Galleria Glance (Vecchia sede)
Torino
via San Francesco da Paola, 48/E
348 9249217
WEB
Katherine Bernhardt
dal 9/6/2006 al 20/7/2006
martedi' - sabato 15.30-19.30 o su appuntamento

Segnalato da

Luca Vona




 
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9/6/2006

Katherine Bernhardt

Galleria Glance (Vecchia sede), Torino

La dolce vita. Nei lavori in mostra alla rappresentazione dello star-system che popola le riviste patinate americane si aggiunge l'elemento dissacrante e deformante della polemica sociale. Nei suoi dipinti gli accumuli e le sgocciolature di colore ritraggono una galleria di personaggi in una dimensione a-temporale.


comunicato stampa

La dolce vita

Nella sua pittura Katherine Bernhardt - alla sua prima personale italiana - sembra dare vita a un pantheon di divinita' ancestrali e selvagge. In realta' gli accumuli e le sgocciolature di colore ritraggono una galleria di personaggi a vario titolo celebri, indossatrici e cantanti pop (si va da Kate Moss, a Bjork, da John Galliano a Paris Hilton).

La dimensione a-temporale, in qualche modo eterna, in cui vengono solitamente confinati dalle masse questi moderni de'i e' messa in risalto dagli sfondi quasi sempre monocromi -spesso neri- o attraversati da motivi simbolici che evocano potere, successo ed edonismo, come fiori dalle forme falliche, esplosioni di fuochi d’artificio, loghi di affermate marche commerciali.

Spesso la figura umana e' sopraffatta dagli stessi prodotti di consumo (gioielli, abiti alla moda, accessori di lusso). Le ampie strisce di ombretto e le labbra voluttuose esaltate dal trucco, conferiscono alle protagoniste dei dipinti un aspetto conturbante e selvaggio, che richiama certamente le “Donne in strada" di Kirchner e le “Desmoiselles" di Picasso, a loro volta debitrici dell’arte africana.

Le ansie espressioniste che traspaiono dal tratto nervoso con cui e' stato steso il colore sono stemperate da un approccio fortemente ironico. Permane comunque nell’estetica di Katherine Bernhardt un atteggiamento critico che rende questi lavori molto diversi dall’iconografia della societa' dei consumi proposta in passato dall’arte Pop. In quel caso infatti ci si soffermava in primo luogo sull’immagine, sull’esteriorita' del prodotto, sull’ossessiva riproduzione del brand, sulla “piattezza" dell’universo consumista.

Ma la violenza formale, la pennellata densa e aggressiva, i colori dissonanti dei dipinti di Katherine Bernhardt, vogliono andare oltre la superficie dell’oggetto di consumo, offrendone un’ interpretazione “viscerale", dove il punto di vista del soggetto, sempre in bilico tra rispecchiamento e idiosincrasia, gioca un ruolo fondamentale.

Alla rappresentazione dello star-system che popola le riviste patinate americane (operazione gia' messa in atto da un pittore come Alex Katz) si aggiunge, nei lavori in mostra, l’elemento dissacrante e deformante della polemica sociale. Risorge quel senso di “disagio della civilta'" che gia' poteva essere percepito nella pittura espressionista tra le due guerre, nella Funk Art americana, nel Chicago Imaginism, nell’attitudine irrazionale dell’Action Painting.

Lo stesso senso di fallimento - o di tradimento - degli ideali umanitari predicati dalla cultura borghese sembra attraversare la pittura di Katherine Bernhardt, che non rappresenta un caso isolato ma la conferma della riscoperta, nell’arte nordamericana, non solo della pittura e della figurazione, ma anche di una nuova coscienza nazionale, di una sensibilita' nei confronti delle contraddizioni di un modello politico, economico, sociale, certamente egemone ma forse ormai inadeguato ad affrontare la complessita' e la conflittualita' del mondo contemporaneo.

Inaugurazione: 10 giugno 18.30-20.30

Galleria Glance
via San Francesco da Paola, 48/E - Torino
Orario: martedi'-sabato 15.30-19.30 o su appuntamento

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