La mostra rappresenta una modalita' armonica di utilizzo di discipline conglobanti nelle arti visive applicate: fotografia, fumetto e illustrazione si alternano in una comune ispirazione creativa, quella che scaturisce da Genova.
Esposizione di arti visive applicate
“D’arte e di vita" rappresenta una modalita' armonica di utilizzo di discipline
conglobanti nelle arti visive applicate: fotografia, fumetto e illustrazione si
alternano in una comune ispirazione creativa, quella che scaturisce da Genova, con
il suo mare, i suoi vicoli, i suoi profumi, vissuti dal sentire profondo di un
grande suo figlio, Fabrizio De Andre', e rivissuti e liberamente interpretati da un
gruppo di artisti, giovani emergenti e firme autorevoli, accomunati dall’amore per
l’arte e dall’emozione-ricordo per il cantautore che “ha preso i cuori" di tutti
noi.
I racconti per immagini sono egregiamente supportati dalla documentazione artistica
di 18 riproduzioni fotografiche in b/n di Adriano Silingardi. L’esposizione ha
potuto anche arricchirsi grazie al contributo della Capitaneria di Porto-Guardia
Costiera di Genova che ha fornito, oltre a 12 foto appartenenti al proprio archivio
storico, una presentazione multimediale di Mauro Bianchini, finalizzata a
testimoniare il tragico affondamento della London Valour.
Le 34 elaborazioni grafiche, dai colori pieni o sfumati, dai neri densi o
acquerellati, sono firmate da: Anselmo, Bagliani, Cacciabue, Crivello, De Pasquale,
Dupont, Faccini, Franzo', Galleano, Leto, Livi, Maio, Marciante, Origone, Padovani,
Tosi.
Ed ecco in mostra le canzoni-poesie: La Citta' Vecchia, Via del Campo, Bocca di Rosa,
Creuza de Ma, A Pittima, A Dumenega, A Cumba, Me'gu Me'gun, Un Giudice, Sidone, Sina'n
Capuda'n Pascia', A cimma, Da a me riva, Le acciughe fanno il pallone, Dolcenera, Il
Fannullone…
Ciascuna interpretata e rivisitata da ciascuno attraverso le proprie memorie, le
proprie libere associazioni, il proprio sentire… ma sempre in punta di piedi.
..
L'iniziativa e' realizzata con il contributo della Provincia di Genova-Assessorato
alla Cultura, finanziata con fondi delegati della Regione Liguria. Ha il patrocinio
del Comune, della Provincia e della Regione Liguria, oltre al patrocinio morale
della Fondazione De Andre'.
Genovese, Homo Faber
di Ferruccio Giromini
Puo' sembrare strano, forse incongruo, o addirittura forzato, un connubio tra le
canzoni di Fabrizio De Andre' ed immagini narrative “leggere" quali si considerano di
solito quelle del fumetto e dell’illustrazione. Ma, a parte il fatto che in questo
XXI secolo, in cui piu' enorme e' la confusione sotto il cielo, pare dimostrato che le
tradizionali categorie di “leggero", “alto", “intelligente", “divertente",
“corretto", “cretino", eccetera sono state ampiamente scompigliate e rese vieppiu'
inafferrabili, d’altronde non si presentava come “leggera" anche la musica di
Fabrizio? (Appunto. A dimostrare che le parole possono essere interpretate davvero
come si vuole, nemmeno fumetti e illustrazioni meritano in blocco definizioni
pregiudiziali di comodo).
Diciamo piuttosto che tanto la confezione della canzone d’autore quanto
l’allestimento delle immagini narrative - in sequenza o isolate, anche fotografiche
- presentano in comune la messa in pratica di speciali perizie artigianali, al
minimo, che possono sfociare anche in risultati pienamente artistici. Anzi, tanto
gli autori di canzoni quanto quelli di narrativa grafica spesso rivendicano con un
certo orgoglio la propria appartenenza alla sempre piu' ristretta cerchia
dell’artigianato: un vero titolo d’onore in tempi che, di fatto, perlopiu' chiedono
ritmi di lavorazione sincopati per sfornare infine prodotti industrializzati, di
fogge predefinite e tendenti all’anonimato della massificazione.
