Opere 1997-2003. Le sculture di Stockholder sono accumulazioni di oggetti - lampade secchi tappeti pellicce tronchi d’albero ferramenta - che l’artista combina in modo apparentemente illogico, dando vita a quadri tridimensionali caotici che confondono lo spettatore. “Uso la materia come luogo di finzione, fantasia e illusione".
Opere 1997-2003
Dopo la retrospettiva che le hanno dedicato la GAM di Torino e il PAC di Ferrara nel 2005, ora la Galleria Raffaella Cortese organizza una mostra di Jessica Stockholder con opere realizzate tra il 1997 e il 2003.
Le sculture di Stockholder sono accumulazioni di oggetti - lampade secchi tappeti pellicce tronchi d’albero ferramenta - che l’artista combina in modo apparentemente illogico, dando vita a quadri tridimensionali caotici che confondono lo spettatore.
Non solo da un punto di vista materico, ma anche da un punto di vista cromatico, le opere di Stockholder sono “scomode" e difficili da percepire. Anche se osservate in senso pittorico, esse non presentano alcun punto di fuga e non rivelano alcuna traiettoria per lo sguardo.
Gli oggetti piu' ordinari vengono trattati come tasselli - pixel - e assemblati insieme per arrivare ad una costruzione extra-ordinaria, un caos meticoloso che togliendo significato agli oggetti inevitabilmente rivolge una critica acida all’effimero e al superfluo della vita quotidiana.
In un’intervista con Lynne Tillman, Jessica Stockholder afferma: “Uso la materia come luogo di finzione, fantasia e illusione". Sembra quindi che le sue sculture possano essere lette anche da un punto di vista narrativo, al limite tra gioco linguistico e non-sense.
Questo e' facilmente riscontrabile nella scelta di non dare un titolo alle opere, ma di apporre sempre maniacali liste di materiali a fianco della dicitura “Untitled".
Jessica Stockholder e' nata a Seattle, Washington nel 1959.
Vive e lavora a New Haven, Connecticut.
Raffaella Cortese
Via A.Stradella, 7 - Milano