Dipinti, affreschi e stucchi in villa Giovanelli a Noventa Padovana. A Padova, in Palazzo del Monte, tornano all'ammirazione del pubblico gli otto grandi dipinti che ornavano i soffitti delle stanze al piano nobile di Villa Giovanelli, restaurati tra il 1988 e il 1998 a spese del Villaggio Sant'Antonio, proprietario di Villa Giovanelli, con il contributo finanziario del Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali.
Dipinti, affreschi e stucchi in villa Giovanelli a Noventa Padovana.
Il tema dell'Amore, rappresentato attraverso le grazie prosperose delle
protagoniste, non era forse il più adatto ad accompagnare la crescita degli
orfanelli e quindi i frati, quando entrarono in possesso di Villa Giovanelli a
Noventa Padovana, provvidero a coprire il tutto con una sana mano di calce. In
nome di una pulizia morale e materiale, scompariva così dalla vista e dalla
memoria un ciclo di pitture tra le più interessanti del secondo Seicento veneto
e la medesima sorte subivano gli altri affreschi e decorazioni di quella che era
una delle più fastose dimore patrizie della Riviera del Brenta.
Dal 20 marzo al 22 maggio, a Padova, in Palazzo del Monte, tornano
all'ammirazione del pubblico gli otto grandi dipinti che ornavano i soffitti
delle stanze al piano nobile di Villa Giovanelli, restaurati tra il 1988 e il
1998 a spese del Villaggio Sant'Antonio, proprietario di Villa Giovanelli, con
il contributo finanziario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
La mostra intende presentare le opere prima della loro ricollocazione entro gli
stucchi dei soffitti e richiamare l'attenzione su una delle più importanti ville
della fine del Seicento, anteriore all'affermarsi della grande stagione del
rococò veneziano.
L'esposizione, curata da Giuliana Ericani, è organizzata dalla Soprintendenza
per i Beni Artistici e Storici del Veneto in collaborazione con il Villaggio di
Sant'Antonio, l'Azienda di Promozione turistica di Padova, con il patrocinio e
il contributo dell'Ente Ville Venete, dei Comuni di Padova e di Noventa
Padovana, della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Provincia di
Padova.
Con le tele, la mostra documenta quanto di straordinario sta via via emergendo
dai restauri e dai saggi effettuati nel Salone centrale della grande dimora e
nei due salottini a lato, testimonianze superstiti di un patrimonio artistico di
estremo rilievo in parte ancora di scoprire.
In questo lavoro di restauro sono state recuperate quattro grandi tempere del
piazzettesco Giuseppe Angeli e, sotto altre mani di calce, si è scoperta
l'esistenza di affreschi di Giannantonio Pellegrini e Sebastiano Ricci, eseguiti
in un momento iniziale della loro attività , tra il 1702 ed il 1705.
La mostra richiama l'attenzione anche sul completamento del restauro, che
prevede il recupero totale degli affreschi di Giannantonio Pellegrini, giÃ
finanziato della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, ma che
attende ancora la copertura di spesa per la restituzione degli affreschi di
Sebastiano Ricci e del vasto e splendido patrimonio di stucchi.
Per quanto riguarda le otto tele, esposte nella mostra padovana, il restauro ha
liberato i dipinti dallo strato di colore bianco che li ricopriva ed ha
consentito di riconoscervi le opere citate in un inventario settecentesco e di
ricostruire la storia della decorazione della villa che ha come elemento cardine
l'acquisto dei dipinti e la loro collocazione o ricollocazione entro gli
stucchi, che decorano tutte le otto stanze. Cinque dipinti furono eseguiti nella
seconda metà del Cinquecento da Paolo Farinati e Felice Brusasorci, protagonisti
della cultura pittorica veronese del periodo, tre furono commissionati a Peter
de Coster, pittore fiammingo, la cui attività veneziana tardo-seicentesca si
rivela in queste opere, e Bartolomeo Litterini, un comprimario attivo nei primi
anni del Settecento, al quale viene richiesto un soggetto mitologico, a lui
inconsueto, per completare la sequenza tematica delle stanze. Particolarmente
coinvolgente, e spunto per una rappresentazione dai contenuti fortemente
erotici, è, in particolare, il tema dei tre dipinti di Farinati, tratto dalla
favola di Apuleio, che narra le vicende di Amore e Psiche.
Villa Giovanelli, ricordata nel Settecento dal viaggiatore francese La Lande
come una delle più belle case di campagna della riviera del Brenta, venne
costruita, probabilmente dall'architetto Antonio Gaspari, geniale allievo del
veneziano Baldassarre Longhena, protagonista dell'architettura barocca della
città lagunare e commissionata da Giovanni Paolo e Giovanni Benedetto
Giovanelli, la cui famiglia, di origine bergamasca, era stata associata alla
nobiltà veneziana nel 1668, grazie alle enormi ricchezze accumulate con la
produzione ed il commercio della seta, miniere e latifondi tra il bergamasco, il
Trentino e la Slovacchia . La villa comprendeva un vasto giardino progettato su
modello di Versailles.
La villa, donata dall'ultimo erede della famiglia, il patriarca Federico Maria
Giovanelli al Patriarcato di Venezia, subì la requisizione napoleonica,
successive occupazioni militari nel corso delle guerre risorgimentali, un
periodo di riacquistata funzione residenziale fino alla seconda guerra mondiale.
Ceduta ai Frati minori di Sant'Antonio, è ora sede del Villaggio Sant'Antonio,
che svolge funzioni scolastico-assistenziali in edifici adiacenti, costruiti
nell'area del parco.
Attende, tuttavia, di essere restituita allo splendore settecentesco ed alla
piena conoscenza e fruizione pubblica.
Padova, Palazzo del Monte, 20 marzo-22 maggio 2001
Orario: tutti i giorni 11-19. Gruppi su prenotazione. Entrata gratuita.
Nei giorni festivi, a richiesta, sono previste visite guidate alla Villa in
partenza dalla sede della Mostra.
Per informazioni e prenotazioni: tel.045-8005533, Soprintendenza per i beni Artistici e Storici del Veneto (sig. Romano)
Email: sbasven2@libero.it
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