Un pittore del Seicento lombardo. La mostra documenta il percorso creativo dell'artista attraverso settanta opere (dieci tavole, trentanove tele, due affreschi strappati, diciannove disegni) e otto dipinti di scuola, provenienti dai piu' importanti musei italiani.
Un pittore del Seicento lombardo. Ottanta opere
Dal 29 aprile al 25 giugno, nelle sale di Palazzo Cicogna a Busto Arsizio
(Varese), si terra' la mostra “Daniele Crespi. Un grande pittore del Seicento
lombardo" che documentera' il suo intero percorso creativo, attraverso
settanta opere di Daniele Crespi (dieci tavole, trentanove tele, due
affreschi strappati, diciannove disegni) e otto dipinti di scuola,
provenienti dai piu' importanti musei italiani, come la Pinacoteca di Brera,
le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Pinacoteca del Castello Sforzesco
di Milano, la Pinacoteca Ambrosiana di Milano, la Galleria degli Uffizi di
Firenze, e internazionali come il Louvre, il Prado, il Museo delle Belle
Arti di Budapest.
Organizzata dal Comune di Busto Arsizio, con l’Alto Patronato del Presidente
della Repubblica, il patrocinio della Provincia di Varese e della Regione
Lombardia, l’esposizione e' curata da Andrea Spiriti dell’Universita' dell’
Insubria.
Si tratta della prima grande mostra monografica dedicata al pittore
lombardo, dopo che le sue tele furono presentate in diverse occasioni
espositive, come la grande mostra sul Seicento lombardo che si tenne a
Palazzo Reale a Milano nel 1973.
Dominio della Spagna e diocesi governata da Federico Borromeo, Milano gode
all’inizio del Seicento di una straordinaria fioritura artistica: Cerano,
Morazzone, i Procaccini, Tanzio da Varallo ne sono i protagonisti e con loro
Daniele Crespi (1597/1598-1630), morto giovane di peste.
Il progetto scientifico, grazie a numerosi inediti e opere restaurate,
offrira' un’inedita lettura del lavoro di Daniele Crespi, evidenziando le
forti influenze giunte dalle tendenze figurative di ambiente romano, in
particolare dal Cavalier d’Arpino, o da Genova e dagli ordini religiosi
autonomi o ostili a Federico Borromeo, allontanandolo quindi dalle
inclinazioni realiste della Milano borromaica.
Il percorso espositivo documentera' tutte le tappe della sua carriera
artistica, dalla probabile formazione nelle grandi botteghe di frescanti a
Nord-Ovest di Milano (Avogadro, Pozzi), alla scoperta per loro tramite del
tardomanierismo romano; dai contatti precoci con l’ambiente pavese e
piacentino, al supposto viaggio a Genova nel 1622, all’influenza combinata
di Morazzone, Cerano, Moncalvo e Giulio Cesare Procaccini; dalla formazione
verso il 1623 di un proprio linguaggio classicista e di una propria scuola,
alle grandi committenze per gli Ordini religiosi, a cominciare dal progetto
globale per Santa Maria della Passione per il Giubileo del 1625; proseguendo
con la ricca produzione di dipinti sacri e di ritratti, l’incontro con
Vela'zquez e per suo tramite con Ribera e Murillo.
La mostra testimoniera' anche il suo impegno per le due grandi Certose di
Milano e di Pavia e la continuazione del suo linguaggio attraverso la sua
scuola, con il ruolo del Maestro del San Sebastiano Monti.
La mostra di Palazzo Cicogna avra' un ideale collegamento con il territorio
grazie a un itinerario che unisce i luoghi dove sono tuttora presenti opere
del Crespi: le chiese di Milano (Certosa di Garegnano, Sant’Alessandro,
Santa Maria della Passione, Sant’Eustorgio e San Vittore), di Pavia
(Certosa) e di Novara (San Marco).
Catalogo Silvana Editoriale
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Palazzo Cicogna
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Orario: Da martedi' a domenica 10-19; giovedi' 10-22. Lunedi' chiuso
Ingresso libero.
Visite guidate su prenotazione (0331 323475 - 0331 326348)