Contraddizione tra movimento e stabilita', tra effimero e permanente, questi i temi cari a Jorge Macchi; in "Due volte nello stesso fiume" lo spazio e' il motivo principale. Luca Pancrazzi propone la video installazione "Polvere e Polvere": il dispiegarsi del paesaggio sotto il nostro sguardo e' uno dei temi sviluppati in questo lavoro. In "Girls Painting" Julie Roberts dipinge scene di 4 studi d'artista del primo 900 che hanno come principale soggetto alcune studentesse colte nell'atto del dipingere; in mostra anche la serie di disegni "The Dead Artists".
JORGE MACCHI
'Due volte nello stesso fiume'
Fino al 2 dicembre 2006 via del Castello, 11
"Due volte nello stesso fiume" e' il titolo della prima mostra personale che l'artista argentino Jorge Macchi realizza in Italia per gli spazi di Galleria Continua. Se Eraclito, filosofo della simbiosi fra 'essere' e 'divenire', si offre come spunto per questo percorso espositivo, e' in realta' un racconto di Edgar Allan Poe che piu' di ogni altra cosa ci avvicina alla poetica che l'opera di Macchi racchiude. Le immagini e le idee che Poe comunica attraverso la parola, Macchi le esprime visivamente nelle opere presentate a questa mostra cosi' come in tutta una serie di lavori realizzati dall'artista negli ultimi anni. 'L'isola della fata' narra la natura incantata di un'isola all'ora del crepuscolo, atmosfere fantastiche in bilico tra scienza e misticismo, tra sogno e realta', luoghi ed immagini come metafora della caducita' del tempo e della vita: '...L'ombra degli alberi cadeva pesantemente sull'acqua e sembrava seppellirvisi dentro, impiegando le profondita' di quell'elemento della sua tinta oscura. Immaginavo che ciascuna ombra, man mano che il sole scendeva piu' in basso, si separasse con dispiacere dal tronco che gli aveva dato vita, per essere assorbita dalla corrente, mentre altre ombre momentaneamente inviate dagli alberi prendevano il posto di quelle precedenti ora sepolte.'
Contraddizione tra movimento e stabilita', tra effimero e permanente, questi i temi cari all'artista sviluppati negli anni attraverso video, installazioni, oggetti e disegni. In "Due volte nello stesso fiume" lo spazio diventa per Macchi il motivo principale, la questione primaria di tutte le opere presentate.
La grande installazione pensata per la platea del cinema ripropone alcuni elementi che gia' si erano resi evidenti in 'Still Song' l'opera realizzata da Jorge Macchi per la mostra 'The Experience of Art' alla 51' Biennale di Venezia: una sfera specchiante appesa al soffitto le cui luci avevano prodotto fori sui muri bianchi della stanza. Uno spostamento impercettibile e silenzioso, il labile confine tra la distruzione dell'immagine e la ricerca della probabile immagine, la capacita' di catturare qualcosa che ha perso solidita'. Questi gli elementi che da sempre caratterizzano il lavoro dell'artista, a cui adesso si aggiunge la capacita' di trasformare luci e ombre in oggetti palpabili e in materia. L'installazione per San Gimignano regala un nuovo sguardo dello spazio, un impercettibile gioco di vibrazioni come rappresentazione di uno stato perpetuo di precarieta'.
La mostra a Galleria Continua si offre inoltre come occasione per una nuova collaborazione con il musicista Edgardo Rudnitzky con il quale Macchi aveva gia' realizzato 'Buenos Aires Tour' e 'L'ascensione', la performance tenutasi presso l'Antico Oratorio di San Filippo sempre nell'ambito dell'ultima Biennale di Venezia a cui Macchi partecipava come rappresentate del Padiglione Argentino. Per questa personale i due artisti presentano 'Streamline' un video inedito dove intersezioni tra immagine visiva e immagine si sovrappongono creando il corpo dell'opera.
Jorge Macchi nasce a Buenos Aires, in Argentina, nel 1963 citta' dove tutt'oggi vive e lavora.
Nell'opera di Macchi non e' possibile individuare linee stilistiche pre-determinate, ogni mezzo viene utilizzato come semplice e libero strumento per esprimere una serie di idee. "L'aleatoria melodia che si riesce ad ottenere incollando su un pentagramma frammenti di titoli dei giornali, il testo attinto da notizie poliziesche e utilizzato come materia prima per la costruzione di un pentagramma, oppure chiodi a guisa di note, sono alcune delle opere con le quali Jorge Macchi compone la musica e l'immagine… Questa produzione di opere nelle quali sono presenti l'immagine e il suono rappresenta una costante attraverso gli anni, aspetto che convive parallelamente con il resto dei suoi testi fotografici o quelle ossessive e rigorose opere realizzate su carta… (A.Rosenberg). "Nel lavoro di Macchi la parola chiave e' il distacco… uno dei punti di forza del suo lavoro e' la rapidita' e la pulizia di pensiero… le opere di Macchi, essendo state ridotte all'essenziale, e private dagli orpelli, producono lo stesso piacere formale della musica… (M.Gainza).
