L'artista gioca sulla sperimentazione dei linguaggi, con sovrapposizioni di segni e di tracce, che danno vita a paesaggi simbolici, e ad atmosfere fatte di sedimenti e stratificazioni.
La luna e il Medioevo
Marcella Chirico ha solo in apparenza il culto dell'astrazione. La sua ricerca e'
invece molto concreta e s'interroga sul destino stesso dello sguardo. Si chiede cioe'
se l'uomo abbia ancora la capacita', nel mondo frenetico
e dissociato di oggi, bombardato dalle immagini, d'individuare forme precise,
contorni di oggetti, entita' plastiche. E di attribuire loro un significato. Anzi, di
farle proprie, riconducendole a un orizzonte "di senso familiare e condiviso.
"L'artista esprime questi interrogativi attraverso visioni, frammenti di sogni,
mondi fantastici, partiture quasi musicali. E lo fa con la levita'
e l'immaginazione tipiche dell'animo femminile, che in quanto tale
e' fatto si' di romanticismo e di malinconia, di slanci eleganti e mai volgari, ma ha
al proprio arco anche una spiccata capacita' di sondare, senza anestesie e
infingimenti, l'anatomia di una verita', di una voce, di una sensazione.
Di rappresentare il mondo, insomma, in tutta la sua tavolozza emotiva, andando con
immediatezza d'istinto al fondo delle cose. In questi lavori non manca mai la
sperimentazione sui linguaggi, con sovrapposizioni
di segni e di tracce, che danno vita
a paesaggi simbolici, e ad atmosfere fatte di sedimenti, stratificazioni, mappe
immaginarie, mosaici che esaltano felicemente forme e figure del mito, giochi
cromatici
e accostamenti geometrici. Lorenzo Morandotti
Inaugurazione: 22 aprile 2006 alle ore 18.30
Studio ESP
via Borgovico, 35 - Como