La relazione tra spazio, luce e forma e' al centro della sua ricerca dagli esordi negli anni '50 ad oggi. Il suo lessico e' composto da superfici e non colori. I lavori esposti, sono stati realizzati quasi tutti nel corso del 2006, fatta eccezione per Superficie bianca, ideata nel 1999. L'opera puo' essere considerata una sorta di punto di partenza dal quale scaturiscono le altre.
La relazione tra spazio, luce e forma e' al centro della ricerca di Enrico
Castellani, protagonista di una mostra personale nella sede napoletana della
Galleria Lia Rumma.
I lavori esposti, sono stati realizzati quasi tutti nel corso del 2006, fatta
eccezione per Superficie bianca, ideata nel 1999. L'opera puo' essere considerata una
sorta di punto di partenza dal quale scaturiscono tutte le altre. Il modulo intorno
al quale e' articolata l'opera e' il quadrato. Quattro tele bianche quadrate si
incastrano tra loro, formano un moto rotatorio e lasciano un piccolo quadrato vuoto
al centro. La superficie liscia delle tele e' interrotta da un rombo disegnato dalle
sporgenze dei chiodi, posti sul retro delle tele. In questo modo, Castellani,
individua e isola una porzione di spazio, rispettando un preciso rigore geometrico e
ci porta a riflettere sulla percezione e sulle categorie che applichiamo alle cose.
Il rombo, infatti, puo' anche essere considerato come un quadrato posto
diagonalmente. In altri lavori esposti si ritrova lo stesso processo di isolamento.
In alcuni casi, singole parti della tela si appiattiscono interrompendo la ritmica
alterazione della superficie determinata dalla sporgenza dei chiodi.
Il lavoro di Enrico Castellani, dagli esordi negli anni Cinquanta ad oggi, ha
mantenuto un estremo rigore e ha dimostrato una coerente linea di continuita'. Il
quadro non e' piu' da considerarsi il luogo della finzione artistica, ma costituisce
una materia a se' stante. La soluzione adottata e' di tipo oggettuale e prevede la
costruzione di una centina fatta di chiodi e posta sul retro della tela. In questo
modo, la pressione flette il tessuto e determina sulla struttura un rilievo
discontinuo. La sua indagine, quindi, e' incentrata sull'essenza del fare pittorico e
punta alle componenti principali che ne determinano gli sviluppi. Il suo lessico e'
essenziale, composto da superfici e non colori. Il suo lavoro imposta e risolve la
questione della resa di una dimensione altra, rispetto ai limiti spaziali della
tela. Le sue opere diventano organismi vibranti, sui quali la luce procede, indugia,
si sofferma, per poi determinare infinite ombre.
Enrico Castellani (1930, Castelmassa - Ro) si impone sulla scena artistica italiana
a partire dalla fine degli anni Cinquanta, quando, con Vincenzo Agnetti e Piero
Manzoni, fonda nel 1959 prima la rivista Azimuth e successivamente la galleria
Azimut.
Tra le prestigiose rassegne alle quali partecipa, vanno ricordate la Biennale di
Venezia del 1964 e Documenta 4 del 1968, a Kassel. Negli ultimi anni ha realizzato
delle personali a Palazzo Fabroni, a Pistoia nel 1996, alla Galleria Civica di Arte
Contemporanea di Trento nel 1999, alla Fondazione Prada a Milano nel 2001, al
Kettle's Yard di Cambridge nel 2002 e al Museo Puskin di Mosca nel 2005/2006. Negli
spazi della Galleria Lia Rumma e' stato protagonista di due mostre, a Napoli nel 1986
e a Milano nel 1999.
Immagine: Superficie bianca, 2003
Inaugurazione mercoledi' 24 maggio 2006, ore 19.30