Carillon. La videoinstallazione, che include anche una sequenza fotografica tratta dal video, propone insieme la tematica del ritratto contemporaneo e il rapporto ambiguo che si stabilisce oggi fra "still frame" fotografico e video come forma espressiva. A cura di Lorenzo Taiuti.
Infrared
A cura di Lorenzo Taiuti
Il centro d’arte contemporanea VELAN e' lieto di ospitare la mostra del gruppo ELASTIC. Gli artisti presenteranno per la prima volta in Italia il video Carillon (2002) realizzato attraverso l’utilizzo di luci infrarosse.
La videoinstallazione, che include anche una sequenza fotografica tratta dal video, propone insieme la tematica del ritratto contemporaneo e il rapporto ambiguo che si stabilisce oggi fra "still frame" fotografico e video come forma espressiva.
Gli “Elastic" sono un duo che diventa gruppo con collaborazioni di vario tipo a seconda dei lavori intrapresi, performers o persone scelte come “tipologie" da videoriprendere.
Nell’esperienza del gruppo, breve negli anni ma gia' assai vasta nel lavoro come nelle mostre, l’uso dei raggi infrarossi resta uno degli elementi di maggiore interesse linguistico.
Gli “infrared" permettono di stilizzare l’immagine gia' nella ripresa e modificare la realta' scelta secondo un progetto. Spazi, immagini e volti prendono luminescenze verdi, riflessi inattesi, trasparenze ingannevoli, un “Matrix" non futuribile oppure i morti del film “The Others" di Amenabar, in cui i fantasmi sono ancora esseri viventi, anzi sono essi stessi “i viventi". Attraverso l’infrared i volti prendono caratteristiche funebri, inquietanti.
E tutta una serie dei “ritratti" portata avanti in questi anni dagli “Elastic" riflette una perdita di caratteri riconoscibili per collocarsi in un inventario dell’"alieno".
Il lavoro ambiguamente cerca una dimensione “altra", anzi una rappresentazione degli “altri", irrappresentabili perche' non comprensibili, irrimediabilmente "altri".
Il lavoro “Carillon" e' una videoproiezione a “loop" di pochi minuti dove un volto reso verdastro dagli infrarossi appare e si guarda intorno (uomo o donna? giovane o vecchio?) non si lamenta (come dovrebbe un trapassato ) e non accusa.
Si guarda intorno incredulo (o impassibile) in uno “scanning" del reale che non porta a soluzioni. L’audiovisivo che nasce dalle arti plastiche nasce volutamente senza uno status linguistico preciso. E’ un mezzo espressivo fluido che si pone strategicamente ai margini delle arti plastiche per filtrare altri linguaggi e piegarli a particolari logiche espressive.
Dal suo ingresso nel sistema dell’arte negli anni 90 si e' generalizzato l’uso dell’affiancare la videoinstallazione con fotografie di grande formato, Vanessa Beecroft o Mariko Mori fra gli altri. E’ principalmente un tentativo di ricollocare, visivamente e commercialmente, la fluidita' del video nella piu' rassicurante qualita' di “oggetto statico".
Nello stesso tempo la funzione della stampa foto-video oggi, ci riporta all’uso del video negli anni dell’arte Concettuale e del suo fissare le performances attraverso videotapes in un’operazione-memoria che ha definito una “forma-video" a distanza di anni riconoscibile stilisticamente.
Accade oggi lo stesso con la foto + video e “Infrared" fa parte di una ricerca e di una serie di mostre dal titolo programmatico di “Still Frame" che porto avanti da qualche tempo.
La sequenza fotografica che accompagna il video lo “ferma" ma estende la foto singola verso la ripetizione impercettibile del “frame" e in questa circolarita' di visione si costruisce un altro ibrido linguistico fra “moving image" e immagine plastica. “Infrared" colloca il video degli “Elastic" a confronto con la propria immagine "fissata", Tempo e non tempo a confronto. Lorenzo Taiuti.
Inaugurazione: 13 aprile 2006, ore 19.30
Velan Centro d'Arte Contemporanea
via Modena 52 - Torino
orario: da Martedi' a Venerdi' ore 16 - 19. Lunedi' e Sabato su appuntamento