Scene desolate nel teatro del mondo. Le opere dell'artista, nate intorno agli anni ’40 risentono della crisi interiore dell’autore, dovuta alla seconda guerra mondiale. Nel 1961, la costruzione del Muro di Berlino fu recepita come un evento sconvolgente.
Scene desolate nel teatro del mondo
Gerhard Moll appartenne indubbiamente a quella generazione che Gertrude Stein chiamava la “generazione perduta".
Venne alla luce nel 1920, proprio due anni dopo la fine di una guerra che aveva devastato l’Europa, lasciando aperte profonde ferite. Egli crebbe in una famiglia tipicamente berlinese, sensibile agli influssi francesi, che nondimeno non seppe accogliere le istanze artistiche del giovane, senza opporvi una certa resistenza.
L’artista apparteneva a quelle leve maturate nel clima del Nazionalsocialismo, per i quali l’inizio della seconda guerra mondiale segnava un passaggio brutale e immediato nel mondo degli adulti, troncando i loro sogni e le loro prime vitali esperienze.
Le opere di Gerhard Moll, nate intorno agli anni ’40, formalmente successive al periodo espressionista, risentono della crisi interiore dell’autore. Alla fine di questo decennio, il pittore insieme con i suoi “compagni d’arte", il pittore Wolfgang Frankenstein, gli scultori Waldemar Grzimek e Gustav Seitz, Fritz Cremer e Gerhard Marcks, prese parte a numerose interessanti mostre collettive, entrando nella “rosa" che fioriva intorno alla “Galerie Rosen", di cui era stato direttore - dal 1948 al 1951 - Wolfgang Frankenstein, trasferitosi agli inizi degli anni ’60 a Berlino Est per insegnare alla Humboldt Universitat. Ma altri importanti artisti facevano parte di questo gruppo: Werner Heldt, Karl Hartung, Heinz Trokes, Mac Zimmermann, Alexander Camaro, Hans Laabs. Vi emergeva la figura dello scrittore Lothar Kunner, teologo e storico d’arte, noto traduttore di Jacques Dupin e di Guillaume Apollinaire.
Gerhard Moll curo' inoltre fertili relazioni con gli autori di “Athena", rivista d’arte e cultura, edita dalla Casa Ed. “Minerva" e promosse “Badewannne", un gruppo di Cabaret politico- letterario, non cercando pero' la popolarita': egli preferiva lavorare nella solitudine del suo atelier, lontano dalla luce dei riflettori. Nondimeno risenti' molto del clima ideologico in cui operavano i suoi compagni d’arte: l’euforia e la speranza degli anni che seguirono alla guerra si erano affievolite, scontrandosi con il nuovo sistema politico imposto dalle forze alleate, che - in seguito alla divisione della Germania - era scaturito nella “guerra fredda".
Che proprio una mostra dal titolo “Gli artisti creano per la pace" potesse portare al crollo politico del concetto di unita', evidenzia inequivocabilmente disarmonia e morbilita' nei rapporti sociali. Il trasferimento dell’amico W.Frankenstein a Berlino Est aveva coinvolto gli artisti aderenti al suo gruppo, screditandoli, sebbene essi continuassero a vivere nella Zona Occidentale di Berlino. Gerhard Moll si vide addirittura escluso da una mostra della Galleria “Haus am Waldsee". Questo lo porto' ad un passo non facilmente spiegabile sotto il profilo storico: a migrare contro-corrente da Ovest ad Est. Decisione questa che ben si accordava all’ottica antinazista di numerosi intellettuali della BRD, improntata ad un concetto unitario della nazione tedesca e ad un anelito di pace.
Le rappresaglie dei tutori della cultura nell’Ovest, da un lato, e le allettanti offerte ventilate dall’Est, dall’altro, indussero molti artisti a logorarsi fra i due fronti politici. Dal 1932 al 1955 Gerhard Moll fu assistente di Heinrich Ehmsen che, allontanato dalla Kunsthochschule, Scuola Superiore d’Arte di Berlin-Charlottenburg, aveva assunto la docenza all’Accademia delle Belle Arti di Berlino Est.
In questo periodo non nascono solo i quadri ispirati dal Festival mondiale della Gioventu', in cui Picasso domina con la sua Colomba della Pace, ma grandi opere create in collaborazione con Waldemar Grzimek e Wolfgang Frankenstein, esposte nelle scuole e presso le grandi istituzioni del settore orientale di Berlino.
Contemporaneamente, Moll creava dipinti ed acquarelli che presentano scorci paesaggistici con le rovine di una Berlino scarnificata e lo speciale status di ogni essere umano in questa citta'. Nei fogli ritorna a piu' riprese, quale metafora, il motivo del pescecane. Sono soprattutto i lavori degli anni ‘60 e ‘70 a mettere in evidenza la limitatezza dello spazio vitale: le figure si confrontano ostili, senza comunicare, all’interno dei confini fissati dal foglio, che corrispondono ai limiti della Citta', in cui esse - e l’artista - lasciano scorrere la loro vita.
Nel 1961, la costruzione del Muro di Berlino fu recepita da Gerhard Moll come un evento sconvolgente, che nel giro di una notte aveva sovvertito la sua vita: coercitivamente diviso da parenti, amici, maestri e colleghi, l’artista prendeva ora dolorosa coscienza della condizione di isolamento, non solo personale.
Gli “amici" di Moll cercarono di garantirsi un’esistenza piu' sicura, gli uni abiurando le scelte finora assunte, gli altri integrandosi nel sistema: Moll stava tra due fronti, alla ricerca di un punto di riferimento Lo trovo' nei Surrealisti e ne nacque tutta una serie di acquarelli e disegni che rispecchiano “surrealisticamente" la crisi politica del tempo.
La metropoli caotica e popolosa genera mostri, posseduti da impulsi erotici. Nelle sue opere si muovono giovani donne mascherate, staccate dalla realta', solitarie, ed uomini alienati, emarginati. In ogni fase della sua opera creativa si trovano in Moll nudi femminili: nei dipinti, negli acquarelli e disegni del periodo bellico, nonche' degli anni successivi al 1945. Sono figure corpulente, catturate da prospettive diverse; sono figure grottesche, spesso associate all’opera di Kafka. Ben diverse sono le donne reali, che hanno rivestito un ruolo importante nella sua vita.
Cosi Jutta Zimmer-Moll, che contribuisce da anni alla salvaguardia e diffusione dell’opera del pittore. Lei e' stata la sua finestra aperta sul mondo esterno. Colei che annunciava le esperienze del quotidiano, all’artista ormai chiuso nel proprio mondo.
Nei suoi ultimi quadri, siamo nel 1986, l’arte di Gerhard Moll ha raggiunto il suo limite estremo, come per un processo di sublimazione in cui la materia, giungendo alla rarefazione, perde consistenza e forma.
Dal saggio: “Gerhard Moll - 1920-1986" di Hans-Jorg Schirmbeck M.A. Berlin 2006 - Trad.: Nevia Capello
Palazzo Albrizzi
Cannaregio, 4118 - Venezia