Doppia personale. Energia e immaginazione, simboli, analogie... I mezzi e gli strumenti dell'artista e dello 'sciamano' si intersecano nei lavori di Mandra e Silvia. Entrambi creano, rappresentano, manipolano la realta' per se' e per gli altri.
Doppia personale
Energia e immaginazione, simboli e metafore, analogie...
I mezzi e gli strumenti dell’artista e dello “sciamano" si intersecano e si sovrappongono in maniera evidente ed innegabile.
Entrambi creano, rappresentano, manipolano la realta' - interiore o visibile - per se' e per gli altri.
La consapevolezza e' la qualita' principale dell’artista-sciamano che nell’"universo" guida e manipola il sogno - o il segno? - con la creativita', crea dei nuovi sentimenti, esegue un atto poetico consapevole e finalizzato.
Leggere l’arte con occhio “sciamano", richiede di abbandonare le logiche della storia e della critica dell’arte, significa lasciarsi attraversare dai simboli, sentire analogicamente, rintracciare il desiderio dell’artista che si fa segno, ricercare la Bellezza: entrando nella visione dell’artista se ne svela l’essenza.
Mandra e Silvia, artiste “sciamane", il cui lavoro confluisce in uno stesso ideale e senso ultimo,
ricreano significati e sentimenti. Usano il simbolo con finalita' e consapevolezza, in modo intenso, per “ritrovare l’anima alle cose" e compiere “l’atto fanciullesco di immaginare il mondo", “animano il mondo e lo restituiscono all’anima" (J. Hillmann).
Tra i simboli e le analogie che ritroviamo nelle opere di Mandra:
Le “Ostie", cibo spirituale, in questo caso ad uso “psicomagico", riecheggiano e suggeriscono riti - momenti magici e di catarsi. Il rito suggerito metaforicamente realizza una pulsione dell’inconscio, che altro non e' che una necessita' dell’anima. Mangiando l’immagine della realta' ne assimiliamo l’essenza.
“La citta' degli uomini d’oro": opera di sacralizzazione delle relazioni umane e familiari, che si estendono fino alle piu' profonde radici dell’umanita'. L’artista rintraccia nella fisiognomica la divinita' che lo abita. La dimensione umana - quotidiana, banale - si proietta in dimensione mitologica.
Silvia propone, “Istanteceleste", pone in alternativa la luce e l’ombra, ed in alternanza il cielo e la terra. Istanti che si trasformano subito in codici fatti di forme, luce e colore, ed il significato dell’essere celeste dentro e fuori di noi appare e scompare.
“Contenitore d’oro", alternanza tra divino e materiale, tra macrocosmo e microcosmo, due sezioni carte e pigmento blu.
“Contenitore creativo", icona sacra, simbologia che sostituisce la parola.
Gli strumenti dell’artista prendono una dimensione “sacra", terapeutica, finalizzata a far sperimentare la trasformazione del visibile e del non visibile. Camilla de Petris
Area Espo'
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