Nobuyoschi Araki
Vanessa Beecroft
Joseph Beuys
Maurizio Cannavacciuolo
Maurizio Cattelan
Santolo De Luca
Giuseppe Desiato
Lucio Fontana
Hans Hartung
Hermann Nitsch
Gabriele Perretta
Sebastiano Dell'Arte
L'esposizione e' la prima di un ciclo che riflette sulle origini e gli esiti dell'ultimo 900. L'itinerario parte da singoli artisti attivi sin dal 1945 e giunge ai primi segnali della medialita' di fine anni '90. In mostra le opere di: Nobuyoschi Araki, Vanessa Beecroft, Joseph Beuys, Maurizio Cannavacciuolo, Maurizio Cattelan, Lucio Fontana... A cura di Gabriele Perretta e Sebastiano Dell'Arte.
Arena del contemporaneo
A cura di Gabriele Perretta e Sebastiano Dell'Arte
Nobuyoschi Araki, Vanessa Beecroft, Joseph Beuys, Maurizio
Cannavacciuolo, Maurizio Cattelan, Santolo De Luca, Giuseppe Desiato, Lucio
Fontana, Hans Hartung, Hermann Nitsch, Claudio Parmiggiani, Michelangelo
Pistoletto, David Salle, William Scott, Andres Serrano, Frank Stella, Michele
Zaza.
Curata da Gabriele Perretta e Sebastiano Dell'Arte Declinazioni &
Storie.Dall'arena del contemporaneo ai segni mediali.L'esposizione e' la
prima di un ciclo di nuove riflessioni sulle origini e gli esiti
dell'ultimo '900. L'itinerario,partendo da singole vicende di artisti
attivi sin dal 1945, giunge sino ai primi segnali della medialita'
tardonovecentesca,consolidatasi intorno alla fine degli anni '90. In
mostra ci sono le opere di artisti scelti con un'attenzione storica che si
muove a tappe e scandisce, su frammenti di biografie in un certo senso
astratte, i passi della condizione dell'arte dal dopoguerra fino ai giorni
nostri.Le declinazioni sono i differenti modi degli artisti di imporre la
propria biografia poetica e le storie sono i diversi metodi di mostrare le
tracce del proprio stile.
L'idea dell'''arena del
contemporaneo'' ,invece,e' mutuata dalla terminologia critica
dell'Espressionismo astratto che,del resto, attraverso la teorizzazione
dello spazio astratto degli anni '40, potrebbe essere considerata come
anticipatoria del caos mediale che si protrarra',dalla fine degli anni '80
in poi, in tutte le vicende artistiche. Si tratta, dunque, di una lettura
inconsueta dell'ibridazione tra arte e media, che tenta di dimostrare,
vagando a zig zag e senza seguire un itinerario storico ordinario, quanto
sia stato importante per l'affermazione dell'immagine mediale la linea
concettuale e astratta del secondo Novecento.
Infatti,l'obiettivo e' anche
quello di mostrare in chiave critica come il dibattito odierno sia
banalmente condizionato da una imitazione della pittura figurativa o
figurata fine a se stessa. Non a caso, all'inizio del discorso sui media e
l'iconografia, Perretta utilizza un concetto di opera aperta tracciato da
Paul Klee, che tenta di smuovere il vecchio razionalismo e giunge al grado
di essenza accidentale ed espansa della materia, per dar corpo ad una
nuova astrazione mediale che disegna i suoi confini in una ''
vibrazione cromatica e in una realta' tecnologicamente avanzata''. Quindi,
dall'astratto al reale l'esito none' piu' quello di scendere nel mondo, ma
di essere assorbiti in una nuova grande finzione, vittime di una mimesi
derealizzata tra tangibile ed immaginario.
La mostra e' accompagnata da un ricco catalogo, in cui vengono pubblicate
foto di opere degli artisti in mostra, scritti di Gabriele Perretta, che
vanno al dila' della considerazione storica, e dei frammenti poetici di
scrittori e autori del secondo Novecento.
Inaugurazione: 16 Maggio 2006, ore 19
StudioSei Arte Contemporanea
Viale Regina Giovanna 6 - Milano
orario: 10 - 19 dal martedi' al sabato; domenica e lunedi' su appuntamento