco diventa
molto piu' complesso e in equilibrio tra
intermedialita' e rimandi reciproci. I livelli di
“traduzione" che l'artista inventa lavoro
dopo lavoro, non vogliono mai uniformarsi
ad un codice, non vogliono chiudersi in
una formula univoca.
Mantengono la
liberta' espressiva e combinatoria di opere
dirette e spontanee. Non si avverte mai
nulla di particolarmente “costruito", anche
se e' chiaro che Steve Roden abbia acquisito
in oltre un decennio d' esperienza, un livello
di capacita' linguistica sofisticato e maturo.
Il fascino dei suoi lavori risiede proprio in questa strutturata indeterminatezza, in questa possibilita' di dialogo continuo
con il silenzio. Forse non e' completamente vero, come scrisse Walter Pater, che “Tutte le arti tendono alla musica".
Probabilmente e' il silenzio la musica da avvicinare, come complemento metafisico della spiritualita' e della capacita'
evocativa del colore. Quest'ultimo tende a diventare un pattern o una composizione morfologica come una mappa.
Anzi spesso il rapporto diventa contrappunto, allora il segno e il colore sono protagonisti di un dialogo con lo sfondo
visivamente organizzato. Ma non vi e' mai la prevalenza di un elemento sull'altro. Un principio di equilibrio prevale su
tutto, una percezione nuova appare, sospesa tra suono e visione, in un “sentire" che e' un nuovo stato di coscienza.
Inaugurazione: Sabato 8 Aprile 2006
Studio La Citta
via Dietro Filippini 2 - Verona