Tra le numerose mostre collettive realizzate in tutto il mondo ricordiamo: 51' Biennale di Venezia, Padiglione Argentino e 'L'esperienza dell'arte' a cura di Maria de Corral (2005); 'Farsites' all'interno di 'Inside', Tijuana-San Diego (2005); Biennale di San Paolo (2004); 'Biennale di Istanbul 8' (2003). Per le mostre personali: 'Doppelganger', Casa Incendiaria, Madrid (2005); 'Le 10Neuf, Centre Regional d'Art Contemporaine Montbeliard, Francia (2004);' MUHKA', Museum of Contemporary Art Antwerp (1998); Museum of Modern Art Buenos Aires (1998). Nel 2001 ha vinto con il progetto 'Buenos Aires Tour' il Guggenheim Foundation Fellowship. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni permanenti: Museum of Modern Art Buenos Aires, The University of Essex e Tate Modern in Inghilterra, al MUSAC in Spagna.
----
LUCA PANCRAZZI
P.& P.
Special Project
Fino al 2 dicembre 2006 via Arco dei Becci 1
Dopo il rinnovato apprezzamento di pubblico e critica ottenuto da Luca Pancrazzi all'ultima edizione di ArtBasel, dove Galleria Continua aveva scelto di presentare un'installazione di grandi dimensioni nella sezione di Art Unlimited, anche la sede di San Gimignano ha il piacere di offrire al pubblico italiano una nuova occasione per avvicinarsi e approfondire l'opera dell'artista.
La sala dell'Arco dei Becci inaugura con Pancrazzi, per la prima volta, uno special project, una seconda esecuzione della video installazione 'Polvere e Polvere'. L'opera fu realizzata e presentata dall'artista per la sua prima personale a Galleria Continua nel giugno 1998. In questa seconda esecuzione l'artista mette in relazione l'opera allo spazio, questa volta intimo e raccolto, la 'adatta' e la 'rilegge' facendola dialogare con la sala che l'accoglie ma anche rivedendola alla luce delle stagioni emotive -come le definisce Pancrazzi- nel frattempo trascorse, alle tracce lasciate dalla polvere posatasi sulla polvere.
Il paesaggio, il suo dispiegarsi sotto il nostro sguardo e' uno dei temi sviluppati in questo lavoro "...un paesaggio attraverso un finestrino laterale di un treno che lascia intuire la complessita' interna lasciandola attraversare solo dallo sguardo'.
Il tema centrale della ricerca di Luca Pancrazzi e' il processo artistico in quanto tale. Lo sguardo, il superamento del limite tra dentro e fuori, lo sfalsamento del tempo e della percezione, scarti minimi e leggere variazioni, questi gli elementi attraverso i quali l'artista indaga il reale offrendoci nuove sfaccettate letture del paesaggio e della visione.
'Saper vedere un luogo, anche il proprio luogo (dalla propria stanza alla propria citta', e cosi' via) senza aver paura di riconoscere che i cambiamenti potrebbero metterci in crisi, saper affrontare nuove convivenze impensabili fino a ieri, saper scovare la polvere selvaggia migliore negli angoli domestici della casa, mettere in mostra la crisi delle certezze..." (S.Ogiva).
Luca Pancrazzi nasce a Figline Valdarno (Firenze) nel 1961. Dal 1994 vive e lavora a Milano. Il suo percorso creativo ha visto l'utilizzo di molteplici strumenti linguistici dalla pittura alla fotografia, dal video e i lightbox alle sculture, fino alle grandi installazioni. "L'opera di Luca Pancrazzi si basa sull'idea di un lavoro sempre in sviluppo grazie a uno scarto, mai chiuso sulla pretesa di un rispecchiamento o di una risposta definitiva ("metafisica" direbbero alcuni), decostruttivo ed endogeno, in crescita sulla capacita' di differire, individuare e far funzionare, variare, lo scarto imprevisto. …L'artista ha sempre bisogno di sperimentazioni, di aperture, di rifrazioni e sviluppi. Le mostre sono smaniose di mostrare come tutto sia legato e stia insieme, e quanto ancora si puo' fare in diverse direzioni. Niente deve rimanere sempre uguale a se stesso, o dare questa impressione: anche l'arte e le opere sono un "passaggio", un "interno", un tempo." (tratto da http://www.undo.net).
