Una mostra collettiva di quattro artisti, due bergamaschi, uno di Lecce ed uno Argentina. Opere di Nerina Baldini, Natalia Berselli, Amalia Lanoel, Vittorio Tapparini. A cura di Maria Grazia Frassetto.
Nerina Baldini, Natalia Berselli, Amalia Lanoel, Vittorio Tapparini
A cura di Maria Grazia Frassetto
Una mostra collettiva di quattro artisti, due bergamaschi, uno di Lecce ed uno Argentina
Nerina Baldini nativa di Roma vive e lavora a Pian Gaiano (Endine) in
provincia di Bergamo. In gio
ventu' ha frequentato a Milano come allieva di Silvio Consadori l’Accademia
di Belle arti di “Brera".
Ho studiato a Milano all’Accademia di Belle arti “Brera" dove ho imparato
l’importanza dell’assiduita' al lavoro e, guardando all’esempio dei classici
- l’amore per la parte piu' bella della figura umana - la sua spiritualita'. Ho continuato a dipingere cercando la luce nel colore e se lo spettatore guardando un mio paesaggio sente di poterne essere parte, lo sente “proprio" come un ricordo o un indefinibile “gia' vissuto", o se nei mazzi di fiori percepisce la luce che diventa atmosfera, allora mi consola il
pensiero di aver potuto fissare sulla tela un istante d’eternita' gioiosa per
il nostro stanco spirito.
Pittrice raffinata e sensibile Nerina parla gia' di se in piena completezza.
Al suo personale giudizio si puo' aggiungere che oltre alla maestria appresa
sotto una valida guida, negli anni si e' maturata una solida capacita' di
comunicare all’esterno il suo stato interiore creatore di colori e emozioni
intense ma egualmente dolci e profondamente umane che fanno di ogni sua
opera un momento di rasserenante involucro emotivo. - Aldebaran
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Natalia Berselli
Natalia Berselli e' nata a Endine (Bergamo) la sua formazione segue un
percorso parallelo alla sua maturazione artistica, infatti dopo gli studi
classici si laurea n Architettura, ma la ricerca pittorica, che parte dalle
avanguardie storiche del ‘900, rimane per lei sempre una linea senza
soluzione di continuita'. Attualmente insegna “Disegno e Storia dell’arte"
presso il liceo scientifico di Lovere e si sta dedicando a studi di ricerca
sulla TEORIA DEI COLORI con l’elaborazione di un nuovo modello che prende in
considerazione tutti e 7 i colori dello spettro visivo. I suoi lavori
partono da studi giovanili figurativi con realizzazioni di paesaggi e
ritratti con colori tenui e polverosi.
Un viaggio negli Stati Uniti nel 1988, la portera' a cambiare totalmente il
proprio modo di esprimersi adottando una pittura di ricerca su forme e
colori. Nel 1992 inizia ad esporre i suoi lavori in mostre personali e
collettive ottenendo vivaci consensi di critica e di pubblico.
Le tecniche che utilizza sono olio su tela, pastello e china. I soggetti che
predilige sono figure, paesaggi, fondali marini, nature morte con
trasposizione pittorica astratto-geometrica, colori fluidi e brillanti che
creano giochi di trasparenze. Caratteristica fondamentale delle opere di
Berselli e' la suddivisione in riquadri della tela con campiture nette di
colore anche fortemente contrastanti con gli elementi rappresentati.
Viene spontaneo…il ricercare o immaginare i punti di partenza di simile
ricerca. Come ad esempio un certo Modernismo…che ci appare qui peraltro
raffrenato come geometrica “cosa mentale" o ammorbidito mediante una
curiosita' alla Miro' per le forme ed i colori. Questo per dire che il
discorso dell’artista lievita di cultura, oltre che di sensibilita'.
(E.Fagiani - Colore e Materia G.Mondadori Editore Milano 1995)
Natalia Berselli espone regolarmente a Milano, Roma, Venezia, Montecarlo,
New York, Salisburgo Firenze, Bologna ,Brescia ed oltre , partecipa a
collettive internazionali ma a Bergamo , per lei che e' nata ad Endine Gaiano
ed insegna a Lovere, espone per la seconda volta ed in quest’occasione alla
collettiva di settembre presso la New Artemisia Gallery.
Nella primavera del 2006 ad esposto con una personale presso l’ex Ateneo in
Citta' Alta e per quell’occasione la dott.sa Elisa Motta ha detto di lei:
Per la prima volta l’artista bergamasca si presenta al pubblico della
propria citta', e lo fa con una
rassegna antlogica che permette di enucleare con chiarezza le
caratteristiche e l’evoluzione del suo essere in are. Molto ci sarebbe da
dire su questa pittrice, che si muove nel territorio dell’astrazione
sviluppando le intuizioni che furono di Balla, Malevic, De Kooning e del
fantasiosi universo di Gaudi', collocandosi tra dimensione culturale e
pulsione creativa.
