Il linguaggio dell'artista non sviluppa solamente prospettiva e regole di proporzione, anche entropia, quarta dimensione, quasar, caos, termodinamica e la fisica delle particelle.
Paolo Conti ricerca la dimensione di uno “spazio nuovo".
Lo crea e lo pensa come un oggetto reale,
un prodotto dell’uomo ma, a-storico e astratto.
Ogni oggetto creato e' di natura industriale, rottami
di acciaio o ferro, che subiscono dei passaggi ripetibili,
dei processi che stabiliscono la scientificita'
dell’operazione. Cosi' nasce il “pezzo utile".
E il resto? Ha subito gli stessi procedimenti!
Non e' rottame.
E’ lo spazio.
In trent’anni anche attraverso gli strumenti della pittura, Conti allinea in
parallelo scienza e arte.
Il suo linguaggio non sviluppa solamente prospettiva e regole di
proporzione, anche entropia, quarta dimensione, quasar, caos, termodinamica
e la fisica delle particelle.
Ogni opera diviene un’infinita combinazione di struttura e concetti: una
nuova prospettiva dove l’infinito e' punto di riferimento per cercare una
riconoscibilita'. Per Paolo la scienza deve avere un volto umano e leggibile,
cosi' come l’arte avere valenze scientifiche. Sia la scienza che la pittura
esprimono un’indagine della realta'.
Come negli astri dell’universo avvertiamo un equilibrio superiore che li
regola anche se ne intuiamo soltanto la grande forza, cosi' le opere di Paolo
Conti appaiono come infinite cosmologie.
A meta' degli anni Ottanta nascono i frammenti e i cerchi, strutture aperte
libere di seguire molteplici dinamiche e configurazioni sulla superficie;
pezzi che penetrando lo spazio frantumano i tradizionali limiti lineari del
quadro. E’ cosi' che l’opera diviene un organismo che abita la superficie
intera: il punto di non ritorno.
Inaugurazione Sabato 23 Settembre 2006, ore 18-21
Galleria PaciArte
via Carlo Cattaneo 20/b - Brescia
Orari: dalle ore 10 - 13 e dalle 16 - 20.