Vincenzo Castella
Fischli & Weiss
William Guerrieri
Gea Casolaro
Andreas Gursky
Luisa Lambri
Armin Linke
Timothy Mason
Walther Niedermayr
Massimo Vitali
Spazi contemporanei a Bolzano e altrove. Motivo ispiratore dell'esposizione e' la recente fortuna del nonluogo e le ricerche fotografiche che si sono relazionate agli spazi designati con questo termine. Gli sguardi di nove artisti-fotografi (Vincenzo Castella, Fischli & Weiss, William Guerrieri, Andreas Gursky, Luisa Lambri, Armin Linke, Timothy Mason, Walther Niedermayr, Massimo Vitali) contribuiscono a individuarne le diverse tipologie nel territorio contemporaneo, mentre Gea Casolaro cerca di cogliere lo statuto del nonluogo sul territorio altoatesino.
Spazi contemporanei a Bolzano e altrove
Motivo ispiratore dell'esposizione è la recente fortuna del nonluogo e le ricerche fotografiche che si sono relazionate agli spazi designati con questo termine. Gli sguardi di nove artisti-fotografi (Vincenzo Castella, Fischli & Weiss, William Guerrieri, Andreas Gursky, Luisa Lambri, Armin Linke, Timothy Mason, Walther Niedermayr, Massimo Vitali) contribuiscono a individuarne le diverse tipologie nel territorio contemporaneo, mentre Gea Casolaro cerca di cogliere lo statuto del nonluogo sul territorio altoatesino.
Neologismo coniato una decina di anni fa dall'antropologo Marc Augé, il "nonluogo" è il contrario di una residenza, sono gli spazi in cui si passa senza fissare radici, e si accompagna alla moltiplicazione dei punti di transito, delle occupazioni provvisorie, della rete di trasporti e comunicazioni che nell'epoca della "surmodernità " ci obbliga a ripensare lo spazio.
In realtà i non luoghi non sono una novità degli anni 90. In America se ne era già cominciato a parlare negli anni 50-60. Strada e non luogo sono un binomio indissolubile nella letteratura on the road. In Europa si è cominciato a trattarli solo quando la città ha rotto le sue mura sotto il peso di una crisi sociopolitica e la spinta di un incremento demografico e infrastrutturale senza precedenti, dando vita alla città senza luoghi.
Nella graduale presa di coscienza dell'esistenza dei nonluoghi in stretta relazione con i nostri modi di vita, la fotografia ha svolto un ruolo fondamentale. Molti artisti delle ultime generazioni hanno visto nel medium fotografico uno strumento privilegiato per indagare il nostro essere di passaggio.
Il reportage fotografico di Gea Casolaro sui nonluoghi di questo territorio rientra nell'ambito di un'iniziativa promossa dall'Ufficio Cultura della Provincia Autonoma di Bolzano per documentare la realtà locale attraverso le interpretazioni di grandi fotografi e di costruire un "archivio della memoria". Nel lavoro realizzato sul territorio di Bolzano la fotografa romana si collega idealmente al suo progetto "Maybe in Sarajevo" dove ha raccontato una Sarajevo che potrebbe essere in ogni parte del mondo. I nonluoghi sono l'emblema di un'era glocal, dove i cittadini del villaggio globale, trovano la loro dimensione locale in ogni dove. Così anche il suo sguardo sul capoluogo altoatesino non ne asseconda l'immaginario "da cartolina", bensì identifica una città e un territorio che partecipano al villaggio globale.
La nostra Provincia è anche questo, fa parte di un mondo che diventa sempre più collegato e globalizzato e l'occhio dei fotografi ci dovrebbe aiutare ad affrontare questo aspetto in maniera serena, ma anche critica.
Curatela: Letizia Ragaglia
Catalogo: curato da Paola Bernardi; interventi critici di Marc Augé, Alessandra Criconia,
Mara Memo e Letizia Ragaglia; edito da A&M bookstore (Milano)
Allestimento: Paolo Vincenzi
La mostra è stata inaugurata venerdì 30 marzo 2001
Orari: 10.00-12.00 e 16.00-20.00
Centro Culturale Claudio Trevi, via Cappuccini 28, Bolzano
Ufficio stampa:
Marina Mascher, Laura Piovesan
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