Il tratto di Ronald Victor Kastelic ha cercato sempre di rappresentare il movimento, la caduta, lo spostamento, la vibrazione delle cose nello spazio.
Non è un tratto sfumato, romantico, impreciso, bensì netto, libero da ogni interpretazione, che coglie e determina ciò che serve, grazie all'attenzione, all'osservazione, a uno sguardo ripulito dall'emotività e dal pensiero di dover necessariamente dare a ciò che viene ritratto un significato. Il procedimento non è per niente affetto da vacuità , insensatezza o casualità , anzi, è un procedimento che si avvale di una preparazione psicologica dove il controllo sulle forme è solo il frutto di un continuo bilanciamento tra la propria personalità e la realtà quale è. La rappresentazione di ciò che accade, posta su una superficie piana e silenziosa, non è che la testimonianza di queste due tensioni che non si concludono mai in un giudizio, ma consente invece all'una e all'altra di formulare la sua parola propria, quando questa rende esplicita la propria necessità . Il lavoro che Ronald Victor Kastelic porta alla Parco Foundation di Casier, in provincia di Treviso, con inaugurazione il 26 marzo alle ore 11, si avvale, questa volta, di una preparazione piuttosto anomala per l'artista, in quanto è il risultato finale di una serie di 'azioni' costruite in più incontri assieme a dei bambini e ordinate in altrettante fasi d'intervento su delle tele. I lavori così ottenuti, oltre che presentarsi come quadri, sono strumenti di relazione e di conoscenza che si muovono tra diversità e impulsi e necessitano di trovare tra loro e colui che li compone un ordine; strumenti adatti a tenere alto il livello di attenzione sulle cose, sbloccarle dai pregiudizi e dalle consuetudini per restituire loro, quando questo è possibile, il puro valore di cose; sviluppare in sé quella qualità rara dell'intelligenza che sa distinguere la realtà dalla forzatura della propria opinione. Uscire, per Kastelic, da un lavoro solitario, e immergersi nel mondo impulsivo del bambino, imparare a guardarlo nel suo movimento rapido e perfetto e intervenire quando la propria consapevolezza lo richiede, non è un gesto ingenuo, scontato, ma è piuttosto l'occasione per cercare una qualità di vita all'interno di un bisogno che è sia di natura specificamente sociale sia culturale. A quanto detto aggiungiamo, se fosse necessario, che è l'intenzione esclusivamente artistica che guida e determina le modalità e le sue scelte, una intenzione che non va assimilata a percorsi del tutto estranei all'arte come la pedagogia o l'animazione.
La sfida di Kastelic è dunque di alto livello, ovvero attraversare un sistema socialmente e psicologicamente determinato mantenendo viva la capacità di spogliarlo dalla sua specificità , e proiettarlo quindi a livello di esperienza viva e senza implicazioni morali.
Diamo qui alcuni appunti dell'autore che illustrano le fasi tecniche di questa mostra, intitolata ON YOUR MARK! (Pronti... via!)
Azione iniziale (base): distendere venti metri lineari di tela sul pavimento dello studio. Invitare alcuni bimbi del vicinato con le loro biciclette, tricicli, pattini a rotelle. Farli girare e rigirare più volte passando dalla vernice fresca alla tela.
Selezione delle tele: dividere le tele "impresse" in rettangoli di varie dimensioni: 250x200, 200x200, 150x150, fino a un minimo di 30x30.
Azione numero due: intervistare alcuni bambini nelle loro case -preferibilmente quelli che hanno partecipato con più zelo all'Azione iniziale- riguardo ai luoghi, giochi e attività preferite. Fotografare quello che ritengono più caro: fratelli, padri, madri, giochi, animali domestici.
Selezione dei modelli "esterni": sviluppare materiali fotografici che meglio riflettano i dettagli più sentiti dai bambini espressi durante l'Azione numero due, fotocopiarli in grandezza naturale e ritagliare il tutto.
Azione numero tre: predisporre le sagome ritagliate delle foto in un grande mucchio e chiedere ai bambini di ritrovare quelle che appartengono loro. Posizionare le figure sulle tele "impresse" in qualsiasi ordine essi vogliano.
Quadri: le tele, così strisciate e addobbate di persone e cose, dovrebbero essere considerate "tele bianche" da cui ON YOUR MARK! dà inizio a un processo di:
1)Riorganizzazione; uno spostamento (pulizia o concentrazione) di elementi formali per poter mettere in sincronia con il proprio pensiero l'energia, la logica e l'emozione generate dall'esterno. 2)Cancellazione; non tutto ciò che fanno i bambini è perfetto per un quadro! 3)Trasformazione; in questo caso un processo tecnico dove i riferimenti fotografici sono tradotti in dipinto (punto, linea, superficie). 4)Colorazione; colorare, e poi, se necessario, predisporre un'altra azione con i bambini. 5)Personalizzazione; le tele verranno integrate da note personali (elaborazione di mondi esterni al mio) presi dalla mia "collezione" di simili episodi visivi derivanti dalla mia quinquennale esperienza di padre.
La mostra, curata da Roberto Vidali, proseguirà fino al 7 maggio, con apertura domenicale dalle 15 alle 19 o su appuntamento.
In parallelo saranno visitabili gli studi aperti di Annamaria Iodice, Claudio Massini, Ferdi Poloni, Sabrina Notturno e le sculture all'aperto di Kico Mion.
PARCO Foundation di Casier (TV)
presidente Claudio Massini * Piazza San Pio X 76, 31030 Casier tel. 0422-670343