Nuotatori di lacrime in apnea sulla fine del mondo. Con una serie di nuovi dipinti e una complessa scultura, l'artista ha costruito un palcoscenico dell'assurdo sul quale si avvicendano personaggi che nella loro solitudine e deformita' gettano uno sguardo allucinato sul mondo contemporaneo.
Nuotatori di lacrime in apnea sulla fine del mondo
Francesca Minini e' lieta di presentare i nuovi lavori di Gabriele Picco.
Con una serie di nuovi dipinti e una complessa scultura l'artista ha costruito un palcoscenico dell'assurdo sul quale si avvicendano personaggi che nella loro solitudine e deformita' gettano uno sguardo allucinato sul mondo contemporaneo.
L'immaginazione prolifica di Picco ci porta in luoghi dove le nuvole pesano tonnellate e sono sospese ai ganci di gru meccaniche, come se da un momento all'altro potessero staccarsi dal cielo e sfracellarsi sul mondo. E' infatti per la fine del mondo che un uomo, forse l'ultimo sulla faccia della terra, sta piangendo, mentre dei pesci colorati nuotano nelle sue lacrime.
Vagano in atmosfere quasi beckettiane lo strampalato personaggio con le lampadine conficcate nella testa, il pittore che ritrae il volo delle mosche e Google-man, l'abominevole uomo del web, con il corpo dell'Omino Michelin, la faccia cubista del primo Picasso, e le sneakers all'ultima moda.
Con naturalezza l'artista riesce a mescolare immagini provenienti dalle fonti piu' disparate, ma soprattutto a ricreare nei dipinti performance e installazioni che senza la pittura rimarrebbero affidate solo alla parola di un pazzo visionario. E' il caso di one man show, un grande dipinto in cui un essere umano riesce a immortalare l'immagine di se stesso nel futuro con una fotocamera digitale fino ad arrivare a ritrarre la propria morte.
O del quadro in cui singolari architetti si mangiano i palazzi di una citta' appena progettata: immagine che se da un lato puo' alludere a un disperato tentativo da parte dell'uomo di riappropriarsi dello spazio urbano, dall'altro potrebbe richiamare alla mente i recenti fatti internazionali di violenza e distruzione. Ma Picco ci lascia sempre un barlume di speranza anche in prossimita' dell'apocalisse: se in "The flag-maker" la bandiera americana si sta sciogliendo, non e' perche' Jasper Jonhs ha usato materiali scadenti, ma semplicemente perche' questa e' fatta di neve, e un omettino nel paesaggio se la ride forse perche' ci costruira' un immenso pupazzo o, novello David Hammons, la mettera' in vendita al miglior offerente.
Hakinobu Miake
Immagine: Gabriele Picco, The Tears' swimmers, 2006
Francesca Minini
via Massimiano 25 - Milano
Dal martedi' al sabato dalle 12 alle 19.30