Allora c’e' pure chi preferisce lasciare ad altri l’Arte, quella pomposamente
maiuscola che stima di indirizzarsi a pochi eletti, proprio per avere il privilegio
di potersi rivolgere ad un pubblico piu' ampio e, magari in piccolo, godere pero'
comunque di un successo piu' “popolare".
Ma in genere scrivere una canzone o illustrare un racconto non sono affatto attivita'
che si costruiscano con gli stampini. Una volta raggiunta la piena padronanza del
mestiere, certo, capita che qualcuno di questi ostinati artigiani sopravvissuti al
mercato-squalo si adagi sulle esperienze acquisite e si accomodi in un proprio
manierismo, ma di solito invece permane la distintiva fatica di una lenta e duratura
applicazione creativa, quel santo sudore dolce e quel sacro olio di gomito che
spesso le frenesie dell’artista tutto istinto-genio-sregolatezza disprezzano e
rifiutano.
Grandi artigiani, dunque, come razza in via di estinzione? Forse. Pero': in tale
rifiuto della magniloquenza e in questa scelta del tutto aristocratica di superiore
(quando non suprema) mediocritas, non riconosciamo anche un sentire specificamente e
tradizionalmente ligure? Non sara' proprio per questo che Genova e la Liguria hanno
dato nomi numerosi e importanti alla storia della canzone d’autore e della
letteratura disegnata del Novecento? Non ci sara' qualcosa nell’acqua dolce che tutti
i giorni beviamo e nell’acqua salata che tutti i giorni guardiamo a creare
combinazioni speciali nelle misteriose spirali ed elica del nostro dna?
Porsi domande puo' essere anche, paradossalmente, piu' gratificante che trovare
risposte. L’indeterminatezza, per assurdo, puo' rappresentare una ricchezza.
Intendiamo che mantenere aperte le situazioni e le discussioni, senza spiattellarne
soluzioni precostituite, idealmente le allarga sino all’infinito. Cosi' ognuno, poi
anche nel rispettivo pubblico, ci potra' mettere del suo; e quindi rendere anche un
po’ sua l’opera. E' cio' che fanno le migliori canzoni d’autore, in grado di suscitare
sensazioni e suggerire atmosfere, allorche' grazie ad accorte reticenze diventano
poesia; ed e' cio' che smerciano le migliori storie illustrate, per definizione
indefinite, in grado di permettere alla fantasia del lettore di aggiungere
particolari e suoni e movimenti e significati li' dove questi sono appena suggeriti.
Cosi' i due linguaggi si ritrovano a condividere il favore soprattutto dei giovani,
che a porsi domande sono piu' abituati, che alla sintesi e alla metafora poetica sono
piu' sensibili, che intonandosi con spontaneita' ai diversi ritmi (battere-levare,
bianchi-neri, vuoti-pieni) sanno abbandonarsi appieno ed essere piu' dionisiacamente
felici.
Ecco perche' le indimenticabili canzoni di Fabrizio De Andre' e le interpretazioni
grafiche che ne danno i suoi conterranei maestri dell’immagine e dell’immaginazione
possono incontrarsi con serena cordialita' su un medesimo terreno, a Genova. Tra loro
s’intendono: parlano una stessa lingua ligustica, visionaria e scanzonata, ora in
recitativo individuale, ora in corale. Perche' chi disegna ama lavorare ascoltando
musica. Perche' chi racconta, con la musica come con le forme e i colori,
regolarmente ricorre a ellissi, reiterazioni, idealizzazioni, iperboli, sospensioni…
Perche' l’uno e gli altri lavorano di fantasia, e di fantasia fanno lavorare le loro
platee. Perche' in tanti hanno da raccontare dell’amore perduto, dell’amore cieco o
della vanita', una storia sbagliata, una smisurata preghiera. Perche' piu' d’uno e' un
fannullone, o gia' sulla cattiva strada. Perche' a Genova tutti respirano gli odori
della citta' vecchia, anche senza andare per forza in via del Campo. Perche' qui c’e'
ancora chi puo' e sa morire per delle idee. Perche', perche', perche'.
E ci sono di sicuro cose che dimentico. E allora basta con questo lungo girotondo. E
adesso tocca a te, smaliziato lettore: volta la carta…
Inaugurazione: 6 maggio ore 17
Satura
piazza Stella 5/1- Genova
Orario: da martedi' a sabato 16:30-19; lunedi' e festivi chiuso