Leonardo: Il lago che non c'e'. Un lavoro del 2004 costituito da vari metalli. La scultura nasce per ricordare un’idea di Leonardo da Vinci tracciata su alcuni fogli (Codice Atlantico e Windsor) databili nei primi anni del 1500.
Leonardo: Il lago che non c'e'
Alla SACI Gallery viene presentata - per la prima volta a Firenze - l’opera dello scultore Andrea Dami Il lago che non c’e'.
Un lavoro del 2004, leggero, ma costituito da vari metalli. La scultura nasce per ricordare un’idea di Leonardo da Vinci tracciata su alcuni fogli (Codice Atlantico e Windsor) databili nei primi anni del 1500, uno studio per la chiusa sul rio Lecceto e di San Lorenzo presso Vinci, in una valle a est di Vinci, che doveva servire - aggiunge Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale di Vinci - sia per l’energia idrica, sia per l’irrigazione delle terre possedute nel Popolo di San Lorenzo Angnani da Ser Piero, suo padre, come indica Leonardo su quei fogli.
Proprio il 9 luglio di due anni fa, continua Vezzosi, ricorreva il cinquecentesimo anniversario della morte del padre di Leonardo, ser Piero da Vinci e il Museo Ideale volle ricordare quel lontano giorno con un lavoro artistico dello scultore Dami: Il lago che non c’e', un’idea di lago per ser Piero, con un viaggio nella terra del grande artista per vedere quello che vide Leonardo per i suoi appunti, davanti alla chiesa romanica di San Lorenzo.
Lo scultore Andrea Dami ricorda che era importante creare un’aspettativa, in un giorno di luglio alla ricerca di un segno passato, attraverso un nuovo segno. Insomma a Vinci doveva accadere l’inatteso, quasi un sogno. Per questo Alessandro Vezzosi, stimolatore dell’evento artistico, aveva previsto delle guide d’eccezione come: Carlo Pedretti, direttore del Centro Studi su Leonardo dell’Universita' di California a Los Angeles e Yoritsugu Katagiri, leonardista e docente all’Universita' di Jissen a Tokyo, esperti che continuano a indagare sulla vita di Leonardo, a leggere la sua scrittura rovesciata, ad analizzare nei suoi disegni ogni piu' piccola traccia che puo' nascondere un pensiero, un ricordo, come quello appunto che scrisse tra figure geometriche, misurazioni e calcoli tracciati con matita, penna e inchiostro, alla morte del padre ottantenne, avvenuta alle ore 7 di mercoledi 9 luglio.
In quel luogo ritrovato da Vezzosi - racconta Dami - rimanevano solo i resti fatiscenti di una vecchia abitazione rurale, con le tracce del muro medievale della chiesetta di S. Lorenzo in Arniano risalente al XII secolo. Fu proprio da qui che Leonardo penso' al suo lago e da qui si vedevano e si vedono bene due delle tre gole che avrebbero caratterizzato il suo bacino idrico e, continua Dami, davanti al muro di quell’antica chiesa avvenne il mio contributo artistico: una scultura sospesa in quell’atmosfera carica di nuove attese.
Il Lago che non c’e', dice l’autore: e' una scultura leggera, con catenelle argentee evocanti l’acqua, mentre i segni-segnali di bronzo, che delimitano i contorni del lago, toccandosi tra loro provocano suoni inaspettati quanto delicati, creando un’atmosfera carica di positivita', mentre, lassu' ad Agnano, le nuvole bianche si specchiavano nello spazio quadrato alla base dell’opera, che per la prima volta viene esposta fuori dai confini di Vinci, a Firenze.
Il genio di Vinci - scrive Anna Brancolini sul libro di Morgana Edizioni - da li' aveva pensato a quel lago-fantasma per il padre: un lago-utopia, un lago-sogno che forse voleva riannodare i fili di due anime per troppo tempo divise ed incomprese… E l’acqua: simbolo primigenio - forse - di una dimensione di pace, purificata dalle scorie del mondo e dai rancori degli uomini…
Ma tutto era rimasto nel pensiero: un pensiero che aveva lasciato suggello di se' nei tracciati sottili di segni sulla carta… tentativo di fermare un’utopia, di dare corpo al sogno… Come inserirsi in questo dialogo ricco di tanti inespressi, di sentimenti sfumati, di parole non dette, di gesti mai compiuti? Andrea Dami ha scelto un silenzio ricco di suoni. Una sua presenza sommessa, perche' quel dialogo muto tra padre e figlio, tra uomo e natura era troppo profondo, troppo intimo e forse troppo carico di dolore e rimpianto per poter essere profanato da una mano estranea, anche a distanza di secoli.
Insomma solo per poche ore di un unico giorno - aggiunge Alessandro Vezzosi - San Lorenzo in Arniano si e' rispecchiato nel Lago che non c’e' di Dami. Da quel momento, dopo secoli di silenzio, il Popolo di Arniano ha ritrovato la sua voce e la sua identita', perdute entrambe, proiettandole dal passato verso il futuro in metamorfosi. E, ancora una volta, affida alla memoria altre parole di Leonardo, che giustificano il senso del nostro impegno civile negli orti e nelle fabbriche dell’arte: La terra e' mossa dal suo sito da un piccolo uccel che sopra lei si posi.
Nei locali della galleria SACI si potranno vedere, sempre dello scultore Dami, anche la Macchina sonante (da un’idea di Leonardo da Vinci) esposta al Megaron Mousikis di Atene e la scultura sonante Il fiore di Leonardo (da Pisa), un omaggio alla scienza, ai numeri di Fibonacci.
L’evento del 13 settembre continuera' subito dopo, alle ore 17, nei locali della Biblioteca Nazionale Centrale dove verra' presentato, all’interno dell’installazione Fontana di Dami, il libro di Morgana Edizioni Il lago che non c’e'.
Saci Gallery
via Sant'Antonino, 11 - Firenze