Contrappunti. L’artista usa il bitume che scioglie nell’acquaragia e lega con l’olio di lino creando una materia pittorica grumosa, scura e volutamente bruna. A cura di Maurizio Vitiello.
Contrappunti
a cura di Maurizio Vitiello
Al Centro Culturale “Il Ritrovo dell’Arte", in Via Leopardi 6 Acerra (Napoli) sara'
inaugurata domenica 30 aprile 2006, alle ore 11, e restera' aperta sino a giovedi'
18 maggio 2006 la mostra, curata dal critico partenopeo Maurizio Vitiello,
intitolata “Contrappunti", con opere ad olio ed in tecnica mista di Massimo
Marangio.
L’artista, nativo di San Pietro Vernotico, dove Domenico Modugno ha vissuto in
tenera eta', lavora tra il Salento e la zona di Campobasso ed, al momento, sta
preparando una teoria di mostre in Puglia, Toscana, Molise e Campania.
Alle ore 12 incontro con Maurizio Vitiello, che presentera' la rassegna espositiva,
ed interventi di Pino Cotarelli, Mimmo Fatigati, Franco Lista, Giovanni Iaquinta,
Antonino Scialdone.
Scheda della mostra “Contrappunti"
Massimo Marangio (ma Giuseppe all’anagrafe) e' un artista che vive tra il Salento ed
il Molise.
Le sue redazioni, iniziate nell’ambito della “Scuola Salentina", indirizzano i
fruitori a riflettere su motivi di ieri ed a raccogliere istanze interessate a
ripassare amori di una terra dalla storia antica.
Le sue interpretazioni paesaggistiche risultano estroflessioni linguistiche di un
voluto ventaglio dialettico, regolato da note coordinate da un dolente
espressionismo astratto, che alludono a quel territorio che volge lo sguardo verso
l’est del mondo, che suggerisce fascini esotici, tristezze secolari, atmosfere
gravide di suggestioni, problematiche intense.
Massimo Marangio con il recupero di materiali poveri ed il dominio di tecniche
particolari prepara supporti su cui s’alternano versioni cromatiche estreme ed
insistono segni, segnacoli e segnature, nonche' sottrazioni calcolatissime.
L’artista usa il bitume che scioglie nell’acquaragia e lega con l’olio di lino e
questa materia pittorica grumosa, scura, volutamente bruna, che ci collega e ci fa
pensare ad un giovanile e gestuale-informale Salvatore De Curtis, di Napoli, e ad un
materico-informale Pino Pingitore, di Spezzano della Sila (CS), ma che vive e lavora
a Catatnzaro, nonche' a Polidoro Caldara da Caravaggio, per alcune tavole brunite in
esposizione al Museo di Capodimonte di Napoli, inclina i pensieri alle radici di un
tempo indefinito e quasi sfida il concetto di paesaggio.
Massimo Marangio sa perfettamente inquadrare il lavoro, la voglia di esserci e di
proseguire ed ormai ha scelto tre colori per sostanziare rese cromatiche certe,
forti, sicure.
Il bitume steso e, poi, sottratto gli permette di raccontare la storia
attraversandola nelle sudate trasparenti filigrane del tempo.
Il blu di prussia lo convince ad imprimere forza nella strutturazione bituminosa,
che si rannuvola o si stinge nella fisarmonica dei suoi pensieri, rideterminata e
riflessa in colpi precisi di pennello, ma il rosso carminio, lo fa vivere, gli da'
respiro, gli permette di stendere un sottilissimo “fil rouge" di allarmi e di
consistenze vitali.
“Ulivi del Tempo"
In questa serie, davvero molto cara a Massimo Marangio, si avverte tutta la forza
della terra, nonche' il radicamento orgoglioso di un pugliese che negli alberi
d’ulivo ritrova pace e serenita' d’animo tanto da pensare di trasformarli in persone,
in una rete di corpi; si' da umanizzarli per renderli partecipi di considerazioni
interiori ed intestine.
Il bravo pittore pugliese ha attraversato l’area delle ricerche figurative,
intercettando ed incrociando direzioni diverse, ma sempre legando la dovuta
riflessione sulla condizione umana al tema nobile della natura.
Negli ultimissimi anni i suoi dipinti hanno acquistato un largo e profondo respiro
scenografico con un’aria metamorfica che puntualizza sulla dualita'.
Nell’interessante mondo pittorico di Massimo Marangio, tra desideri incolmabili,
sogni, illusioni, miti e realta' irriducibili riaffiorano prepotenti le tracce della
magnetica attrazione verso la natura e s’impone, quindi, di nuovo l’amore per il
paesaggio. E’ un amore prevalente, quasi di valore assoluto, un atteggiamento visivo
che s’indirizza ad essere pensiero ecologico, nostalgicamente protettivo.
Massimo Marangio conserva idealmente e visivamente intatta l’impossibile salvezza
della natura e, quindi, del paesaggio con il plausibile, delicato ed affettuoso
“inganno" antropomorfico e, cosi', l’uomo diventa “natura morta" dell’eternita'.
Per comprendere il senso ed il valore di questa sua produzione non si puo' non tener
conto delle sue innervate radici pugliesi.
“Slittamenti in Rosso"
Le donne slegate da qualsiasi piano etico si dimostrano in corpi nudi in tutta la
loro franchezza naturale e solo in tre punti sono “toccate" e “rivestite" da tocchi
di colore, di “vernice".
Questi forti e squillanti rimandi cromatici risultano virgole di pungoli ottici, che
stazionano su addensamenti contenutistici.
Il pittore non si lascia coinvolgere da derive astrattizzanti, ma affronta con
particolare determinazione il processo di analisi del reale, proponendosi di
avanzare una sua particolare lettura di un codice pittorico, mantenendo, come
raggiungimento, l’unita' morale ed estetica di un afflato lirico sorgivo e ricco di
naturalita' decise, marcate volutamente, quasi sfioranti incipienti volutta'.
Il supporto, tela o legno, ma quest’ultimo preferito per far sollevare in ridondanze
plastiche grumi matrici ed ispessimenti bruni di alto valore timbrico, su cui si
stacca, nelle sue definizioni carnali e nelle sue punteggiate sottolineature,
manifesta e prorompente, la donna, quale simbolo fertile della vita.
E su tre punti, quasi segnaletici del corpo femminile, nelle opere che da mesi
produce l’artista notiamo un significativo e generoso uso di giro della gamma del
rosso: dal rubino al sanguigno, dal vermiglio al pompeiano, dal lacca al carminio,
dal bordeaux al magenta … .
Vuol essere un richiamo alla bellezza di un colore con tutte le sue sfumature che
anche la donna sa avere. Maurizio Vitiello
Inaugurazione: domenica 30 aprile 2006, alle ore 11
Centro Culturale “Il Ritrovo dell’Arte"
Via Leopardi 6 - Acerra (NA)
Orario: Tutti i giorni 16-20, festivi per appuntamento (tel. 081 5209823).