The Director’s Cut. La Questione privata (2003-2005) che da' titolo alla lunga videoproiezione di Christian Caliandro, dichiara in principio il suo orizzonte di riferimento, il romanzo breve di Beppe Fenoglio, ovvero la faticosa, disperata inchiesta di Milton, alla ricerca di un passato non piu' recuperabile sullo sfondo angoscioso della guerra.
The Director’s Cut
A cura di Lucia Presilla
These fragments I have stored against my ruins
T. S. Eliot
La Questione privata (2003-2005) che da' titolo alla lunga videoproiezione di Christian Caliandro, dichiara in principio il suo orizzonte di riferimento, il romanzo breve di Beppe Fenoglio, ovvero la faticosa, disperata inchiesta di Milton, alla ricerca di un passato non piu' recuperabile sullo sfondo angoscioso della guerra. Strade colme di fango, pioggia e nebbia, questi i terreni battuti dal novello paladino Orlando, furioso d’amore.
Questa anche la spina dorsale del film proiettato nello spazio Davar, perche' di film si tratta, ancorche' realizzato riorganizzando, manipolando, controllando e ordinando un materiale filmico preeesistente. Commistione di toni, macrocitazione, collage cinematografico, riprogrammazione e de'tournement, adattando ai propri scopi il metodo situazionista
Lo spettatore attento non manchera' di notare l’articolato gioco di rinvii che intessono questa mostra, alcuni fin qui disvelati, altri lasciati all’esercizio critico individuale. Mentre rimane acuto nell’opera il conflitto tra due forze centrifughe, l’una tesa allo sgretolamento in una pluralita' di volti, voci, ambienti, l’altra animata dall’intento di unificare, aggregare, ricostituire nell’illusione cinematografica del racconto.
Una seconda opera espone Christian Caliandro, ed e' il “quadro in movimento" - cosi' ama definirlo - intitolato Suez, ancora sul tema della ricerca infruttuosa e votata allo scacco. Una scena centrale tratta dal Blow out (1981) di De Palma e' affiancata lateralmente da una sequenza - in una parte proposta nell’originale, nell’altra ribaltata - ricavata da L’avventura (1960) di Michelangelo Antonioni. Impeccabile lo stile del trittico: e se l’occhio vagolante non trova risposte, il fato insiste in un eterno de'ja' vu, la realta' si confonde con la sua immagine allo specchio, unica a'ncora rimasta, a noi poveri, ignari spettatori, pare un confortante, immacolato, scrupoloso esprit de ge'ometrie.
Lucia Presilla
Inaugurazione: martedi' 18 luglio, ore 18.30
Davar
via dei Fienaroli, 30 - Roma
Orario: tutti i giorni 16-20