Passaggio al Moderno. Immagini delle Citta' nuove degli anni '30 dall’Italia all’Oltremare: un itinerario contemporaneo attraverso le architetture di fondazione in diverse regioni italiane e nei possedimenti coloniali, in occasione della Festa dell'Architettura. La fotografia rivendica il suo ruolo di sintesi artistica e si dichiara strumento disponibile alla critica d’arte.
Passaggio al Moderno
Architetture di fondazione dall'Italia all'Oltremare.
La Triennale di Milano presenta dal 8 giugno al 25 luglio, nell’ambito delle manifestazioni per la Festa dell’Architettura, una mostra fotografica, realizzata in collaborazione con la Regione Lazio e il Comune di Sabaudia, sulle Citta' nuove degli anni Trenta dall’Italia all’Oltremare, un itinerario contemporaneo attraverso le architetture di fondazione in diverse regioni italiane e nei possedimenti coloniali (Libia, Etiopia, Eritrea e Dodecaneso).
Le Citta' nuove sono, infatti, numerosissime e escludendo quelle piu' note dell’agro pontino (Latina, Sabaudia, Pomezia, Aprilia, Pontinia) rappresentano un patrimonio in gran parte sconosciuto e solo ultimamente rivisitato dalla critica e dagli storici.
Borghi di fondazione si trovano in diverse regioni italiane: citta' rurali in Puglia e Sicilia, citta' minerarie in Sardegna e Istria, insediamenti industriali come Torviscosa in Friuli.
A questi si riaccostano, per la prima volta in questa occasione, gli insediamenti d’Oltremare: progettati contemporaneamente a quelli italiani, sprofondati nell’oblio dalla loro tragica storia, rappresentano un patrimonio ancora consistente e altrettanto ignorato.
Il progetto illustra, quindi, l’importante fase di transizione al moderno dell’architettura italiana negli anni Trenta, nella sua connotazione piu' intimistica, di fondazione (bonifiche, territori recuperati all’abbandono, latifondi, possedimenti coloniali) e di supporto alle nuove programmazioni economiche (agricole, minerarie, industriali, turistiche).
Le citta' nuove e i borghi di fondazione si connotano come essenziali materializzazioni di innovativi parametri architettonici razionali, che nascono in Europa in quegli anni. L’esercizio professionale che le genera, fuori dai condizionamenti celebrativi, disegna i nuovi insediamenti ricercando l’origine funzionale ed una estetica primordiale da citta' ideali del Novecento.
Le fotografie di Donata Pizzi vogliono recuperare l’immagine di una storia reale ma al contempo di un’utopia molto sofisticata e complessa che contraddice la semplicita' delle forme architettoniche. E’ il vivere dell’uomo moderno espresso dalle sue necessita' sociali.
La fotografia in questo lavoro sincretizza due momenti: il bisogno di conoscenza di queste tracce del moderno, non immediatamente percepibili, quasi sempre nascoste tra le pieghe della attuale realta', collocate ai margini di una storiografia distratta e la possibilita' attraverso l’obiettivo fotografico di perimetrarle nel fotogramma, di marginare e quindi di astrarre/estrarre, l’aspetto naturalmente evocativo che genera suggestioni metafisiche ma reali.
Queste tracce, sono oggi ritrovate dall’azione critica della ricerca visuale, mirata agli archetipi piu' significativi che hanno ispirato il concetto di unicita' delle arti, alla definizione dell’unicum estetico-formale nato dalle avanguardie storiche e sviluppato nel corso degli anni Trenta.
E' questo, forse, il modo con cui la fotografia rivendica il suo ruolo di sintesi artistica e si dichiara strumento disponibile alla critica d’arte.
Inaugurazione: lunedi' 7 giugno 2004, ore 18.30
Triennale di Milano
Viale Alemagna, 6 - Milano
Orario: 10.30 - 20.30, chiuso il lunedi'