Bani Abidi
Sarnath Banerjee
Enrico David
Chitra Ganesh
Shilpa Gupta
Alia Hasan-Khan
Runa Islam
Tushar Joag
Amar Kanwar
Sonia Khurana
Huma Mulji
Ilaria Bonacossa
Francesco Manacorda
La collettiva analizza il panorama contemporaneo del subcontinente indiano (Bangladesh, Bhutan, India, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, Afghanistan, Myanmar/Birmania, Maldive), visto come una complessa matrice di popolazioni, idee, lingue, modi di vivere, fedi ed eredita' storiche. In mostra video, installazioni, pittura, scultura a testimonianza di un paesaggio culturale multiforme e sfaccettato. A cura di Ilaria Bonacossa e Francesco Manacorda.
Il Subcontinente Indiano nell’Arte Contemporanea
A cura di Ilaria Bonacossa e Francesco Manacorda
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dedica il 2006 all’Asia e presenta dal 29
giugno all’8 ottobre la mostra SUBCONTINGENTE. Il subcontinente Indiano
nell’Arte Contemporanea, a cura di Ilaria Bonacossa e Francesco Manacorda. La
collettiva analizza il panorama contemporaneo del subcontinente indiano (Bangladesh,
Bhutan, India, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, Afghanistan, Myanmar/Birmania, Maldive),
visto come una complessa matrice di popolazioni, idee, lingue, culture, modi di
vivere, fedi ed eredita' storiche. Il subcontinente e' la regione piu' densamente
popolata del mondo e dunque la piu' differenziata culturalmente, politicamente e
linguisticamente (27 lingue nazionali ufficiali e piu' di 200 non ufficiali in tutta
la regione). L’identita' di questa zona geografica e' il risultato di plurime
interazioni contingenti date dall’incontro tra tradizioni eterogenee e irrisolte
pretese di modernita'. Queste spinte opposte la rendono un subcontinente di
contingenze, un universo sub-contingente. La mostra riunisce ventuno artisti di cui
la maggior parte provenienti da India e Pakistan, e altri che vivono al di fuori di
questa regione e non sono legati etnicamente al subcontinente, ma lo hanno in
qualche modo rappresentato nel loro lavoro.
Gli artisti sono: Bani Abidi, Sarnath Banerjee, Enrico David, Chitra Ganesh, Shilpa
Gupta, Alia Hasan-Khan, Runa Islam, Tushar Joag, Amar Kanwar, Sonia Khurana, Huma
Mulji, The Otolith Group (Kodwo Eshun, Anjalika Sagar e Richard Couzins), Ashim
Purkayastha, Raqs Media Collective (Shuddhabrata Sengupta, Monica Narula e Jeebesh
Bagchi), Sharmila Samant, Tejal Shah & Varsha Nair, Kiran Subbaiah, L.N. Tallur,
Dayanita Singh e taxi_onomy (Celine Condorelli e Beatrice Gibson).
La maggior parte degli artisti espone per la prima volta in Europa e in Italia. La
mostra si articola attraverso molteplici punti di vista e i lavori sono creati con
differenti mezzi espressivi (video, installazioni, pittura, scultura), per
testimoniare un paesaggio culturale multiforme e sfaccettato.
Shilpa Gupta realizza un’installazione di piccole bottiglie di vetro che riportano
sull’etichetta la scritta “Blame" per trasmettere metaforicamente il senso di
colpa; Bani Abidi nella sua video installazione ricrea su uno stesso fatto di
cronaca un fittizio Tg indiano e uno pakistano a indicare il forte potere del plagio
mediatico; Sharmila Samant affronta il tema locale-globale presentando bottiglie di
Coca-Cola provenienti da tutto il mondo , ma contenenti la bevanda tipica di ogni
paese. Il video di Amar Kanwar riporta le immagini di poeti orali che raccontano
situazioni di conflitto socio economico in tutto il Subcontinente. Chitra Ganesh
realizzera' ad hoc un wall-drawing sulle pareti della fondazione, mentre Tejal Shah
e Varsha Nair compiranno una performance legandosi tra loro con un lungo abito
bianco in posizione di tensione e rimanendo immobili e prigioniere in luoghi di
passaggio. La cinepresa di Runa Islam si sofferma sui volti dei guidatori di
riscio', mentre sono a riposo. Li cattura in una sorta di rallentamento temporale
dove solo il variare della luce solare e' indizio dello scorrere del tempo. Fa parte
della mostra il progetto speciale A room of my own di Dayanita Singh, una serie di
fotografie in bianco e nero che attraverso cinema indiani e sedie vuote evocano la
sensazione di assenza.
Il catalogo (ed. Electa) riunira' interviste a professionisti del mondo dell’arte
attivi nella regione, una timeline dell’indofilia sviluppata dal gruppo Otolith;
un contributo speciale di Raqs Media Collective, come controparte critica al
concetto curatoriale, e una conversazione letteraria tra i due scrittori Mohsin
Hamid e Suketu Metha, il primo pakistano ed il secondo indiano.
Il Museo Nazionale del Cinema, nell’ambito della mostra, presso la sala 3 del
cinema Massimo (via Verdi, 18 - Torino), presentera' dal 3 al 10 luglio la rassegna
cinematografica curata da Elena Aime, Off Bollywood. Il Cinema Indiano Oggi. Tra i titoli: Acque silenziose di Sabiha Sumar, Amu di Shonali Bose, Little Terrorist di Ashvin Kumar e Matrubhoomi, a Nation without Women di Manish Jha.
Durante il periodo di mostra verranno realizzati laboratori per studenti delle
elementari, medie e superiori.
Immagine: Shilpa Gupta, Untitled, 2006, C-Prints
Ufficio Stampa Fondazione Sandretto Re Rebaudengo:
Angiola Maria Gili angiola.gili@fondsrr.org 011 3797610
Silvio Salvo silvio.salvo@fondsrr.org 011 3797632
press@fondsrr.org
Inaugurazione 29 Giugno 2006
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
via Modane 16 - Torino
mar/dom, 12/20, gio 12/23. Lunedi' chiuso.
Intero € 5 , Gruppi € 4, Ridotto € 3