Due sculture che sottolineano l'alternanza tra positivo e negativo, sfruttando anche il movimento dell'alluminio, materiale caro all'artista - sia alla ricerca sulla sintesi tecnica tra luce e dinamismo in opere dal formato piu' tradizionale.
Getulio Alviani nasce ad Udine nel 1930. La sua prima mostra personale viene
allestita presso la galleria Mala di Lubiana, siamo nel 1961, e segna l'inizio di un
percorso di ricerca visuale sorprendente, rigorosissimo sul piano teorico ed
estremamente preciso negli sviluppi formali. La sua propensione al rigore
progettuale dell'opera, che gli proviene anche da una attitudine caratteriale, lo
avvicina al clima artistico che in quegli anni si sta sviluppando, determinando una
delle sostanziali svolte estetiche degli anni sessanta: l'arte programmatica e
cinetica di cui Alviani e' tra i primi e piu' lucidi esponenti.
La sua curiosita' e' onnivora, sistematica ed ordinatrice, formatasi a contatto con il
mondo dell'industria dell'ingegneria e dell'architettura...
Osserva la luce in quanto fattore dinamico ed in seguito la sua ricerca si rivolge
alle superfici di acciaio e di alluminio e si formalizza nelle note "Superfici a
tessitura vibratile": le strutture, uniche o moltiplicate modularmente, mutano
grazie alla fresatura, all'incidenza della luce e all'angolazione visiva. Nel 1967
presenta " Rilievo a riflessione ortogonale": un vero e proprio pavimento a moduli
quadrati di acciaio inox specchiante, in cui le vibrazioni orizzontali si alternano
a quelle verticali; camminare su una superficie variabile, specchiandosi nella
propria immagine, crea infatti squilibrio e disorientamento nello spettatore.
La ricerca di Alviani e' da sempre inquieta e polidirezionata ed approda anche nella
creazione di tessuti "positivo-negativo", disegnati nel 1963 per Germana Marucelli, che sono in assoluto i primi abiti "op" mai realizzati.
Il senso del suo lavoro e' da sempre nei capovolgimenti, nei ribaltamenti, nelle
inversioni, negli opposti, nei contrari, nelle antitesi, nei positivi e negativi.
Alviani e' un artista legato da lungo tempo alla citta' di Pescara e negli anni
settanta collabora con le gallerie di Mario Pieroni e Lucrezia De Domizio; cosi'
ricorda questa esperienza "[.] le cose non nascono per forza nei grandi centri dove
le situazioni sono adatte [.] Mario Pieroni decise di fare delle edizioni con opere
di grandi dimensioni, io feci un grande pavimento di acciaio e a questa serie di
edizioni fu dato il nome " dal mondo delle idee">>. Inoltre a Pescara ha partecipato
a due edizioni di Fuoriuso: "Opera prima" e "Caravanserraglio".
La mostra allestita a Vistamare pone attenzione sia alla dimensione ambientale del
lavoro di Alviani - attraverso la costruzione di due sculture che sottolineano
l'alternanza tra positivo e negativo, sfruttando anche il movimento del materiale
metallico a lui piu' caro e congeniale: l'alluminio - sia alla ricerca sulla sintesi
tecnica tra luce e dinamismo in opere dal formato piu' tradizionale.
Tra le sue principali mostre ricordiamo la partecipazione nel 1964 a " Nouvelles
Tendences" al Palazzo del Louvre di Parigi e nel 1965 a " The responsive eye" al
MOMA di New York che acquista alcune opere che entrano a far parte della collezione
permanente.
Nel 1968 e' invitato a Documenta 4 a Kassel. Dal 1981 al 1985 dirige il Museo d'Arte
Moderna di Cludad Bolivar in Venezuela.
Prende parte piu' volte alla Biennale di Venezia (1984,1986 e 1993). Nel 2000 e'
curata una sua rassegna di grafica dalla Galeria Bielska BWA di Bielsko-Biala e sue
mostre personali sono state ospitate a Chelm (1994), Cracovia (1996), Napoli (1998),
Dusseldorf (2000), Bologna, Piacenza (2001), per citarne alcune. Nel 2002 e' alla
Biennale di Buenos Aires e nel 2004 a Milano alla triennale, nello stesso anno
espone alla Kunsthaus di Graz e al Palazzo delle Papesse.
Nel 2004 gli viene dedicata un'antologica dal Museo di arte moderna e contemporanea
di Bergamo.
Getulio Alviani
Artista tra i piu' significati a livello internazionale per tutti gli anni sessanta e
inizio settanta quale protagonista di quella corrente artistica che e' stata indicata
di volta in volta con i nomi di Optical Art, Arte Cinetica, Arte Programmata. La
sua e' una ricerca che si attiva tra materia e luce, forma e spazio con la produzione
di opere astratte realizzate con la molatura di materiali metallici come l'acciaio e
l'alluminio, opere dalla superficie cangiante che si definiscono e ridefiniscono a
seconda del movimento dello spettatore, ma anche con colori, tele. Con queste opere
Alviani raggiunge gia' agli inizi degli anni sessanta la notorieta' internazionale,
partecipando da allora a numerose mostre personali e collettive come Documenta a
Kassel e a varie edizioni della Biennale di Venezia; ma va altresi' sottolineato come
egli sia uno dei pochi artisti italiani a poter vantare di aver esposto in tre
diverse occasioni nel tempio dell'arte moderna e contemporanea, il MoMA (Museum of
Modern Art) di New York, partendo dalla mitica "The responsive eye", del 1965 a
quella delle "Nuove acquisizioni" dell'anno successivo e infine a "Open Ends" del
2000, mostra in cui il MoMA espone una selezione dei piu' significati 150 artisti del
secondo dopoguerra.
Fin dagli inizi Alviani pensa e pratica un'arte e un'idea dell'arte fondata
sull'analisi sistematica dei fenomeni percettivi, ricercando una loro base
scientifica e oggettivamente verificabile, pensando l'arte come scienza esatta e,
pertanto, non soggetta a libere e soggettive interpretazioni. Un'arte intesa
sostanzialmente come progetto rigoroso. In tal senso Alviani da' concretezza a "idee
le cui opere sono verifiche fenomeniche, verifiche costruttive" consapevole che
tutto e' fisica e chimica e non letterarieta', metafora. Percio' sulle sue opere e su
quelle dei suoi compagni di strada non viene richiesto di farsi un'idea, in quanto
ti viene sollecitata, perche' anche lo spettatore deve avere la chiarezza del
problema posto dentro l'opera: progressione, distorsione, riflessione,
complementarieta'. Nel suo essere arte e vita tutto si compie come 50 % e 50 %,
"Perche' e' l'ottimale. e poi quando si lavora su archetipi non hai mica molte cose;
hai la linea retta e la linea curva e con questo ho costruito tutta la mia vita." E
che pertanto e' la sua arte.
Giacinto Di Pietrantonio
Opening 6 maggio 2006 ore 18.30.
Vistamare
Largo dei Frentani 13 - 65127 Pescara
Orari di apertura: mercoledi', venerdi' e sabato
16.30/19.30. Per visite su appuntamento chiamare negli orari di apertura.