Grazie all'umorismo, all'ironia, al kitsch e alla forza del desiderio che sempre si rinnova, l'artista instaura una visione caratterizzata tanto dal suo fervore quanto dalla sua estetica. Ossessionato dal tempo, dalla vecchiaia, dalla perdita della bellezza, nelle sue foto il tema della Vanitas torna prepotentemente.
Mostra fotografica
Jan Saudek, nato a Praga nel 1935, e' considerato dalla critica uno dei piu' grandi autori viventi a livello internazionale. Evidente e' il legame con Praga, citta' misteriosa e magica che conserva il fascino estremo della storia. Saudek da Praga si muove pochissimo. Durante gli anni del regime, quando ancora non e' conosciuto come artista, lavora in fabbrica (lo fa per 32 anni) e durante il tempo libero coltiva la sua passione per l'arte e la fotografia.
Le riprese, durante i primi anni, vengono effettuate in una cantina usando come sfondo un muro scrostato dall'umidita' perfetto per sfumature e tonalita' di grigio che restituisce alle foto dando vita a storie incredibili.
L’atmosfera e' come sospesa, tra il sogno e l’incubo, onirica, e subito il ricordo corre al processo di Kafka. Le sue sono storie di affetto e di sesso, di perversioni e di fantasie erotiche, di corpi belli e cadenti, in una continua giostra di tipologie umane al confine con il reale. E’ una galleria che, a colori, ricorda la morbosita' della cantina, del nascosto, che richiama alla mente la raffinata patologia perversa di Joel Peter Witkin. Come in un circo onirico, le foto di Saudek sono pie'ce teatrali, per dire la sua verita' e per renderla fuori dal tempo, e Praga e' essa stessa una magnifica enorme scenografia naturale.
Autodidatta, visionario pittore di sogni, ha vinto le norme morali e le regole sociali in vigore per esasperare la sua passione. La fotografia gli ha permesso di liberare le sue indignazioni, i suoi desideri, i suoi deliri, e' un grido del sesso, della mente e del cuore. Cio' che interessa a Saudek, come autore, regista, truccatore e talvolta scenografo, e' l'essere umano e le sue relazioni, sostiene lui stesso “la mia vera attivita' e' ritrarre le anime".
Grazie all'umorismo, all'ironia, al kitsch e alla forza del desiderio che sempre si rinnova, egli instaura una visione caratterizzata tanto dal suo fervore quanto dalla sua estetica e dalla sua coerenza. Ossessionato dal tempo, dall'invecchiamento, dalla perdita della bellezza, il tema della Vanitas torna prepotentemente. Lucido, impulsivo, eccessivo, ha infuso la sua anima nelle sue opere che esprimono l'impossibilita' della felicita'. Creatore underground a lungo condannato alla marginalita' Saudek ha pienamente il suo posto nella storia della fotografia.
Egli opera esclusivamente con foto-camere analogiche e tecniche che molti oggi considerano anacronistiche, fuori dal tempo. Le modelle sono, in genere, sue amiche o conoscenti, come l’artista Sa'ra Saudkova', sua compagna fotografata spesso insieme alla sua amica Olga.
Nelle foto di Saudek appare un unico uomo, egli stesso. Dice che non lo fa per narcisismo ma per semplificarsi la vita perche' gli uomini quando devono posare nudi sono sempre impacciati e imbarazzati. Dichiara in un intervista rilasciata in occasione della pubblicazione di un suo libro: ''Se una fotografia non racconta una storia non e' una fotografia. Forse e' la storia di tutti i nostri pensieri, quelli che diventano pubblici e sfidano i luoghi comuni e quelli che per pudore restano confinati''.
Inaugurazione: Venerdi' 22 Settembre 2006 ore 12.00-2100
Galleria Ca' di Fra'
via Carlo Farini, 2 - Milano
Apertura speciale nell’ambito dell’iniziativa START-Milano, tre giorni di arte contemporanea a Milano, 22-23-24 settembre
22 Settembre ore 12.00-21.00
23-24 Settembre ore 12.00-20.00