Cio' che colpisce innanzi tutto e' la coerenza stilistica
del discorso, che pure affronta contenuti e temi diversi. Una struttura di
base a campiture di colore omogeneo frammenta l’intera superficie pittorica
dei dipinti.. Pochi colori primari, piu' frequenti invece gli impasti tonali,
soprattutto nelle opere recenti e nella serie dedicata ai “Labirinti":
composizioni queste ultime dall’effetto ottico tridimensionale in profondita'
o a rilievo che rimandano ai miti dell’antica Grecia ma per analogia
diventano metafora della conoscenza contemporanea che ha rinunciato ad una
visione unitaria in favore di una parcellizzazione tecnologica e
specialistica del sapere. Se questo sembra essere il punto di partenza,
l’artista procede poi in una ricerca che recupera la concretezza proprio a
partire dai quattro elementi della filosofica presocratica: acqua, cielo,
fuoco, e terra. Rappresentati grazie alla forza evocatrice del colore in cui
le tessere compositive diventano guizzi di luce piu' o meno intensa.
Il
recupero della realta' procede accostandosi al particolare, dove la pittrice
passa dagli acquari alle nature morte, dal paesaggio alla figura umana. Il
dato concreto e' piu' evocato che rappresentato e solo uno sguardo analitico
puo' cogliere i profili nitidi delle cose e delle persone, mentre lo spazio
volumetrico s’integra con la superficie frammentata dello sfondo.
Interessante la breve selezione dedicata alle citta', in un’interpretazione
esotica che riflette i viaggi dell’autrice, per culminare in una simbolica
Gerusalemme; accanto a questa due pere a carattere sacro, realizzate a china
e pastello: un Gesu' stilizzato e piegato dal dolore ed un a Vergine col
Bambino, piu' vicina all’iconografia tradizionale. Il cerchio si chiude con
queste opere, che esprimono il bisogno di trascendenza che ha accompagnano
l’uomo nel corso della sua storia. “Sono lieto di porgere il saluto e
l’augurio alla conterranea Natalia Berselli" - ha detto il Presidente della
Provincia
Valerio Bettoni, anch’egli di Endine - certo che questa sua mostra
raccogliera' i meritati successi.
Dott.Elisa Motta - Il Giornale di Bergamo - 23.02.2006
Nel caleidoscopio della vita Natalia Berselli ha introdotto con luce e
colori una sferzata di ottimismo, lo si legge nelle sue pur contorte linee,
nei suoi limitati spazi, che vengono invasi da forme e tonalita' e definire
nella loro completezza una parabola di liberta' espressionale e vitale.
Aldebaran.
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Amalia Lanoel
Nata a Buenos Aires nel 1945 si e' diplomata all’Accademia di Belle Arti
della stessa citta', dove
Ha partecipato a numerose mostre a carattere nazionale ed internazionale,
riscotendo vasti consensi e prestigiosi riconoscimenti.
La parabola della sua attivita' pittorica prende avvio negli anni settanta,
sulla spinta di una grande
Tradizione famigliare portata avanti con orgoglio e passione. In Italia dai
primi anni novanta, si
Manifesta dotata di una naturale predisposizione per le Belle Arti e di
quel pizzico di genialita' necessaria a chi vuole essere artefice di
innovazioni radicali. Mostra la propria rivoluzionaria capacita' di esprimere
ragioni e pulsioni attraverso uno stile ed una tecnica del tutto personali.
Non c’e' piu' differenza tra astratto e figurativo, tra fisico e metafisico.
Tutto, nel suo insieme, si materializza sulla tela che diviene il naturale
mezzo espressivo di un’artista che si tiene lontano dai luoghi comuni e che
attinge a piene mani dal proprio io, dal proprio intimo modo di sentire il
mondo.
Nelle sue opere, si ha quasi sempre la sensazione che si nasconda qualcosa
di mostruoso, ma fortemente affascinante, come se in ogni opera si celasse
la porta d’accesso per una dimensione parallela. L’originalita' di Amalia
Lanoel e' quella di creare opere vive, in cui le immagini, i colori, le forme
balzano fuori della sterile piatezza delle due dimensioni, sia attraverso un
sapiente utilizzo dell’illusione ottica, sia attraverso la reale fusione tra
pittura e scultura. In questo senso sono emblematici i lavori in cui la
terza dimensione non e' piu' il frutto di un inganno dei sensi, ma e' reale.
Nasce cosi' una sorta di “pittura scolpita" o di “scultura dipinta": pittura
e scultura diventano una cosa sola. Nulla e' lasciato al caso, ogni forma,
ogni singola pennellata e' espressione di un messaggio.preciso, sottolineato
dalla gran perizia teorica e tecnica che contraddistingue Amalia Lanoel,
portandola tra i grandi Maestri dell’Arte Argentina contemporanea.
La Materia che si Dissolve
La materia che si dissolve, ed inaspettatamente riemerge non e' altro che un
volto tutt’altro che indefinito puntato verso di noi attento, indagatore,
comunicativo: non c’e' dubbio e' in lui che si riassume l’essenza dell’arte
pittorica di Amalia Lanoel.
