Feltri lungo la via della seta. La Galleria Spazia, coerente con il progetto mirato a favorire l'interscambio culturale fra Africa, Oriente e Occidente, dopo la mostra di artisti africani, propone i feltri dell'Asia Centrale. Nel cuore della via della seta, in luoghi un tempo percorsi da Gengis Khan e Tamerlano, dove le carovane della Cina si incontravano con quelle dei mercanti provenienti da Ovest, nasce l'arte del feltro, un'arte tramandata per secoli di madre in figlia, di cui già parla nel XIII secolo Marco Polo, che ha dato luogo ad oggetti straordinari per fantasia e perizia tecnica.
Feltri lungo la via della seta.
La Galleria Spazia, coerente con il progetto mirato a favorire l'interscambio culturale fra Africa, Oriente e Occidente, dopo la mostra di artisti africani, propone i feltri dell'Asia Centrale.
Nel cuore della via della seta, in luoghi un tempo percorsi da Gengis Khan e Tamerlano, dove le carovane della Cina si incontravano con quelle dei mercanti provenienti da Ovest, nasce l'arte del feltro, un'arte tramandata per secoli di madre in figlia, di cui già parla nel XIII secolo Marco Polo, che ha dato luogo ad oggetti straordinari per fantasia e perizia tecnica.
Per la fabbricazione di un feltro le lane, naturali o colorate, vengono prima cardate, poi battute, in seguito ripetutamente bagnate con acqua mista a sapone ed infine il feltro viene rullato ed arrotolato.
Segni e disegni nascono dall'inserimento di fili di lana di diverso colore che si amalgamano con lo strato di base nel corso della battitura, eseguita generalmente con mani, gomiti e piedi dalle donne delle tribù nomadi della steppa eurasiatica, seguendo complessi rituali legati alla danza ed alla musica. L'autore del feltro può così liberamente inserire in qualsiasi punto, simboli e motivi di pura invenzione.
I risultati di questa assoluta libertà creativa fanno pensare che l'idea stessa di astrazione, così come si è configurata nell'arte del Novecento, da Kandinsky a Malevic, a Rothko trovi in questi manufatti una sorprendente anticipazione.
Pressoché sconosciuti in Occidente, questi grandi teli che servivano ad isolare dal freddo invernale e dal calore estivo l'interno delle yurte, le tradizionali tende delle popolazioni nomadi dell'Asia Centrale, sono stati raccolti tra Samarkanda e Bukhara, negli altopiani del Kirghisi, nei deserti turcomeni e nei bazar di nuove metropoli carovaniere come Peshwar, e costituiscono attualmente la maggior collezione privata di feltri del Centro Asia presente in Europa.
Le popolazioni nomadi stanno via via scomparendo ma le loro tradizioni artistiche fanno certamente parte del patrimonio culturale dell'intera umanità e, in giorni in cui si moltiplicano le notizie sulla distruzione di preziosi monumenti e antiche statue a Ghazni e Kabul, crediamo sia importante promuoverne la conoscenza.
Catalogo: a cura di Enrico Mascelloni e Sergio Poggianella, 90 tavole a colori, Edizioni Archimede Arte, Milano
Inaugurazione: 7 aprile 2001, ore 18.00
Orari: Dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Chiuso lunedì e festivi.
Galleria Spazia, Via dell'Inferno 5, Bologna, tel.051220184