---
JULIE ROBERTS
'Girls Painting'
Fino al 25 novembre 2006 via del Castello, 11
Galleria Continua e' lieta di annunciare 'Girls Painting', mostra personale dell'artista britannica Julie Roberts.
La fotografia ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella realizzazione dei dipinti di Julie Roberts, uno dei tratti ricorrenti del suo lavoro e' proprio l'uso di immagini fotografiche come fonte di creazione. Da questo presupposto nasce nell'artista l'interesse per l'archivio fotografico del capolavoro architettonico di Charles Rennie Mackintosh, The Glasgow School of Art. L'acquisizione e il successivo processo di studio ed elaborazione di questo materiale ha portato alla creazione di un nuovo corpus di dipinti a olio, 'Girls Painting', esposto qui per la prima volta.
'Girls Painting' rappresenta scene di quattro studi d'artista del primo Novecento che hanno come principale soggetto alcune studentesse colte nell'atto del dipingere. La scuola di Glasgow era famosa per l'atteggiamento progressista nei confronti dell'istruzione delle donne (cosa rivoluzionaria a quei tempi); il risultato di tale politica fu l'emergere di un gruppo di pittrici sulla scena internazionale. La Roberts stessa si sarebbe idealmente unita al gruppo quasi cento anni dopo, cominciando a frequentare la scuola nel 1988 come studentessa del master di pittura. 'Girls Painting (The Artists Studio)' rappresenta proprio lo studio in cui la Roberts realizzo' i suoi primi dipinti.
La pittrice si sofferma su ogni dettaglio architettonico, giocando liberamente con gli strati di pittura: non realismo ne' astrazione, ma un ibrido di entrambi. Lo stile pittorico e' sontuoso, caratterizzato dalla densita' e pastosita' dei colori a olio.
L'altro gruppo di opere presente in mostra 'The Dead Artists' e' una serie di disegni a matita completata nel 2003 che costituisce quasi il contraltare di 'Girls Painting'. Consiste in una serie di ritratti, per lo piu' maschili, di figure eminenti della scena artistico-culturale degli ultimi tre secoli di storia.
I soggetti, fra cui Rodin, Cocteau, Munch, Hugo, sono immortalati nella lucida visione dell'artista che li ritrae proprio sul loro letto di morte.
Nel disegno l'artista si concentra sull'attento studio del particolare ricreando con acuto realismo ambientazioni di rara intimita'.
Le due serie di opere presentate in questa personale sono una quieta meditazione della pittrice sulla vita artistica. I loro soggetti, donne e uomini, sono destinati a lasciare il centro della scena per fare posto al nuovo.
Julie Roberts e' nata nel 1963 nel nord del Galles e vive e lavora a Carlisle, in Inghilterra. Da quando si e' diplomata con un Master in Belle arti alla Glasgow School of Arts, nel 1990, ha esposto le proprie opere in Europa, negli USA e in Sudamerica, ed e' stata selezionata per la Biennale di Venezia del 1993 e per il British Art Show 5 nel 1995. Le sue opere sono state incluse nelle collezioni della Tate Britain e dell'Hirshhorn Museum di Washington DC, oltre che in collezioni sia private che museali di tutto il mondo.
I dipinti che l'artista ha realizzato nel corso dei primi dieci anni di lavoro erano caratterizzati dalla presenza di un singolo soggetto, di solito di carattere medico, fluttuante su uno sfondo di colore saturo. Nella piu' recente produzione, questa figura isolata si estende fino ad occupare tutto lo spazio della tela diventando una sorta di quinta scenografica. Lo stile pittorico dell'artista unisce con sapienza uno sguardo contemporaneo severo e sofisticato ad una visione nostalgica e inquieta sulle fragilita' umane. Tale equilibrio mira sempre ad elevare al massimo la tensione fra attrazione e repulsione, la realta' e cio' che di essa viene percepito, l'astrazione e la figurazione.
Per ulteriori informazioni sulla mostra e materiale fotografico:
Ufficio stampa Silvia Pichini tel. 347 4536136 e-mail press@galleriacontinua.com
Inaugurazioni sabato 23 settembre 2006 dalle 18.00 alle 24.00
Galleria Continua
via del Castello 11
via Arco dei Becci 1
San Gimignano (SI), Italy
dal martedi' al sabato 14.00/19.00