Corrono veloci i percorsi di Rottichieri, in atmosfere allucinate dove la quotidianita' diventa surreale oppure lasciano che lo sguardo proceda soffermandosi sui particolari, tappe che diventano percorsi a loro volta. A cura di Lorenzo Argentino.
Percorsi
a cura di Lorenzo Argentino
“Corrono veloci i percorsi di Fulvio Rottichieri, in atmosfere allucinate dove
la quotidianita' diventa surreale; oppure lasciano che lo sguardo proceda passo
passo soffermandosi sui particolari, tappe che diventano percorsi a loro volta:
fili d'erba, ciottoli, granelli di sabbia, lampi di luce, zolle spaccate, terra
e neve. Alcuni percorsi sono chiusure, altri si interrompono dove lo sguardo
tocca la fine, altri invece sono finestre, salti, orizzonti dilatati in citta'
sognanti e senza peso. Miraggi essenziali disegnati dalla luce e illusioni
dell'obiettivo diventano reali. Bagliori e geometrie scandiscono i ritmi dello
spazio e impalpabili architetture si fanno concrete, in vettori che non
ammettono diversioni.
L'uomo e' una presenza implicita: e' l'occhio, che coglie
la legge dei rapporti tra le cose, la mente, che rileva la cogenza e
l'efficacia dell'argomentazione prospettica. L'uomo e' l'esistenza costretta nei
corridoi dell'abitudine, dove trite e ritrite sono le stanze e dove luci ed
ombre si susseguono con rigore premeditato. Oppure e' una speranza, la via
diritta dell'evasione, decisa come una freccia, un piccolo miracolo. Ogni
percorso e' un'emozione, ogni passo un pensiero, la meta un destino da
indovinare. L'obiettivo intuisce possibilita'. E la forza di ogni bivio e' la
possibilita' di un altro destino, una svolta che puo' essere radicale. I percorsi
rinviano all'infinito complementare delle loro negazioni, mai esaurito - almeno
nello spazio del pensiero e nell'occhio della macchina.
Non sono numerabili,
come i respiri di un'esistenza, di cento esistenze possibili, di mille. L'uomo
cos'altro e' se non possibilita', decisa di volta in volta in un lancio di dadi?
La responsabilita' e il caso si scambiano le maschere e fanno oscillare
l'altalena su cui siamo sospesi. Le strade silenziose di Fulvio Rottichieri
alludono forse all'ultima scelta, quella che dobbiamo fare da soli, senza aiuti
e senza alibi. In questi paesaggi spesso vuoti, la strada, la prospettiva che
percorre e imprime direzione allo spazio, la meta intuita la' in fondo sono
tracce fisiche e possibilita' visibili catturate dall'obiettivo fotografico:
metafore concrete di tutte le scelte, giocate e da giocare."
Testo critico di Vera Maria Carminati
Inaugurazione: 22 maggio 2006 ore 18.39
Circolo Culturale Bertolt Brecht. Spazio2 - Giovanola
Via Giovanola, 21/c - Milano