Museo dell'Architettura (ex Mattatoio)
Fermignano (PU)
via Piave, 2
0722 332142 FAX 0722 332336
WEB
Giovanni Gaggia e Francesco Diotallevi
dal 3/8/2006 al 26/8/2006
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Segnalato da

Giovanni Gaggia




 
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3/8/2006

Giovanni Gaggia e Francesco Diotallevi

Museo dell'Architettura (ex Mattatoio), Fermignano (PU)

Le tematiche sviluppate nel lavoro di Giovanni Gaggia nascono da una riflessione sull’inferno, un inferno strettamente connesso alla contemporaneita' del contesto sociale. Francesco Diotallevi declina, invece, la visione dell’inferno dantesco alla dimensione psicologica dell’aggressivita' dell’individuo.


comunicato stampa

NaOH: la Soda Caustica, come composto chimico estremamente distruttivo, come paradigma degli elementi corrosivi delle istanze costruttive della nostra umanita'. NaOH come cifra di una produzione artistica caratterizzata da colori acidi e da toni ironici.Una formula chimica che descrive il thanatos implicito del nostro essere: quell’istinto di morte che nulla salva ma che, per autodeterminarsi, non puo' prescindere dall’atto creativo. Il progetto espositivo si sviluppa in una quarantina di opere partendo dall’incontro dei percorsi individuali dei due artisti per arrivare ai lavori creati ad hoc per l’evento.

Le tematiche sviluppate nel lavoro di Giovanni Gaggia nascono da una riflessione sull’inferno, un inferno strettamente connesso alla contemporaneita' del contesto sociale. Francesco Diotallevi declina, invece, la visione dell’inferno dantesco alla dimensione psicologica dell’aggressivita' dell’individuo. Il compito di unire e di presentare i due percorsi artistici e' stato affidato al criminologo e psichiatra Vittorio Volterra il quale scrive:

“Cosa unisce due artisti cosi' diversi tra loro? Quale filo sottile li accomuna al di la' delle loro modalita' espressive? Certamente il criptico titolo della mostra, che risponde alla formula chimica della soda caustica, dato che la causticita', intesa in senso metaforico, caratterizza entrambi, seppure con toni e modi dissimili: piu' corrosivi, sferzanti e mordaci in Giovanni Gaggia, che mette a stridente confonto la banalita' del male e dell'inferno quotidiano con l'apparente inerzia, apatia ed incuria del mondo, sovrapponendo disegni e pittura su immagini fotografiche; piu' sottili, pungenti e salaci in Francesco Diotallevi, che rivede l'inferno dantesco con stile fumettistico per lo piu' su uno sfondo rosso fuoco'' trompe oeil'', ma che ne prende le distanze con ironia e sarcasmo. In entrambi il desiderio di esprimersi e di fare riflettere al di la' delle apparenze.

Nel primo, le rovine dell'ambiente, le mostruosita' dei comportamenti, le atrocita' delle sofferenze e delle ingiustizie appaiono il correlato oggettivo delle cicatrici morali e degenerative degli uomini; nel secondo, le figure stilizzate, asciutte e taglienti disegnano episodi e racconti di piccola-grande drammaticita', con una vena comica irridente. Giovanni fissa nel contrasto l'alienazione di un presente atroce e la nostalgia per un passato irrecuperabile. L'incongruita' solo apparente tra il dolore dei fatti, lo sporco del mondo, le immagini shoccanti e gli sfondi tranquilli, indifferenti ed inerti, senza esplicitazioni ed emozioni, esprime la miseria morale, l'atmosfera cupa, oppressiva e melancolica del nostro tempo dalla quale sembra potersi prendere distanza solo con uno sguardo sarcastico e la consapevolezza dell'ineluttabilita' degli avvenimenti.

Per Francesco, invece, la paura, la circospezione e la grinta dei personaggi luciferini, dei visitatori degli inferi e dei dannati della terra sono temperati da sguardi persi nel nulla e da un' atmosfera disincantata che rompe e prende in giro la solennita' del poema dantesco. Due artisti capaci di fondere, con Giovanni, il realismo della rappresentazione con indifferenza delle riverberazioni e, con Francesco, i segreti e gli anfratti dei personaggi con una narrazione stilizzata e accattivante, ma carica di un forte connotato critico. La triste storia del cinismo de tempo, del malessere esistenziale, della desolazione sociale, della divina commedia di tutti i giorni, visitata con stili differenti, pungenti, mordaci e soprattutto caustici, suscettibile di inesauribili interpretazioni, anche se di inequivocabili messaggi."

La mostra a cura di Giovanna Bonasegale direttrice della galleria d’Arte moderna e contemporanea del comune di Roma e del critico d’arte Stefano Verri, e' patrocinata dalla provincia di Pesaro e Urbino, dal comune di Fermignano (PU) e dal comune di Mondolfo (PU), e' inserita nella programmazione di Segnali d’Arte del Sistema Provinciale d’Arte Contemporanea. L’evento sara' ospitato negli spazi espositivi dell’Agenzia per l’Arte Desi'a di Bologna dove sara' inaugurato il 2 Novembre e, a gennaio 2007, nel comune di Mondolfo PU; sara' accompagnato da una pubblicazione.

Inaugurazione: Venerdi' 4 Agosto ore 18:00

Ex Mattatoio Via del Corso - Fermignano

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