Un video e una istallazione a parete: i brani di conversazione con le relative pause che si possono ascoltare nel video, sono le stesse che vengono rappresentate graficamente come tracce audio nell’istallazione.
Tutte le pause del mondo
Mariateresa Sartori affronta in questi ultimi lavori il tema della pausa nella conversazione spontanea tra persone. Si tratta di un video e di una istallazione a parete: i brani di conversazione con le relative pause che si possono ascoltare nel video, sono le stesse che vengono rappresentate graficamente come tracce audio nell’istallazione. Il grafico esprime la propria necessita' di esistere in quanto rappresentazione di cio' che accade: descrivendosi si autorappresenta.
Dal testo in catalogo di Riccardo Caldura:
“L’atmosfera, il tono di quest’ultimo video, come di altri di Mariateresa Sartori, ha qualcosa di analitico che di primo acchito puo' disorientare. Il video e' scandito in modo lineare e coerente come se si trattasse della messa insieme di materiali a carattere documentativo: lo scopo e' dar forma e comunicazione, la meno retorica possibile, a cio' che viene osservato nel ‘campo della vita’ … La sequenza dei colloqui si apre con un’immagine grafica del suono vocale, con il contatore che scorre, poi seguono i dialoghi, e l’evidenziazione della durata delle pause e' sottolineata dal sovrapporsi del contatore elettronico. In realta' ci si accorge osservando con piu' attenzione che il tempo viene misurato in modo preciso quanto approssimativo:
l’oggettivita' della misurazione si flette assecondando la particolare condizione del rapporto fra le persone, si flette alla particolare circostanza del loro reciproco relarsi: la misura della pausa puo' cosi' dilatarsi, e la somma finale, (ammesso vi sia una somma finale), e' data dalla misurazione non solo oggettiva, ma anche qualitativa delle diverse pause. Perche' non vi e' una standardizzazione possibile del ‘vivere’ la pausa: si guarda l’altro, si guarda altrove, si guarda il foglio, ma come se non lo si vedesse. E la misurazione di questo momento perde di ‘oggettivita'’. Il tempo si misura, si dilata, si flette quando non c’e' azione... Il video della Sartori si apre con il conteggio numerico della durata delle pause, pause dell’agire e del conversare, pero' non si conclude cosi'. E considerando la fine del filmato, verrebbe da proporre all’autrice una variazione del titolo, non piu' solo “tutte le pause del mondo", ma anche “tutti i contatti del mondo". Perche' la pausa, come rivelano le sequenze finali del suo lavoro, lascia accadere il contatto; la pausa e' si' cesura ma e'
anche ponte; amplifica lo spazio fra le persone, ne dilata per un momento la distanza, le rende vicinissime ed estranee lungo il sentiero di una risposta da cercare, ma alla fine e' in quello spazio sospeso e dilatato che avviene il contatto, che la mano sfiora colui o colei che ha accanto. E il video registra, in una condizione simil-sperimentale, la fenomenologia della relazione fra le persone. Relazione di reciprocita', il contatto e' avvenuto, la sospensione non ha solo annullato per un momento il rapporto fra le persone, l’ha nuovamente reso possibile."
Inaugurazione: venerdi' 14 luglio 2006 ore 18.30
Galleria Michela Rizzo
Calle degli Albanesi, 4254 - Venezia
Orario galleria: martedi' 10:00 - 12:30 e 16:30 - 19:30, da mercoledi' a sabato 16:30 - 19:30 e su appuntamento