Nelle sue numerose opere il silenzio lascia
spazio a sentimenti comunque forti e dirompenti sia nel grido che dilata i
volti, memore dell’espressionismo di Munch ma anche nel caldo abbraccio
delle anime evocativo della sensualita' e della sintesi formale di Gustav
Klimt.i colori pastosi e matrici prendono forma ed aumentano e completano
l’effetto bidimensionale delle sagome definite talvolta attraverso semplici
tocchi, talaltra in maniera piu' decisa quasi fossero incise nella sostanza
della tela. I profili si spezzano , si perdono e si ricompongono generando
simmetriche e geometrie nuove che tradiscono una grande conoscenza e
padronanza dei metodi compositivi cubisti.
L’immagine realistico-simbolica,
il trasalimento dei corpi e le forme esasperate e spezzate nascono
dall’espressionismo piu' impegnato, a partire da quello tedesco, intriso di
turbamento, di brivido nervoso, di ansia verso il futuro. Gli occhi dei
protagonisti, privi di sguardo e le membra gracili, informi, fragili,
rivelano un animo spaurito ed incerto sul quale e' disceso il senso inquieto
della vita. Questo aspetto trova tuttavia un pieno riscatto nella luminosita'
e nei bagliori bianchi dei colori. Il nero infatti non e' il predominante,
all’artista piace giocare pittoricamente spaziando da gialli intensi, quasi
esotici, a rossi maturi e cupi come il mattone, sino ad infantili azzurri e
verdi pastello su cui si stagliano in volo volubili colombe bianche.
I
capolavori di Amalia possono dunque essere definiti a ragione, “immagini di
immagini", che non devono solo impressionare ma penetrare nella profondita'
dell’inconscio e in una delle sue migliori espressioni artistiche “Una parte
di me" ci si chiede (dov’e' lo sguardo?, l’identita' di esso dov’e')….e' in
tutte le opere nate dall’anima creativa di Amalia.
Enrica Pasqua - Storica dell’Arte - agosto 2006
Il recupero della materia
In mezzo ai rifiuti della nostra vita, gettati in un angolo dimenticato,
alcune volte troviamo oggetti che ci riportano ai lontani sentimenti,
gioiosi o dolorosi. La tentazione e' di lasciarli dove li abbiamo gettati,
senza piu' nulla chiederci, ma Amalia Lanoel, attraverso la sua arte, li
riprende in vita ne fa di loro un segno di comunicazione del nostro passato
ed un segnale di positivita' verso il futuro ridandoli con colore ed
espressione un’anima nuova.
Aldebaran
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Vittorio Tapparini
Nato a Lecce, vive e lavora tra la sua citta' e Roma dove ha diviso i suoi
studi preparatori. A Roma frequenta la facolta' di architettura “La Sapienza"
continuando cosi' la dinastia paterna, a Lecce per un breve periodo frequenta
l’Accademia di Belle Arti, In seguito si dedica alla grafica nel campo della
moda, passa poi alla scultura con opere di tagliente verismo, forse
esagitate nelle loro dimensioni e forme ma valide nel piano della pura
estetica. Ritorna alla pittura, dopo un lungo periodo di pausa durato circa
20 anni, La pittura e l’arte sono per Vittorio Tapparini una condizione,
essenziale per un giusto equilibrio con la sua terra d’origine, questo sud
cosi' angusto, dai limiti della provincia ma………allo stesso tempo
straordinario, al centro del mediterraneo ma integrato in Europa.
Contraddizioni forti che rinnovano e alimentano il genio di Tapparini.
Pittura e vita nell’arte di Vittorio Tapparini
Il vento che giunge dal passato, dall’antico remoto mistero di Roma i volti
dipinti a tempera grassa sulle pareti scavate, uomini donne, privi di
espressione inerti di fronte al tempo ma ancora li' a dichiarare le nostre
origini ed a simboleggiare la grandezza dei popoli, e l’arte afferma la sua
grandezza nei popoli e nelle sue origini profili ellenici, greci e volti
romani via via fino allo splendore rinascimentale, Michelangelo Leonardo per
ritornare a noi. Nella difficolta' di linee e la purezza delle immagini
espresse dal barocco leccese, dei di rara bellezza, angeli di straordinaria
luce e purezza a guardia della storia a difesa dell’avanzare degli orrori
moderni che il mondo contemporaneo riserva.
Difficile e' dunque riportare il
senso dell’enigma classico ai tempi attuali ma…..questo e' il cammino sia pur
nei contrasti e gli avvenimenti che accadono nel mondo, nelle capitali che
contano e nella provincia dimenticata. Ritrovare i miti cio' che eravamo,
questo conta, non siamo artisti per turisti ne' turisti nell’arte. Siamo
veri, ci crediamo.
Vittorio Tapparini.
Colori intensi che nascondono nelle loro tonalita' una velata ricerca del
passato. C’e' molta tecnica e professionalita' dietro al suo lavoro. Vittorio
Tapparini ha ripreso un discorso lasciato in sospeso,
l’ha arricchito e predisposto per un futuro sempre piu' qualificante. Artista
da seguire,ammirare ed approfondire
Aldebaran
New Artemisia Gallery
via Giambattista Moroni, 124 - Bergamo