Kendell Geers, Seydou Keita, Samuel Fosso. Opere fotografiche chiare con contorni precisi, composizioni semplici, stoffe, ornamenti e monili tipicamente africani per Fosso e Keita, cui si ricollegano anche i lavori di Geers, una rappresentazione del sociale che pero' denuncia con piglio piu' austero la mancanza di liberta'.
Tre artisti africani
Opere fotografiche chiare con contorni precisi, composizioni semplici,
stoffe, ornamenti e monili tipicamente africani, sono tutti elementi che
ritroviamo negli scatti realizzati in studio da Fosso e dal maliano
Seydou Keita. Di seguito per ciascun artista la descrizione di come essi
rappresentino la societa' e l’appartenenza alla cultura moderna
post-coloniale, Fosso ritraendo se stesso in pose “teatrali" e Keita
invece ritraendo tutti coloro che volevano lasciare un segno tangibile
di quello che era la loro cultura e collocazione sociale in quel preciso
momento rafforzando l’immagine attraverso la presenza di oggetti da loro
stessi scelti (telefoni, piante, radio, macchina…). Cosi' anche se in una
forma diversa di rappresentazione si collega il lavoro di Kendell Geers,
e' sempre una rappresentazione del sociale ma in forma solo piu' di
denuncia per la mancanza di liberta'.
Samuel Fosso
nato in un piccolo villaggio del Camerun nel 1962
Lo studio aperto nel 1975 a Bangui quando Fosso aveva solo 13 anni,
terminato il lavoro quotidiano, si trasformava in uno spazio di
autorappresentazione, un laboratorio di idealizzazione e
teatralizzazione. Attraverso gli autoritratti e' percepibile la ricerca
della propria identita' tramite la trasgressione e la ribellione nei
confronti di una realta' opprimente e difficile. Il suo lavoro viene
riconosciuto ufficialmente nel 1993 con Bernard Descamps, che portera' le
opere dell’artista alla prima mostra di fotografia africana (oggi
Biennale di Bamako). Fosso anticipando le correnti della fotografia
postmoderna inventa il suo palcoscenico di performances. Inizialmente si
ispira alle star, alle icone patinate di cantanti e personaggi famosi,
riprese da copertine di dischi e pagine di riviste occidentali alla
moda. I suoi autoritratti praticano una vera e propria rivoluzione,
esaltando i temi politici e sociali attraverso la dimensione del
pensiero.
Kendell Geers
1968, Johannesburg, Repubblica Sudafricana - vive e lavora a Bruxelles,
Belgio
Dalla fine degli anni Ottanta, ha dedicato il suo lavoro alla
connessione esistente tra arte concettuale e ruolo politico.
Nelle “performances", come nelle installazioni, l’artista ha creato un
vasto spettro di azioni simboliche e concrete che possono essere
interpretate sia come gesti di resistenza politica magrorocca@tiscali.itdiretta, sia come
appropriazione delle tradizioni concettuali dell’arte moderna.
Saranno esposte solo alcune delle opere fotografiche della serie
“Documenta 11, Suburbia“ del 1999, si caratterizza in una serie di
fotografie che documentano le precauzioni di sicurezza adottate nelle
case di Johannesburg, “dove le persone proteggono se stesse creando
delle prigioni in cui condannano se stessi a vivere liberamente una vita
di detenzione e la chiamano liberta'".
Seydou Keita
1920 - 2001 - Barnako, Mali, West Africa.
E' da considerarsi il precursore piu' importante della fotografia
africana. Scopre in giovane eta' una profonda passione per questa arte. E'
Pierre Garnier ad insegnargli i segreti del commercio, nel 1948 apre il
suo studio, e con difficolta' inizia a convincere la popolazione locale
a farsi riprendere dall’obiettivo. La sua spontaneita' e' presto
apprezzata, dando la possibilita' di scegliere anche a chi esponeva la
propria immagine di valorizzarne l’espressione, con costumi, gioielli,
mobilio… Se si osserva oltre l’estetica delle immagini in bianco e nero,
Seydou ci mostra un “portrait" della societa' Malinese nella transizione
completa, tra tradizione locale e influenza occidentale.
Inaugurazione: mercoledi' 24 Maggio 2006 ore 18.30
Galleria Magrorocca
largo Fra' Paolo Bellintani - Milano
Orari: 10.00-12.30 e 15.30-19.30. Lunedi' e festivi chiuso